Angelina Jolie basta e avanza a una fiaba completamente rivisitata come “Maleficent“, film Disney diretto da Robert Stromberg, che racconta la vera storia della “Bella addormentata nel bosco“.
Sottolineiamo “vera storia” perchè Disney ha voluto tenersi al passo coi tempi e abbandonare – così come abbiamo visto in precedenti film d’animazione – le idee ormai superate della strega cattiva, dell’eroico principe azzurro e via discorrendo, offrendo un’alternativa alla storia che noi tutti conosciamo.
“Maleficent” invita a non esprimere giudizi se prima non si conoscono per intero le storie dei personaggi. Se la strega è cattiva, un motivo alla base ci deve pur esser e inoltre non è detto che sia del tutto perfida come crediamo. Ed ecco il presupposto da cui nasce questa sorta di la Bella addormentata “Remix”.
Trama
C’era una volta una bella, buona e solare fatina alata – il cui nome era tutto un programma, Malefica – che viveva nel regno di Brughiera insieme a tante altre creature fantastiche che vivevano a contatto con la natura. Un bel giorno un ragazzo di nome Stefano, proveniente dal regno degli umani, entrò nel suo regno facendo la sua conoscenza. I due divennero ben presto molto amici e, col passare degli anni, si innamorarono l’uno dell’altra.
Stefano crescendo era divenuto un fedele servitore del Re e desiderava un giorno potergli succedere al trono. Il mondo degli umani era in continua lotta con quello fantastico in cui viveva Malefica, perchè sperava di potergli sottrarre tutti i tesori che vi erano nascosti. Il re era così ossessionato dalle ricchezze di Brughiera, che un giorno promise il suo regno a chiunque avesse ucciso Malefica, la fata che difendeva il mondo nemico.
Stefano, desideroso di potere, decise allora di ingannare la sua amata, narcotizzandola e strappandole le ali per portarle al cospetto del Re e fingere di averla uccisa. I buoni sentimenti di Malefica lasciarono spazio, da quel giorno, a un forte senso di vendetta costringendola, suo malgrado, a gettare la maledizione sulla futura figlia del divenuto Re Stefano.
Giudizio
Lo Yin e lo Yang: il buono ha un lato cattivo e il cattivo ha un lato buono. L’idea è originale e particolare. Angelina Jolie è in forma smagliante e con una mimica facciale impressionante: solo il doppiaggio italiano non ci permette di apprezzarla completamente. Alcune espressioni, che siano risate o brevi frasi, in italiano gridano un po’ vendetta. Le musiche di Lana Del Rey accompagnano con malinconia vagamente dark Malefica, fata buona che non riesce ad odiare Aurora e che col tempo si pente di averle fatto la maledizione, senza però potergliela togliere. Il principe azzurro viene messo totalmente in disparte e fa solo poche comparsate volte solo a dimostrare che l’amore non è solo quello scontato tra innamorati: quando questo fallisce, c’è sempre l’amore più figurato, quello di chi ti vuole immensamente bene.
Ripeto e puntualizzo: l’idea è originale e particolare. Tuttavia ci sono dei punti che lasciano un po’ a desiderare e che stridono un po’ con la storia. Primo fra tutti la forzatura di creare l’immagine di una fata buona che si chiama Malefica. Tutto è lecito, per carità: ma se uno si chiama così dalla nascita, per forza deve aspettarsi qualche brutta sorpresa dalla vita.
L’impressione, poi, è che manchi un antagonista vero, il che rischia di trasformare la storia in un “mea culpa” della strega cattiva e del suo tentativo di rimediare all’errore. Pochi tormenti: Malefica è di nome e di fatto per pochissimo tempo, poi torna subito la fatina dai bei sentimenti. E questo nonostante la bella Aurora (Elle Fanning) tenda un po’ a infastidire con i suoi discorsi insipidi. Una dormita prolungata, in questo caso, le avrebbe fatto pure bene.
Diciamo quindi che “Maleficent” è un po’ di intrattenimento e nulla più: non è abbastanza potente da farci cambiare idea sulla storia della bella addormentata e non è così flebile da farcela ripudiare.