E’ finalmente terminata l’attesa per il nuovo video di Marco Mengoni “Pronto a correre”, secondo singolo estratto dall’album omonimo “#PRONTOACORRERE” dopo il Multiplatino “L’essenziale” con il quale il giovane cantautore di Ronciglione ha conquistato la vittoria della 63esima edizione del Festival di Sanremo. Il videoclip è stato concesso in anteprima per il canale Sky Uno tra i giorni del 26 e del 28 Aprile scorsi, solo nella mattinata di oggi, lunedì 29 Aprile 2013, è stato pubblicato on line nel canale ufficiale VEVO su Youtube di Mengoni. La regia è stata affidata a Gaetano Morbioli, uno dei registi italiani più noti nel settore musicale, il quale ha scelto come location ancora una volta la sua città, Verona, e lo stadio comunale Bentegodi.
Ancora una volta Marco Mengoni punta su un simbolismo semplice e immediato, ma forte e diretto. Non un video d’impatto, come ci si sarebbe aspettati per accompagnare un brano quale “Pronto a correre”: a colpire di questo videoclip non sono tanto le immagini che scorrono sullo schermo, quanto il significato che esse mandano.
Corrispondenza al limite della perfezione tra audio e video. Mengoni si presenta in una camera buia nel meticoloso atto del vestirsi, un abito elegante, completo giacca pantalone nero con tanto di panciotto con bottoncini a rilievo, camicia bianca e cravatta. Ai piedi, però, un paio di sneakers bianche e rosse. La storia lo porta lì, sulla pista d’atletica dello stadio, dove comincia a correre, proprio come suona la canzone che accompagna.
In questo suo camminare prima e correre dopo, Marco si intreccia ad altri personaggi, una donna incinta, bambini, ragazzi, uomini, anziani. Immediato il significato: sono tutti simboli delle fasi che ciascuno di noi attraversa in questa corsa continua che è la vita.
Due i passaggi che maggiormente si fissano nella mente, rivestiti di quel simbolismo già ampiamente discusso: il primo, l’immagine del piede che si muove per la prima volta, all’inizio del video, che si stacca dal pavimento al quale era stato tenuto con del mastice. Il secondo è rappresentato dalla scena finale, la corsa disperata che giunge al termine, l’uomo maturo, adulto, ma anche esausto, che viene spronato ad andare avanti, nonostante tutto, da una signora anziana dal sorriso dolce e lo sguardo confortante.
Ma altrettanto forte risulta essere il salto a braccia e cuore aperti che Mengoni, qui lui stesso ridotto a simbolo dell’uomo, fa verso, dentro la vita nella sua interezza, in tutte le sue fasi.
Non è la prima volta che questo giovane cantautore gioca con simboli, messaggi nascosti da decifrare (in modo più o meno complesso), basti pensare al videoclip di “Solo (Vuelta al Ruedo)” o al più recente de “L’essenziale”. Perché la musica non è solo sette note combinate in ordine vario e parole messe una dopo l’altra, per chi, come Marco Mengoni, vi si approccia con l’idea di fare arte e dare messaggi la musica è un mezzo per comunicare anche temi forti ed importanti. A volte basta poco, un’immagine: correre.