La sessantaquattresima edizione del Festival di Cannes si è ufficialmente aperta ieri con la presentazione fuori concorso di “Midnight in Paris” di Woody Allen. Tra i protagonisti, seppure in un ruolo minore, anche la chiacchierata premiere dame Carla Bruni, assente sulla Croisette, in polemica con una pellicola che sarà presentata fuori concorso “La Conquète” di Denis Podalydès, dichiaratamente polemica nei confronti del primo ministro francese Nicolas Sarkozy. A confermare tutto ciò è stata la stessa Carla Bruni, a poche ore dall’inizio della kermesse, in un’intervista rilasciata all’emittente Rtl:
Sognavo di esserci, non posso purtroppo. Per ragioni personali e professionali. Il ritratto scomodo sull’Eliseo mi preoccupa, ma andrò a vederlo senza pregiudizi.
A proposito della Bruni, Woody Allen in conferenza stampa ha dichiarato:
È una donna molto bella, carismatica. Sul set non si è comportata come una diplomatica. In fondo lei fa parte del mondo spettacolo, nasce da lì. Penso sia stata un’esperienza carina e divertente per entrambi.
Il nuovo film di Allen è l’ennesima trasferta europea del regista newyorchese che dopo la trilogia londinese (“Match Point”, “Scoop” e “Cassandra’s Dream”) e l’esperienza spagnola di “Vicky Cristina Barcelona”, approda nella capitale francese, fonte di ispirazione di tanti registi e artisti di varia natura. Protagonista di “Midnight in Paris” è una coppia di americani in visita a Parigi, Gil e Inez: lui è un affermato sceneggiatore in crisi di ispirazione, mentre lei è una pedante viziata, una cafona arricchita refrattaria alla cultura e a tutto ciò che richiede il minimo sforzo intellettivo. Lei mal sopporta la permanenza in un luogo che non le dice niente e anche anzi l’annoia a morte. Lui si innamora a prima vista della città e mentre la visita sogna e pensa che non ci sarebbe stato periodo e luogo migliore in cui vivere che gli anni ’20 nella città in cui c’erano alcuni dei più grandi artisti dello scorso secolo: Hemingway, Scott Fitzgerald, Picasso, Dalì, Modigliani, Gertrude Stein, Cole Porter e tanti altri. Tali pensieri si tramutano molto presto in realtà. Quando inizia a passeggiare di notte da solo si ritrova fisicamente negli anni ’20, nell’epoca da lui adorata, incontrando artisti e scrittori. Inizierà una doppia vita, di giorno fidanzato annoiato e di notte viaggiatore nel tempo, nella fantasia e soprattutto nei suoi sogni. Incontra Bunuel, Dalì, Picasso, Matisse e tanti altri. Un’epoca che per il protagonista è mitica, come tutte quelle mai vissute, proprio perché se ne ricordano le cose migliori, dimenticandone quelle meno positive, che sono momenti meravigliosi proprio perché diventati leggendari via via che venivano raccontati da chi li aveva vissuti sempre meno e poi per niente. “Midnight in Paris” quindi si rivela un interessante sguardo su come più che un periodo diverso, una città diversa, tante volte l’analisi principale sia quella dentro di noi, nella nostra vita, cercando magari di guardarla da una prospettiva diversa, che ci dia modo di viverla con meno rimpianti possibili e con la voglia di prendere con coraggio delle decisioni che una routine imposta(ci) vorrebbe accantonare. Gli interpreti della pellicola sono Owen Wilson (che sembra, per fortuna, ormai avere definitivamente risolto i problemi di depressione che lo portarono a tentare il suicidio nell’estate del 2007) e Rachel McAdams (sbarazzina e affascinante attrice caratterista di molti film indipendenti, ma nota anche per alcune grandi produzioni come lo “Sherlock Holmes” di Guy Ritchie). Il film ha ricevuto una buona accoglienza dalla stampa e dal pubblico per questo racconto umoristico la cui morale è che ognuno è figlio del proprio tempo. In tal proposito il regista ha dichiarato:
Il mondo di oggi può sembrare deludente, ma offre aspetti meravigliosi: andare dal dentista un tempo faceva certo più male di oggi. E non c’era neanche l’aria condizionata…No, non vorrei vivere in nessun’altra epoca.
“Midnight in Paris” è una commedia sentimentale alla ricerca del tempo perduto, ma è anche una dichiarazione d’amore allenniana a Parigi:
Città che adoro, molti anni fa sono stato tentato di trasferirmi. Ma a New York c’erano tutti i miei amici, e il mio psicanalista. Però mi è rimasta nel cuore. E ogni tanto penso come sarebbe stata la mia vita se avessi fatto quella scelta. Come tutti gli americani l’ho conosciuta prima di tutto al cinema. E così la ritraggo: letteraria, musicale, mitica. Un po’ come New York in “Manhattan”: quella del mio film non è quella che vedo quando esco di casa. I miei luoghi li ricostruisco sul filo delle emozioni, non della realtà.
Da luglio Allen sarà impegnato nelle riprese del suo nuovo film, ancora una volta di ambientazione europea. Questa volta ad avere il privilegio di ospitare il regista di “Io e Annie” sarà Roma. Titolo del film sarà “Bop Decameron”, ispirato alle novelle del Boccaccio e a “Boccaccio ’70”. Autore e atmosfere perfette per Roberto Benigni che sarà il protagonista della pellicola.