Attesissimo nelle sale con il suo nuovo film, “The Wolf of Wall Street“, Martin Scorsese ha scritto una lettera su l’Espresso in cui si rivolge alla figlia Francesca, facendo un bilancio dei cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi anni ma anche con molto ottimismo sul futuro che arriverà.
Sono le parole di uno dei più grandi registi della storia del cinema, che dall’inizio della sua carriera ad oggi ci ha regalato perle come “Taxi Driver“, “Toro Scatenato” e “The Aviator”.
Martin Scorsese parla del passato e del futuro prendendo come punto di riferimento il cinema:
Nel corso degli ultimi anni sono arrivato alla convinzione che il cinema col quale sono cresciuto, quello che vive nei film che ti ho mostrato sin da quando eri piccola e che fioriva quando io ho iniziato a fare cinema, sta arrivando alla fine del suo ciclo. Non mi riferisco ai film che sono già stati girati, ma a quelli che devono ancora venire. Non scrivo queste parole nè con desolazione nè con un senso di sconfitta. Al contrario: io penso che il futuro sia molto luminoso.
Scorsese prosegue definendo il cinema “Imprevedibile” così come la gente che lo fa e poi cita alcuni nomi del cinema di oggi che fanno eccezione: David Fincher, Wes Anderson, Richard Linklater, Alexander Payne, i fratelli Coen, James Gray e Paul Thomas Anderson:
Non penso di essere pessimista, però, se dico che l’arte del cinema e il business del cinema sono arrivati a una svolta. […] In futuro probabilmente vedrai il cinema sempre meno sugli schermi dei locali multisala e sempre più in sale piccole oppure online, e presumo, in spazi e situazioni che non posso nemmeno prevedere.
Martin Scorsese spiega alla figlia che pensa che il futuro del cinema sia luminoso perché finalmente i film possono essere fatti anche con pochi soldi:
Quando io ero giovane era impossibile: i film a bassissimo budget sono stati sempre l’eccezione più che la regola. Ora è il contrario.
Ma poi il regista precisa che nonostante le tecnologie avanzate che permettono di fare molto anche con budget limitati, c’è un dettaglio che non deve sfuggire:
Non sono le macchine a fare il film, sei tu.
E per concludere la sua bellissima lettera, Martin Scorsese scrive:
Questo non vale solo per il cinema. Le scorciatoie non portano mai da nessuna parte. Non sto dicendo che tutto deve essere difficile. Sto dicendo che la voce che ti accende è la “tua” voce. La luce interiore, come dicevano i Quaccheri.
La luce sei tu. Questa è la verità.
Con tutto il mio amore,
papà.