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Michael Jackson era un “pasticcio emotivo”, parola di Randy Phillips

Michael Jackson continua a rimanere un personaggio chiacchierato, la sua vita e la sua morte ancora circondate dal mistero, soprattutto a causa delle speculazioni di molte persone che gli erano vicine.

Il re del pop avrebbe dovuto affrontare un tour nel 2009, dal quale poi è stato ricavato il documentario “This is it“, ma sembra che il cantante non fosse affatto pronto per una sfida del genere. A rivelarlo è L.A. Times, con una serie di e-mail scambiate tra Randy Phillips e il presidente della AEG (Anschutz Entertainment Group) Tim Leiweke. E’ in corso una causa legale tra l’AEG e la compagnia assicurativa che ha sostenuto il tour, che adesso richiede i 17,5 milioni di dollari di polizza.

Dalle e-mail si deduce che Phillips fosse particolarmente preoccupato per lo stato di salute di Michael Jackson, in vista del tour:

Michael Jackson è chiuso nella sua stanza ubriaco e demoralizzato. Sto cercando di farlo riprendere.

La risposta di Leiweke è stata incredulità:

Mi stai prendendo in giro?

Michael Jackson | © Carlo Allegri / Getty Images

Michael Jackson era sicuramente considerato una macchina da soldi e la sua instabilità rappresentava una minaccia per i produttori, soprattutto in vista di un tour attesissimo, al quale avrebbero assistito milioni di persone:

Ho urlato contro di lui così forte che i muri tremavano. E’ un pasticcio emotivo.

Dalle pagine dei messaggi recuperati dal Los Angeles Times, emerge la consapevolezza dell’instabilità di Michael Jackson da parte degli organizzatori, che hanno tuttavia preferito preparare un tour di 50 date, sfruttando al massimo la visibilità del performer. Michael Jackson era una leggenda vivente e il successo era assicurato in partenza, la compagnia assicurativa dello show adesso richiede che sia annullata la polizza ricevuta dall’AEG per organizzare gli spettacoli, poiché erano coscienti del fatto che Jackson non fosse preparato per esibirsi. Nonostante fosse stato detto loro che il cantante era malato, sono andati avanti, facendogli pressioni per farlo esibire comunque.

Gli avvocati dell’AEG replicano dichiarando che i messaggi non sono stati riportati in maniera integrale ed offrono al pubblico una visione distorta delle discussioni, mettendo sotto una luce negativa i promotori del tour. Marvin Putnam dell’AEG ha dichiarato:

Se sei nel campo delle arti creative, finisci per essere coinvolto con individui che hanno molti grandi problemi. Michael Jackson era un adulto e sarebbe arrogante dire che non era capace di prendersi cura di se stesso.

L’AEG però aveva già pensato a tutto, oltre che all’assicurazione era stato organizzato un incontro con lo stesso Jackson nel settembre 2008 con Phil Anschutz, fondatore dell’AEG, che voleva proteggersi nell’eventualità in cui i concerti non si fossero tenuti, adottando una strategia comunicata anche ai suoi collaboratori: indossare abiti casual per non insospettire Jackson e raccontargli balle, una proposta di tour da 132 milioni di dollari. Il contratto fu firmato nel 2009, con Michael Jackson che prometteva una strabiliante performance ma non tutti, all’interno della compagnia, erano sicuri che il cantante ce l’avrebbe fatta.

Michael Jackson | © Kevork Djansezian-Pool/Getty Images

Per assicurarsi che Jackson fosse in grado di affrontare il tour, fu eseguita una visita medica, il dottore dichiarò che le condizioni della popstar erano eccellenti e nonostante i problemi incombenti, le pressioni dall’AEG continuavano, sulla base di un pensiero chiaro “Ha firmato un contratto, è incastrato, non ha scelta“.

In altre e-mail Phillips dichiarò che Jackson era spaventato a morte dal tour. Anche Kenny Ortega, che ha diretto “This is it” era preoccupato per le condizioni di Jackson, tanto da dichiarare che non fosse pronto e da chiedere una perizia psichiatrica:

Ci sono forti segni di paranoia, ansia e un comportamento ossessivo. Penso che la cosa migliore da fare sia farlo valutare da un bravo psichiatra il prima possibile. E’ come se ci fossero due persone qui. Una (nel profondo) che sta cercando di tenere duro su quello che può ancora essere e non vuole che lo lasciamo, l’altra è la parte debole e malata. Credo che ci serva una guida professionale per questo problema.

Phillips, tuttavia, si rivelò restìo di fronte alla proposta di Kenny Ortega, dichiarando che il dr. Murray, successivamente condannato per la morte di Jackson, sosteneva che fosse pronto per il tour. La compagnia assicurativa richiese un controllo accurato del cantante, che di lì a poco sarebbe morto. A seguito del decesso Phillips scrisse a un collega:

La morte di Michael è una terribile tragedia, ma la vita deve andare avanti. L’AEG farà una fortuna con la merce in vendita, le trattenute dei biglietti, il dvd dell’esibizione del tour. Vorrei che fosse ancora qui!

Michael Jackson ancora una volta viene ritratto come una persona debole e spaventata, sfruttata però al massimo da chi gli stava attorno. Forse circondato da più opportunisti che da amore, è rimasto sotto pressione per moltissimo tempo, fino ad arrivare al tragico epilogo. Ma, leggendo queste e-mail, sembra che ci sia qualcuno, in giro, che ha molti più problemi di quanti non ne abbia presentati Jackson stesso. I soldi, quelli hanno rappresentato il male peggiore in tutta questa vicenda.

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