E’ passato ormai un anno dalla “caduta” di Morgan, che dopo aver confessato di aver fatto uso di droghe è stato praticamente bandito dalla tv. Il ritorno non è stato facile e le cose non vanno a meraviglia, soprattutto nell’ambito privato. Morgan sta portando avanti una dura lotta per poter vedere regolarmente la figlia Anna Lou, avuta da Asia Argento. Morgan è arrivato addirittura a scrivere una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, un gesto disperato per richiamare l’attenzione della giustizia su questo ingiusto caso. Vanity Fair gli dedica la copertina del numero del 19 gennaio, adesso anche i consulenti del giudice che ha preso in esame il caso sulla revoca della potesta parentale sostengono che Morgan, al secolo Marco Castoldi, è capace di essere padre:
Sì, ma non è una notizia, è normale, ovvio. Ci mancava pure che non fosse così: la revoca della potestà parentale si chiede per comprovati e gravissimi motivi, l’abuso sessuale, la violenza, l’omicidio. Adesso dico: basta dubbi su di me come padre. Ora che è stata fatta un po’ di luce e di chiarezza sul mio rapporto con la bambina e non si va più a dubitare della mia onorabilità, della mia buona fede e della mia bravura come padre, ora che vengo indicato come una persona positiva dagli esperti che mi hanno osservato con mia figlia, basta… Asia ammette davanti agli psicologi che c’è un bel rapporto tra me e Anna Lou, che per la bambina sono importante, che è una crescita per lei stare con me. Allora perché non ci si accorda?
L’anno inizia con il forte desiderio di poter rivedere la sua Anna Lou e riabbracciarla, ecco cosa vorrebbe Morgan:
Quello che era stato pattuito in questi anni: il poter fare le visite a weekend alterni, essere presente nella vita della figlia con la naturalezza con cui posso andare a trovarla e può venire a trovarmi lei, le vacanze di Pasqua, di Natale e un mese d’estate. Non voglio strappare la bambina al suo fratellino nuovo, alla sua situazione familiare ricostruita, lo dico col cuore, perché mia figlia deve vivere in una casa bella… Quando una persona ha delle depressioni e dei momenti di tristezza come me, sono il primo a non voler coinvolgere una minore o far soffrire una persona che mi vuole bene ed è piccola e non ha gli strumenti per difendersi da questo. Ma voglio che venga rispettato il nostro diritto di poterci frequentare, soprattutto ora che anche i consulenti del giudice dicono che è interesse della bambina vedermi.