Un mito in vita, ancor di più dopo la sua morte Michael Jackson continua a far parlare di se e non solo per i suoi indiscutibili meriti artistici. Si continua ancora a infangare il suo nome tra accuse e rivelazioni d’ex collaboratori che per una ragione o un’altra ceracano di speculare sul grande re della musica degli ultimi tempi sfruttando la sua immagine e il suo patrimonio. A Los Angeles è infatti in corso il processo che vede come parti attive la AEG Entertainment, promoter dei 50 concerti che avrebbero dovuto riportare in scena il re del pop e l’anziana madre del cantante, Katherine Jackson che chiede un risarcimento – tra danni e mancato guadagno per una tournée mai avvenuta – di 40 miliardi di dollari.
Le informazioni rivelate in tribunale tentano d’attribuire la responsabilità dei mancati concerti al precario stato mentale del noto cantante non in grado d’assumersi un impegno così grande. Ovvio che la giuria dovrà giudicare valutando tutte le dichiarazioni fatte in aula, dichiarazioni per il momento non ancora dimostrate. Questa volta ad infangare il nome di Jackson è la sua ex cameriera Adrian McManus che ha lavorato per il re del pop in un periodo relativamente felice, gli anni novanta, e balzata agli onori della cronaca per aver reso pubblici ben due tentativi di suicidio di Michael. Non è la sola Adrian a dipingere il cantante come un “deparavato pervertito”:
Ho ancora gli incubi a pensare al Neverland. Il mio cuore si fermò quando pensai che fosse morto. Chiamai il suo nome per diversi minuti. Ebbi paura che se ne fosse andato per sempre, ma poi, improvvisamente, rinvenne. Non disse una parola, ma scoppiò in lacrime.
Michael Jakson | ©MARK RALSTON/Getty Images
Poche settimane dopo, sempre secondo la McManus, un episodio analogo avvenne a bordo piscina, e lo spavento fu tale da indurre lo stesso Jackson ad assumere guardie del corpo istruite nel CPR, il protocollo di riabilitazione cardio-polmonare. Sicuramente sono parole dure per tutti i fans ma soprattutto per i familiari del cantante che stanno lottando con tutti mezzi per difendere la memoria del re del pop.