In una lunga intervista rilasciata al portale web www.huffingtonpost.com, il regista Marc Webb ha parlato della sua esperienza sul set di “The Amazing Spider-Man”.
“The Amazing Spider-Man” è solo il secondo film di Webb dopo il celebrato “500 giorni insieme”, ma il regista in questa intervista denota una certa personalità e chiarezza di idee.
La sfida di “The Amazing Spider-Man” non è stata sicuramente semplice per Webb che ha dovuto affrontare il reboot di una saga molto amata, ma al tempo stesso molto recente, visto e considerato che “Spider-Man 3” è datato 2007.
Qui di seguito vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista rilasciata da Marc Webb al sito www.huffingtonpost.com in cui il regista ci parla di “The Amazing Spider-Man”:
D: Durante la promozione stampa di 500 giorni insieme, giravano voci su un tuo coinvolgimento per dirigere The A-Team. Come sei passato a The Amazing Spider-Man
R: Devo un film alla Fox. Ho un’opzione contrattuale per lavorare nuovamente con loro. Ci sono state alcune discussioni preliminari in merito, ma il progetto non mi è mai interessato veramente.
D: 500 giorni è un film a basso budget, al contrario di Spider-Man. Ti sarebbe piaciuto dirigere almeno un altro film low budget prima di un blockbuster estivo?
R: Per indole sono uno che ama rischiare. Quando sono stato contattato ero entusiasta per questa opportunità, ma anche pieno di dubbi. Ma d’altra parte io sono un fan di Spider-Man e di Peter Parker. Il ragazzo in me è venuto fuori e ha detto: “Stai scherzando? Vuoi lasciarti sfuggire questa occasione?
D: Un’offerta difficile da rifiutare
R: Già. Spider-Man ha almeno cinquant’anni di vita e ci sono così tante storie da raccontare e tante sfumature e connessioni da fare. Se non altro, sono stato sopraffatto dalla quantità di materiale a cui attingere. Abbiamo visto l’origine di Spider-Man, ma non abbiamo visto l’origine di Peter Parker. Ero davvero interessato ad aprire quella pagina, quel capitolo della storia.
D: Il rapporto tra Peter e i genitori sarà un tema della nuova trilogia?
R: Sì, è la lunga ombra che è stata gettata sulla sua vita.
D: Mi sembra che questo Peter sia più spericolato di quello interpretato da Tobey Maguire.
R: Fa parte del suo essere un adolescente. Con Stan Lee stavamo parlando di ciò che rende Peter Parker Peter Parker. Lui è diverso da un più lucido, eroe perfetto. E una delle cose più belle di Peter Parker è la sua imperfezione.
D: Egoisticamente, sarebbe meglio se non ci fosse un’altra serie di Spider-Man con cui confrontarsi?
R: Assolutamente no. Io amo quei film. Mi piace quello che Sam Raimi ha fatto.
D: Non c’è il rischio di vanificare delle buone idee con un effetto di dejà vu?
R: Questo va oltre la semplice questione Spider-Man. Il genere supereroistico è in grande espansione.
D: Aiuta il fatto che Spider-Man 3 è quasi universalmente disprezzato?
R: Beh, non so se è stato universalmente disprezzato. È stato un gran successo al box-office. Penso comunque che quella saga fosse finita. Lo ripeto, nei fumetti, invece, ci sono così tante storie e personaggi da esplorare.
Ricordiamo che “The Amazing Spider-Man” uscirà nelle sale italiane il 4 luglio in versione 2D e 3D.