Lea Michele sta affrontando un momento particolarmente doloroso: lo scorso 13 luglio è morto il suo fidanzato Cory Monteith, anche lui attore nella serie tv di culto “Glee“.
L’attrice da quel giorno non si è espressa pubblicamente, tramite i suoi portavoce ha richiesto che fosse rispettata la sua privacy, è stata avvistata mentre tornava nella stanza d’albergo di Vancouver in cui è stato trovato privo di vita il fidanzato, migliaia di messaggi sul web da parte dei fan.
Per la prima volta dal giorno della morte di Cory Monteith, l’attrice Lea Michele ha commentato l’accaduto su Twitter, con un messaggio di ringraziamento per i suoi fan:
Grazie a tutti per l’aiuto che mi date in questo momento con il vostro amore e il vostro supporto. Cory sarà per sempre nel mio cuore.
Riprendersi non sarà semplice, soprattutto perché Lea Michele tornerà sul set di “Glee“, proprio dove ha conosciuto il compagno. Cory Monteith è morto di overdose, si trovava a Vancouver ed è stato ritrovato morto nella sua camera d’albergo, aveva ingerito droghe e alcol, c’erano tracce di eroina. La notizia ha lasciato tutti a bocca aperta, anche se il suo difficile passato era noto, soprattutto la dipendenza che cercava di combattere ormai da anni. Lo scorso aprile, supportato dalla compagna e dagli amici, Cory aveva deciso di trascorrere un periodo in un centro di riabilitazione, ma ha avuto una fatale ricaduta.
I produttore di “Glee” hanno voluto consultare Lea Michele prima di decidere cosa fare con la nuova stagione della serie tv, che è stata posticipata per permettere di cambiare due episodi in cui appariva proprio Cory Monteith. A tutti è sembrato più rispettoso dire addio anche al suo personaggio, il quarterback Finn Hudson. Il creatore della serie Ryan Murphy, aveva spiegato all’Hollywood Reporter:
La cosa giusta da fare per lo show, almeno fino a questo punto, è fare uscire di scena Finn Hudson. Quando gireremo l’episodio in tributo a questo personaggio, cercheremo di fare in modo che i membri del cast non debbano rivivere il dolore che hanno provato in queste settimane. Vorremmo indicare un punto di vista ottimista. La nostra più grande speranza è aiutare i giovani, in maniera responsabile, ad affrontare questi sentimenti.