Dove c’è Lena Dunham c’è polemica e probabilmente Ryan Murphy lo sapeva e si era già fatto un’idea di come avrebbero reagito i fan quando ha annunciato che l’attrice si è aggiunta al cast di “American Horror Story”.
“Ho sempre voluto lavorare con lei” ha scritto Murphy, nell’annunciare la new entry nel cast della settima stagione di “American Horror Story“. Ancora non è stato ufficializzato il titolo della stagione, che si baserà sulle elezioni americane. Ci saranno alcuni membri del cast originario della serie, come Sarah Paulson, ma anche delle novità, come Billie Lourd, in arrivo direttamente da “Scream Queens“. Lena Dunham è nota al grande pubblico principalmente per la serie “Girls“, che ha avuto molto successo, ma anche per le sue numerose provocazioni.
Il pubblico di Ryan Murphy non sembrava particolarmente contento di questo nuovo ingresso nel cast della serie, almeno a giudicare dall’ondata di tweet di disappunto. Lena Dunham è spesso fonte di polemica e tra gli utenti c’è chi pensa che con il suo arrivo “American Horror Story” sia una serie definitivamente conclusa, ma è possibile giudicare ancor prima di vedere? C’è chi pensa di poter dare una chance all’attrice e chi invece ha sommerso Ryan Murphy di risposte contrastanti. Un esempio? La gif di Reese Witherspoon che vomita in “Big little lies” o varie espressioni di disgusto e perplessità.
Lena Dunham e le polemiche
Di recente Lena Dunham è finita al centro dell’attenzione per via di una polemica nata con il canile in cui ha adottato un cane. Lamby, questo il nome, è stato spesso protagonista dell’account Instagram dell’attrice ma a un certo punto non c’è più stato, così i fan si sono chiesti che fine avesse fatto. La Dunham ha spiegato che Lamby ha sofferto molto quando era un cucciolo e lei e il compagno Jack Antonoff hanno deciso di darlo a qualcuno che se ne sapesse prendere cura in maniera più adeguata, poiché aveva reso loro la vita impossibile. Dal canile è arrivata presto una risposta che smentisce quanto dichiarato in precedenza dall’attrice, la Dunham sosteneva che il cane fosse stato traumatizzato da tre proprietari precedenti, diventando ingestibile e aggressivo. Il battibecco è andato avanti su Instagram, l’attrice sostiene di aver fatto il possibile per tenere il cane con sé mentre il canile nega quanto lei sostiene. Ma questo è nulla in confronto ad altre polemiche che hanno coinvolto Lena Dunham, per esempio quando scrisse un articolo su The New Yorker intitolato “Cane o fidanzato ebreo? Un quiz“. Femminista convinta, attivista per i diritti LGBT, l’attrice aveva dichiarato che non si sarebbe sposata finché non avrebbero potuto farlo anche persone dello stesso sesso. Al momento è possibile, ma la Dunham non si è ancora sposata.
Ha parlato apertamente del suo disturbo ossessivo-compulsivo, per il quale tutt’ora prende farmaci, tra cui antidepressivi per combattere l’ansia. L’attrice di “Girls” ha destato scandalo con il libro “Not That Kind of Girl” in cui racconta di aver subito abusi sessuali al college. L’attrice sostiene di averlo reputato uno stupro solo in seguito, raccontando di aver avuto un rapporto con un uomo dopo aver assunto Xanax e cocaina. Nel libro Lena Dunham fa la descrizione di un uomo nel tentativo di nascondere l’identità di quello vero, involontariamente ha coinvolto un’altra persona dell’Oberlin College, che l’ha denunciata. Ma, ancora peggio, nella biografia la Dunham, racconta di aver fatto sperimentazioni sessuali con la sorella Grace quando erano piccole, i conservatori l’hanno accusata a loro volta di abusi sessuali. All’uscita della prima stagione di “Girls” fu accusata di razzismo perché non comparivano personaggi afroamericani nella serie, l’attrice si difese sostenendo che stava raccontando la storia di una ragazza bianca e di origine ebraica, una persona di colore sarebbe stata solo una “concessione simbolica”. Concessione che fece nella seconda stagione della serie (frequentando un ragazzo afromaericano), ovviamente destando polemica per essersi contraddetta. Rimane quindi una figura controversa che, seguendo la logica “bene o male, purché se ne parli”, potrebbe essere un’ottima mossa di marketing per Murphy.