Vincere il primo major in carriera a soli 22 anni è roba per “bambini prodigio”, anche se la parola “bambino” non pare essere la più appropriata da adoperare per raccontare le gesta di Rory McIlroy. Le cifre parlano per lui: vittoria con 268 colpi, -16 sotto il par ed abbattimento del record di – 12 di Tiger Woods che resisteva da tempo. Il nordirlandese non ha lasciato spiragli per la concorrenza in questa centoundicesima edizione degli US Open, disputati nel Maryland, e seguendo nell’albo d’oro il connazionale Mc Dowell, confermando che la verde Irlanda è patria di campioni del “Green”. Naturalmente, grandissima emozione e soddisfazione per il giovane vincitore, che a qualche ora dalla vittoria ancora fatica a realizzare quanto è accaduto: per sua stessa ammissione, gli servirà qualche giorno per comprenderlo in fondo, quando l’adrenalina sfumerà, e dedica teneramente la vittoria al suo papà Gerry, che lo ha accompagnato in questa manifestazione tanto importante. Il segreto di questa vittoria, però, sta nella delusione del Masters di Augusta, dove era rimasto in testa a lungo per poi crollare nel finale, anche a causa dell’eccessiva tensione nervosa: in quest’ occasione, invece, la lucidità e la determinazione non l’hanno mai abbandonato. Deludenti, invece, gli Italiani: hanno chiuso al 54 esimo posto Edoardo Molinari e Matteo Manassero, mentre Francesco Molinari ha concluso al 96 esimo posto. Tiger Woods, che ha saltato l’Us Open per la prima volta in carriera per infortunio al ginocchio sinistro, dove è stato già operato quattro volte: è stato fra i primi a complimentarsi con il giovane vincitore McIlroy.