Ryan Gosling è uno dei maggiori talenti attoriali attualmente in circolazione, ma è solo grazie alle sue straordinarie prove in “Drive” e “Le idi di Marzo” che l’attore americano è diventato una superstar anche a livello internazionale.
Negli Stati Uniti, Gosling da tempo è riconosciuto come uno dei migliori attori di nuova generazione, come dimostrano la nomination all’Oscar nel 2006 per “Half Nelson” e quella al Golden Globe nel 2007 per “Lars e una ragazza tutta sua”.
Ora in Europa cerchiamo di recuperare il tempo perduto e vengono distribuiti in sala interpretati da Ryan Gosling prima che diventasse il celeberrimo divo che è in questo momento.
In Italia, invece che proporre lo splendido “Blue Valentine” di Derek Cianfrance, pellicola del 2010 dove Ryan Gosling recitava al fianco di una straordinaria Michelle Williams (candidata all’Oscar per questo film), è in uscita in questi giorni “Love and Secrets”, altro film del 2010 ma decisamente meno riuscito.
“Love and Secrets” è ispirato alla storia di Robert Durst (nel film divenuto David Marks e interpretato da Gosling), rampollo di una facoltosa famiglia di New York. Durst è stato sospettato, ma mai provato, di avere ucciso sua moglie Kathie (Kirsten Dunst) scomparsa nel 1982 e mai più trovata fino ad oggi, nonostante le molteplici indagini. Durst/Marks è inoltre sospettato di altri due delitti da prima pagina, ma non è mai stato condannato per nessuno di questi omicidi.
“Love and Secrets” rientra nella non certo encomiabile categoria dei thriller “for dummies”, ovvero quei prodotti infarciti di clichè del genere, riproposti stancamente senza un minimo di elaborazione e originalità. Nel caso specifico con tanto di citazioni grossolane da Hitchcock e De Palma.
La costruzione dei caratteri psicologici, che dovrebbe essere fondamentale per il tipo di storia che il film vuole raccontare, è abbozzata, superficiale e molto prevedibile. Così come la narrazione procede stancamente verso dei presupposti colpi di scena, in realtà piuttosto banali; e alla prevedibilità della piega degli eventi si aggiunge un ritmo letargico, incapace di creare la benchè minima tensione in quasi 100 minuti di film. Non aiuta di certo l’onnipresente voce over dell’avvocato che interroga David durante il processo (la storia viene raccontata in flashback dal 1971 al 2003 e viene inframmezzata, di tanto in tanto, da immagini di David vecchio nel corso della sua deposizione) che appesantisce ulteriormente il tutto con delle sottolineature spesso e volentieri non necessarie.
E che dire delle macchiette che circondano Ryan Gosling e Kirsten Dunst? Dal dispotico padre di David (Frank Langella) all’ambiguo affittuario Malvern (Philip Baker Hall), passando per la machiavellica amica Deborah (Lily Rabe): tutti personaggi senza spessore, piatti, buttati nella mischia, fatti sparire e poi ritornare senza soluzione di continuità.
Nota di demerito anche per i due protagonisti, vale a dire due dei volti (relativamente) nuovi di Hollywood più interessanti. Se Kirsten Dunst affossa definitivamente con smorfie e faccette basite (in)degne di una brutta soap opera paraguaiana un personaggio banale e monotono come quello di Katie Mars, Ryan Gosling non fa certo di meglio.
Vedendo “Love and Secrets” a posteriori, dopo le prove nei film di Nicolas Winding Refn, George Clooney e Derek Cianfrance, verrebbe da dire che la recitazione di Ryan Gosling è manierata, già meccanica e bolsa ripetizione di uno stile recitativo.
In realtà Gosling interpreta un personaggio che è nelle sue corde, ma semplicemente lo fa male: per colpa del personaggio scritto molto male; per colpa di un regista non in grado di valorizzare le sue migliori armi espressive (lo sguardo e l’esplosività improvvisa); per colpa di Ryan Gosling, svogliato e poco efficace.
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