L’avevo detto io che il 2011 è un anno pieno zeppo di ricorrenze e stavolta è il turno di Michael Jackson. Esattamente 40 anni fa, un bambino dal faccino tondo e sveglio sovrastato da un casco di capelli ricciolissimi è comparso per la prima volta in televisione assieme ai suoi fratelli maggiori. Oggi 8 Ottobre 2011 quei fratelli e molti altri artisti di fama mondiale si uniscono per celebrare il mito di Michael Jackson in “Michael Forever”, il concerto tributo che si terrà al Millenium Stadium di Cardiff in Galles a partire dalle 20. Sarà possibile seguire l’evento non solo facendosi un giretto dietro l’angolo nel Regno Unito, ma anche in streaming a pagamento dalla pagina Facebook dedicata all’evento. Spiego un attimo questo meccanismo per chi fosse interessato: come ben sapete, il più famoso dei social network consente di accumulare, comprare, utilizzare crediti come soldi ed hanno un corrispettivo in dollari. Coloro che volessero assistere a distanza al concerto tributo a Michael Jackson, nella giornata di oggi possono comprare l’accesso al server dello streaming, cedendo 50 dei propri crediti Facebook, l’equivalente di 4,99 dollari. E’ questa l’unica via di accesso e pare sia un meccanismo che Zuckemberg e compagni vorrebbero utilizzare anche per altri eventi, per accrescere la tipologia e la qualità degli elementi in condivisione tra gli utenti. Ma torniamo ora al tema centrale, il concerto. “Michael Forever” è stato organizzato dalla Global Live Events, che ha chiamato a raccolta le più grandi star della musica, da Christina Aguilera a Cee Lo Green, ma anche Ne-Yo, Jennifer Hudson, Craig David, Alexandra Burke e molti altri. Tutti uniti per celebrare il talento di quel bambino cresciuto solo nel corpo e mai nel profondo sotto i riflettori, per testimoniare come la musica di oggi sia frutto diretto dei suoi azzardi e delle sue idee folli. Grandi assenti saranno i Black Eyed Peas, che sono ormai talmente prossimi alla rottura da essersi ritirati dalla lista degli ospiti, con una penale per la scissione dell’accordo di ben 1.5 milioni di dollari. Oh, vabbè che in tutti questi anni hanno venduto non so quanti milioni di dischi, ma non dovevano proprio aver voglia di cantare assieme, se hanno deciso di buttar via una cifra del genere! Ironia a parte, la frattura c’è e sembra irreparabile, se un gruppo non riesce a stare più unito le performance ne risentono ed hanno fatto bene ad evitare una figura penosa. Ma questo concerto sembra perseguitato da una maledizione: ospiti che danno buca ed parte della famiglia Jackson che fa polemica. Jermaine e Randy Jackson si sono detti nettamenti contrari a questa manifestazione: da un paio di settimane è in corso il processo per stabilire le cause della morte del Re del Pop, e alcuni membri della famiglia trovano che ballare e cantare allegramente in un momento tanto delicato sia irrispettoso per la memoria di Michael, sarebbe stato meglio attendere la fine. Evidentemente non hanno mai girato per i tribunali italiani, da noi avrebbero dovuto aspettare come minimo 10 anni per un nulla di fatto… Un altro ostacolo viene sempre da casa Jackson e questa volta è la sorellina Janet a crear guai, decidendo di non partecipare a “Michael Forever”. Ma si sa come vanno le cose in famiglia, soprattutto se questa è grande e numerosa, è difficile mettere d’accordo tutti: già si litiga e discute quando si è padre madre e un paio di figli, figuriamoci cosa viene fuori con settordicimila fratelli e sorelle come in questo caso. Così se da un lato si defilano, dall’altro abbiamo La Toya che farà il suo ritorno sul palco dopo quasi vent’anni dall’ultima volta, ma anche Marlon, Tito e Jackie. Ha avuto non poche beghe l’organizzatore Chris Hunt in questi giri di valzer ed ha cercato di metterci una pezza: “Trovare una famiglia di quella grandezza che sia d’accordo su tutto è impossibile. Avremo qui quasi tutta la famiglia”. Poi ha aggiunto: “Sarà un evento grosso e spettacolare. Un paio di persone della famiglia hanno deciso che non avevano voglia di farlo citando una ragione che, per quello che comprendo, e credo anche per quello che possa comprendere il resto della famiglia, non ha assolutamente logica”. Ma gli intoppi e gli stop ci sono in qualunque mestiere, figuriamoci mettere su un concerto di dimensioni ed importanza così colossali: se c’è il pubblico, tutto si risolve. Sì, ma il pubblico c’è? Assurdo ma vero, pare che parte dei biglietti dell’evento siano rimasti invenduti, il chè suona decisamente strano, vista la popolarità mondiale di Michael Jackson. Già prima che morisse era un idolo per una metà del globo, dopo la tragica fine anche l’altra metà che non lo conosceva ne è diventato estimatore. Accade sempre così… Credo molto incida il luogo scelto per il concerto: per quanto Cardiff sia una città bella grande ed importante, non chiama tanta gente quanto una New York o una Chicago, per fare un paio d’esempi. Gli americani, si sa, tengono molto a manifestazioni di questo genere, sono molto patetici (nel senso letterale del termine, che vivono con forte pathos) e sono anche un bel pò esagerati, diciamola tutta. In Europa abbiamo un modo di vivere le emozioni diverso, non peggiore o più freddo, ma sono pochi quelli che dalla Grecia si fanno un viaggio in Galles per assistere ad un concerto seppur in ricordo del proprio mito. E va bene anche che gli americani sono esagerati, dico io, ma il Galles è un bel po’ lontano… Insomma, io credo che il problema maggiore sia dovuto alla location, non certo alla grandezza di Michael Jackson e all’apprezzamento di essa. Credo comunque che la scarsa partecipazione sia relativa: il Millennium Stadium ha una capienza di 60mila posti, una rimanenza di anche 1000 è assolutamente irrilevante. Bagarre, contenziosi, polemiche, ma questo concerto oltre a ricordare un grande cantante ha anche uno scopo benefico: i fondi saranno infatti devoluti alla lotta contro l’AIDS, una causa cui lo stesso MJ era solito dedicarsi. Stasera alle 20 dimentichiamoci le amarezze di contorno e pensiamo solo a goderci la musica, la grinta, il carisma di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi. Il resto è fuffa.