Annie e Lillian sono amiche da sempre, si confidano, gioiscono dei momenti belli e si consolano nei momenti brutti. La prima, trentenne del Midwest americano, non è molto fortunata. In campo lavorativo ha aperto una propria attività, fallita a causa del periodo di recessione e ora si arrangia come commessa; anche in amore le cose non vanno molto meglio. Intrattiene una relazione con un uomo decisamente maschilista, egoista, e con poca voglia di impegnarsi in una storia seria. Completamente in ascesa è invece la vita di Lillian che confessa alla sua amica di sempre di essersi fidanzata ed essere pronta per le nozze. Chi sceglierà mai come damigella d’onore? Annie, ovviamente. Tra i compiti “essenziali” di una damigella c’è quello di scegliere dove e come consumare l’ultimo atto di libertà: l’addio al nubilato. Non sarà però semplice: Lillian, oltre ad Annie, ha infatti arruolato altre damigelle tra cui la bella e snob Helen. Sarà proprio quest’ultima a mettere a repentaglio l’amicizia tra la sposa ed Annie.
“Le amiche della sposa”, commedia record d’incassi negli Stati Uniti e a breve nei nostri cinema, è stato prodotto da Judd Apatow conosciuto soprattutto per il suo apporto al cinema comico Made in Usa, sia come regista che come produttore e sceneggiatore. Da produttore vale la pena ricordare la serie televisiva cult “Freaks and Geeks”, i film “Suxbad – Tre menti sopra al pelo”, “Zohan – Tutte le donne vengono al pettine” e le due pellicole, di cui è anche regista, “40 anni vergine” del 2005 e “Molto incinta” del 2007. La sceneggiatura del film è stata scritta a quattro mani da Annie Mumolo e Kristen Wiig, protagonista del film nel ruolo di Annie. La Wiig, salita alla ribalta grazie alle doti comiche dimostrate durante gli spettacoli televisivi del “Saturday Night Live”, è perfetta nel ruolo di Annie. L’ affinità con Maya Rudolph, anche lei protagonista del SNL, è notevole. Anche i comprimari sono all’altezza della situazione. Helen, la bravissima Rose Byrne, è perfida ma al tempo stesso dimostrerà che la tanto ostentata sicurezza non è altro che una effimera difesa a una infelicità latente che ben presto si manifesterà. Ottimo anche Chris O’ Dowd nel ruolo del poliziotto che inevitabilmente si innamora di Annie. Come spesso accade ultimamente ad Hollywood i film che riguardano nozze e relativi addii al nubilato/celibato funzionano. Incassano e fanno sorridere. Non può quindi esimersi, questo film di damigelle, al paragone con il celebre “Una notte da leoni“. Non facciamoci ingannare: “Le amiche della sposa” non è un “Hangover” al femminile, il film diretto da Paul Feig si muove su una strada più introspettiva, si scava nella personalità della protagonista, nella sua emotività che poi, in fondo, è il vero leitmotiv del film: la perdita del lavoro, le difficoltà nel relazionarsi con l’altro sesso e la paura della perdita della “migliore amica” sono temi che lasciano riflettere. Possiamo dire che se “Una notte da leoni” , ma anche il suo seguito “Una notte la leoni 2”, si presentano come sketch ininterrotti, “Le amiche della sposa” può essere considerato “più film”, con tutte le sfaccettature che ne derivano. Non possiamo però trattenerci da alcune critiche. Anzitutto, il film presenta una durata fuori comune per una commedia (due ore circa) che rende il film a tratti noioso. Forse le “stesse cose” potevano essere dette in un tempo minore. Ma, soprattutto, la ricerca delle risata da strappare a tutti i costi porta inevitabilmente all’effetto contrario. Alcune scene sono decisamente volgari (si avverte lo zampino della produzione Apatow) e impietosamente costringono a rivedere e abbassare il giudizio del film. La defecazione pubblica da parte della promessa sposa, sommata a un paio di flatulenze, fanno, a tratti, avvicinare “Le amiche della sposa” più a uno “Scary Movie” di basso livello che ad una commedia di nicchia. Ma, attenzione, nel complesso a vincere “ai punti” , in questo film che appare come un vero e proprio inno al girl power, sono le gag divertenti e spensierate e per questo ci sentiamo di consigliare “Le amiche della sposa” a tutti, uomini inclusi. Un favore, però: non fatelo passare come “Una notte da leoni“, al femminile.