C’è un fiume in Alabama, che ha dei poteri magici ed ispira chi vuole fare musica. Dev’essere per forza così, perchè in che altro modo si potrebbe spiegare l’incredibile successo di Muscle Shoals?
Gli studi di registrazione fondati da Rick Hall hanno sfornato un successo dietro l’altro, da lì sono passati i più grandi artisti della musica anni Settanta, quando l’indecisione e la rivoluzione giovanile davano sfogo a diverse correnti e ai più svariati generi. A Muscle Shoals non si facevano differenze e il successo abbracciava tutti coloro che si affidavano alle sapienti mani del Re Mida Rick Hall.
“Muscle Shoals – Dove nascono le leggende” è un omaggio al fondatore di questi studi sperduti nel Sud, nell’Alabama delle piantagioni di cotone, quasi incontaminato, popolato da contadini e gente umile, attraversato da “carovane” di musicisti che pur di inseguire il loro sogno vivevano in tenda e mangiavano solo pane e burro d’arachidi (chiedere ai Lynyrd Skynyrd). La musica iniziava allora a diventare business, ma ancora in maniera del tutto genuina, senza quei rigiri di soldi che l’hanno penalizzata, depauperata e resa obsoleta. Allora la musica era una cosa seria, lo sa Rick Hall che si rinchiudeva a scrivere canzoni e lo sanno tutti gli artisti che passando da Muscle Shoals hanno conosciuto la sua pignoleria ma che non avrebbero potuto respirare un secondo di più senza fare musica e che non sono più riusciti a dimenticare quel posto che sembrava essere magico.
Lo raccontano Aretha Franklin, Bono Vox e Keith Richards con Mick Jagger: i Rolling Stones vennero a conoscenza di questo posto e andarono subito ad esplorarlo. La loro produttività aumentò in maniera esponenziale e venne fuori uno dei brani più importanti della loro carriera, “Brown Sugar”.
Blues, r’n’b, rock’n’roll, soul, anche funky e qualche sfumatura di reggae, al Muscle Shoals c’è sempre stato spazio per tutti: Rick Hall ha dato il via ai suoi studi di registrazione soprattutto promuovendo cantanti di colore, ed immaginatevi il rischio durante gli anni della segregazione, in cui ancora i posti a sedere erano divisi tra bianchi e neri. Stiamo parlando degli Stati del Sud, che inneggiavano al razzismo mentre Hall dava ai neri la possibilità di riscatto attraverso la musica. Perché anche la musica ha cambiato molte cose, ha lanciato messaggi, che poi col tempo si sono concretizzati e le voci più belle di certo sono passate dall’Alabama, Jimmy Hughes è stato il primo con “Steal away“.
Nel film c’è spazio per conoscere un po’ più da vicino il personaggio che ha creato tutto questo: la vita di Rick Hall non è stata di certo fortunata, abbandonato dalla madre, ha dovuto superare in seguito la morte del padre e della sua prima moglie, la dipendenza dall’alcol… ma la musica lo ha salvato. Lo ammette lui stesso, l’importanza della musica è palese in ogni fotogramma e, come dice Donna Jean, mentre stai facendo la storia non te ne puoi rendere conto. Probabilmente nemmeno Rick Hall se n’era accorto, ma oggi ci sono testimonianze in 8 mm a raccontarcelo, com’è successo.
“Muscle Shoals – Dove nascono le leggende” è un documentario emozionante, che scorre rapidamente attraverso quelle canzoni che, come dice Bono Vox, “sembravano uscire dal fango del fiume Tennessee”.