“Massimo. Il mio cinema secondo me” è diretto da Raffaele Verzillo e racconta aspetti inediti della vita e della persona di Massimo Troisi, il film è stato presentato al Festival di Roma.
Tutti noi conosciamo l’attore, uno dei migliori che la storia del cinema italiano abbia mai avuto, ma non la personalità più profonda che si nascondeva dietro le mille espressioni di Troisi e soprattutto la sua concezione del cinema. Questo documentario nasce da un’intervista che l’attore ha rilasciato nel 1993 per una tesi di laurea.
Parlando del suo ideale di cinema, Massimo Troisi sviluppava con le parole una filosofia tutta sua:
Devo convincere prima me stesso che vale la pena di raccontare un argomento, che sia l’amore, che sia la malattia, che sia l’amicizia, che sia il potere, che dica qualcosa non di assolutamente nuovo, ma se il nuovo non c’è, sforzarmi di guardarlo da un nuovo punto di vista.
L’attore, che ammetteva di non convivere bene con le regole, a volte è stato criticato per il suo parlare sempre in napoletano, cosa che per alcuni risultava piuttosto ostica a causa dell’accento incomprensibile:
L’uso del napoletano è un fatto ideologico, come una difesa, anche lì il non accettare le regole. Parlare in italiano avrebbe significato non solo tradire il napoletano, la mia cultura, ma l’idea stessa di fare cose diverse.
Nel documentario ci sono anche le testimonianze di persone che hanno avuto un certo rilievo nella vita di Troisi, a partire da Anna Pavignano, coautrice di tutti i suoi film e per un periodo anche sua compagna; Gaetano Daniele, Massimo Bonetti, Francesca Neri, Lello Arena, Mario Sesti e Maria Grazia Cucinotta, che parlando di lui ha dichiarato:
Lui non ti costruiva. Voleva che tu fossi quanto più possibile vicina alla realtà…
Il tutto è accompagnato dalle musiche di Pino Daniele e una reinterpretazione del brano “Qualcosa arriverà”, un omaggio alla loro grande amicizia. “Massimo. Il mio cinema secondo me”, sarà proiettato al MAXXI questa sera alle 19.