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NBA 10/11: Analisi Pacific Division

La Pacific Division, oltre ad essere la divisione dei campioni NBA dei Los Angeles Lakers (3 finali negli ultimi 3 anni e 2 volte vincitori) è anche quella più scontata (quasi al pari della Atlantic Division degli acerrimi nemici dei Boston Celtics): non solo perchè i Lakers sembrano avere un roster nettamente superiore rispetto alle altre squadre ma anche perchè 3 delle altre 4 franchigie stanno guardando al futuro con moderato ottimismo, mentre Phoenix è destinata progressivamente a scomparire dal giro delle grandi vista l’età media elevata dei suoi giocatori cardine e data la perdita di Stoudemire andato a New York. Delle altre 3 squadre Californiane citate poco prima, quelli messi meglio sembrano i Golden State Warriors dato che hanno un mix di esperienza e gioventù che potrebbe portarli lontano. Soprattutto l’acquisizione di David Lee dai Knicks è stata un’aggiunta clamorosa che se rispetterà le previsioni potrà rendere i Warriors una piccola mina vagante in giro per l’NBA, con discrete possibilità di prendersi l’ultimo posto disponibile ad Ovest per i playoff. Poi ci sono i Clippers che finalmente dopo anni bui possono mettere in mostra un quintetto talentuoso, solido e completo che potrà regalare tante soddisfazioni ai tifosi rossoblu, se non quest’anno, sicuramente la prossima stagione. Il recupero di Blake Griffin, prima scelta assoluta nel Draft 2009 ma fuori tutta la scorsa stagione per un infortunio ad un ginocchio poco prima che iniziasse il campionato, è fondamentale, visto che il talento ex Oklahoma University ha mostrato in preseason di poter meritare un posto tra i grandi giocatori di questo sport. Lo spot di ala grande è suo appannaggio, anche perchè il ragazzo è in grado di assicurare una doppia-doppia in punti e rimbalzi ogni serata, ed i margini di miglioramento sono notevoli.
Poi ci sono i Kings, che stanno portando avanti un progetto molto interessante. Al rookie of the year dello scorso campionato (Tyreke Evans) è stato aggiunto un centro dal potenziale devastante come DeMarcus Cousins, che in alcuni aspetti ha una somiglianza di gioco, di movimenti e di stazza alla Dwight Howard. La sintonia e la crescita dell’asse Evans-Cousins ci dirà dove potranno arrivare questi Kings, anche se per quest’anno la strada sarà molto dura. Magari il prossimo anno, con l’aggiunta di un’altra scelta medio-alta al Draft i Kings diverranno una squadra da playoff, per ora il peggio sembra alle spalle e il futuro non può che sorridere ad una formazione che merita di stare nei piani alti della Lega.
Phoenix potrebbe ritrovarsi quindi con un record molto peggiore di quello che ci si aspetterebbe, anche perchè l’indebolimento della squadra è palese. Difficile anche solo descrivere i Suns, che si apprestano a dover ricostruire la squadra dalle fondamenta se non quest’anno (ci riferiamo al Draft 2011) magari la prossima stagione. Le ore, in Arizona, paiono contate e non c’è grande fiducia attorno alla squadra e le brutte prestazioni in preseason (soprattutto tantissimi punti subiti per gli arancioviola) hanno evidenziato i limiti degli uomini di Alvin Gentry, ottimo allenatore ma che sarà trascinato giù dalla mediocrità della squadra in generale. Peccato perchè le qualità per questo coach ci sono tutte, ma se non c’è un progetto tecnico…difficile confermarsi a grandi livelli.
E in tutto ciò avvantaggiati da questa situazione saranno i Lakers, che si preparano a portare a casa un’altro titolo divisionale e probabilmente un’altra finale NBA prima di abdicare e lasciare spazio alle squadre emergenti. Non c’è molto da dire sui gialloviola, roster completo in tutti i ruoli, abbondanza di talento, specialisti offensivi e difensivi, l’allenatore più vincente della storia della NBA, management di prim’ordine: insomma tutte le qualità per disputare un’altra stagione fenomenale, sperando poi che la natura sia clemente con i vari Bryant, Odom ed Artest e possa regalargli qualche altro anno ad alto livello. Sono loro i veri dominatori del presente (assieme ai Miami Heat), per il futuro ci sarà poi modo di provvedere.

GOLDEN STATE WARRIORS: Messo da parte coach Don Nelson (che in regular season nell’ultimo campionato aveva strappato il record di vittorie a Lenny Wilkens) si è voltato pagina affidando la panchina a Keith Smart, secondo di Nelson, ma che non riproporrà integralmente le idee dell’ex coach. Il compito sarà quello di portare avanti il lavoro fatto dal suo predecessore e valorizzare maggiormente i giovani. Ci si aspetta molto dal sophomore Stephen Curry, arrivato secondo la scorsa stagione nella corsa al titolo di rookie dell’anno e che ha impressionato molti addetti ai lavori per la consapevolezza nei propri mezzi mostrata da metà stagione in poi. Una crescita costante che se sarà confermata anche nella prossima regular season lo eleveranno come uno dei migliori 5 playmaker della Lega, anche perchè il Mondiale disputato con Team U.S.A. sicuramente gli ha dato esperienza e lasciato in dote qualche piccolo trucco appreso dai suoi compagni più esperti negli allenamenti. Accanto a Curry ci sarà il solito Monta Ellis che darà imprevedibilità alle soluzioni offensive dei Warriors. In ala piccola il titolare dovrebbe essere la sesta scelta assoluta Ekpe Udoh, che attualmente però soffre per alcuni problemi al polso. In attesa di un recupero al 100% si sta sperimentando Brandan Wright nel ruolo, che però è un’ala grande. Ecco che se l’esperimento fallisse potrebbe partire titolare Vladimir Radmanovic. Il ruolo di power forward sarà occupato da David Lee, scambiato con i Knicks per il talentuoso Randolph che nella “Baia” non ha mai avuto fortuna in 2 anni di permanenza, mentre come centro Andris Biedrins è chiamato a tornare ai livelli della stagione 2008-2009 quando si impose all’attenzione della Lega sfoderando doppie doppie in continuazione ed una difesa veramente aggressiva ed impressionante. La coppia Lee-Biedrins è ben assortita e se si amalgamerà bene potrebbe risultare decisiva per le sorti della franchigia gialloblu. Tutto nuovo nella “Baia”, nuovo logo, nuove divise, nuovi colori sociali, nuovo coach e nuovi innesti di spessore (per la panchina anche Dorell Wright e Louis Amundson sembrano ottimi), si spera che possa cambiare anche il corso degli eventi e che i Warriors possano diventare una delle franchigie di riferimento del panorama cestistico americano. Fare bene è l’imperativo primario, magari cercando di non avere più un record perdente. Poi se la fortuna vorrà (e nello sport ce ne vuole tanta oltre alla bravura) Golden State si giocherà l’ultimo posto per i playoff. Ma chiudere un bilancio in positivo sarà già una bella vittoria in attesa di un bellissimo futuro.

Arrivi: Jeff Adrien (da Leche Rio Breogan), Louis Amundson (da Phoenix), Charlie Bell (da Milwaukee), Rodney Carney (da Phila), Dan Gadzuric (da Milwaukee), David Lee (da New York), Reggie Williams (da Sioux Falls Skyforce), Dorell Wright (da Miami)
Partenze: Corey Maggette (a Milwaukee), Kelenna Azubuike, Anthony Randolph e Ronny Turiaf (a New York), Anthony Morrow (a New Jersey), C.J. Watson (a Chicago), Raja Bell (a Utah)
SCELTE AL DRAFT: Ekpe Udoh (pick 6, da Baylor University), Jeff Adrien (undrafted, da Leche Rio Breogan), Jeremy Lin (undrafted, da Harvard University)
PROBABILE QUINTETTO BASE:
PG: Stephen Curry
SG: Monta Ellis
SF: Brandan Wright (o Ekpe Udoh)
PF: David Lee
C: Andris Biedrins

ROSTER:

Guardie: Monta Ellis, Stephen Curry, Charlie Bell, Jermy Linn
Ali: David Lee, Jeff Adrien, Dorell Wright, Louis Amundson, Rodney Carney, Vladimir Radmanovic, Ekpe Udoh, Reggie Williams, Brandan Wright
Centri: Andris Biedrins, Dan Gadzuric
HEAD COACH: Keith Smart

LOS ANGELES CLIPPERS: I Clippers stanno ammassando talento da 3-4 stagioni: ci sono i margini per migliorare e chiudere l’annata in modo confortante anche se sarà difficile arrivare ad un record vincente. Tuttavia i giovani Clippers hanno l’intelligenza per capire che questa stagione sarà fondamentale per gettare le basi per un futuro che sia, sperano i tifosi rossoblu (da sempre denominati e scherniti come i cugini poveri dei Lakers), così luminoso da riuscire a togliersi qualche bella soddisfazione. I punti fermi del roster sono il playmaker Baron Davis (che quando vuole non ha niente da invidiare ai migliori interpreti del ruolo, come dimostrano gli anni agli Hornets ed ai Warriors), la guardia Eric Gordon (messasi in mostra anche ai recenti Mondiali di Turchia) pericolosissimo tiratore da 3 punti, l’ala grande Blake Griffin, che come già detto ha saltato tutto lo scorso anno (quello da rookie) per problemi al ginocchio ma che pare veramente recuperato su tutta la linea come dimostra la preseason ed il centro Chris Kaman. Proprio Griffin sarà l’ago della bilancia della squadra losangelina, il prossimo uomo franchigia dei Clippers avrà il destino della sua squadra nelle sue mani: più “crescerà” in fretta, più i Clippers avranno speranze di disputare una stagione positiva. La panchina non sembra di primissimo piano ma ci sono tanti giovani e valutarli ora potrebbe essere un errore. Buone potenzialità anche per l’ottava scelta assoluta Al-Farouq Aminu, con doti atletiche fuori dal comune (non solo punti ma anche tanti rimbalzi per l’ex Wake Forest) ma che deve imparare a dare continuità ad un tiro da fuori che al momento latita. Il tutto sotto la guida sapiente di coach Vinny Del Negro che nei 2 anni a Chicago ha mostrato di saper fare il suo mestiere in modo mirabile: sa lavorare con i giovani e non si abbatte se capitano infortuni più o meno gravi. 2 record di perfetta parità, 41-41 nell’anno 2008-2009 ed altrettanto nel 2009-2010, certificano il curriculum di un ottimo allenatore che non aveva una formazione talentuosa ai Bulls ma che nei playoff del 2009 fece sudare i campioni in carica dei Celtics con ben 5 gare (su 7 totali) andate all’overtime per il 4-3 finale dei biancoverdi nella serie.
Obiettivo costruire qualcosa di importante per il futuro, se poi la squadra riuscirà a cogliere qualche vittoria di prestigio sarà importante per immettere fiducia in un gruppo che proprio in questa stagione dovrà forgiarsi caratterialmente al cospetto di tantissimi top-team.

Arrivi: Jarron Collins (da Phoenix), Randy Foye (da Washington), Ryan Gomes (da Portland), Brian Cook (da Houston)
Partenze: Steve Blake (ai Lakers), Drew Gooden (a Milwaukee), Travis Outlaw (a New Jersey), Steve Novak (a Dallas), Bobby Brown (al Prokom), Mardy Collins (a Washington), Brian Skinner (a Milwaukee)
SCELTE AL DRAFT: Al-Farouq Aminu (pick 8, da Wake Forest University), Marcus Blakely (undrafted, da Vermont University), Eric Bledsoe (pick 18, da Kenutcky University via Oklahoma City), Willie Warren (pick 54, da Oklahoma University)
PROBABILE QUINTETTO BASE:
PG: Baron Davis
SG: Eric Gordon
SF: Al-Farouq Aminu
PF: Blake Griffin
C: Chris Kaman

ROSTER:

Guardie: Eric Bledsoe, Rasual Butler, Baron Davis, Randy Foye, Eric Gordon, Willie Warren
Ali: Al-Farouq Aminu, Marcus Blakely, Brian Cook, Ryan Gomes, Blake Griffin, Craig Smith
Centri: Chris Kaman, DeAndre Jordan, Jarron Collins
HEAD COACH: Vinny Del Negro

LOS ANGELES LAKERS: Non ci sarebbe quasi niente da dire sui bi-campioni NBA: ottimo roster, ottimo allenatore, carattere e mentalità vincente, conosciamo e sappiamo tutti cosa è in grado di fare questa squadra. In più si sono rinforzati rispetto allo scorso anno, cedendo sul mercato i vari Farmar, Morrison e Powell e acquisendo Blake (in sostituzione di Farmar), Barnes (che prende il posto di Morrison) e Ratliff (che sostituisce Powell). Un bel guadagno in termini di difesa, punti e personalità che invecchia un pò la squadra visto che i primi 3 erano senz’altro più giovani ma regala una formidabile panchina ai gialloviola che ora hanno anche un secondo quintetto molto importante all’interno della Lega. Sulla qualità dei titolari non c’è nessun dubbio: Fisher sarà magari stagionato, ma quando sente aria di playoff (e i Lakers ai playoff ci arrivano sempre!) si trasforma ed inizia a sfornare prestazioni positive e decisive come ormai successo in tutta la sua carriera. Bryant è il solito fenomeno che sta iniziando anche a sapersi gestire per arrivare nel momento clou al top della forma. 5 campionati vinti nella sua carriera lo pongono nell’olimpo del basket, sicuramente è il giocatore che più si avvicina a Michael Jordan, per tipologia di gioco, per mentalità e per vittorie in carriera, una forza della natura che non ha mai avuto cali di rendimento e che ha fatto la fortuna dei Lakers. In queste ultime stagioni che gli restano da disputare cercherà di incrementare la sua bacheca di trofei e se resterà sano non è detto che ci riesca, già a partire da questa stagione. Il ruolo di protagonista non gli dà fastidio, anzi lo carica e lo spinge a superare i suoi limiti, l’NBA si augura di trovare presto un suo degno erede per tenere viva l’attenzione mondiale sul campionato. In ala piccola ci sarà il miglior difensore della Lega, quel Ron Artest che per stazza ed attitudine mentale non ha problemi a marcare chiunque giocatore, dai più alti e grossi fino ad arrivare ai più piccoli ed agili. Inoltre abbina a queste caratteristiche anche una pericolosità offensiva non indifferente, acquisto miratissimo lo scorso anno dagli Houston Rockets, tornerà utilissimo nelle sfide contro gli Heat (forse anche in finale NBA) contro il trio James-Wade-Bosh. In ala grande Pau Gasol assicura il solito alto rendimento,grazie ad i suoi centimetri ed alla sua tecnica sopraffina. Bynum partirà come centro titolare e ad L.A. sperano tutti nella sua esplosione. Sesto uomo sarà Lamar Odom, poche volte questo atleta fenomenale non riesce ad incidere, riuscendo, con il suo ingresso in campo, a svoltare le partite a favore della sua squadra. L’ottimo Mondiale disputato, dove è stato il miglior “gregario” (se così possiamo definirlo) di Kevin Durant, dimostrano che la via del tramonto è ancora lontana. In più, a dar man forte, Blake (al posto di Fisher), Barnes (al posto di Artest) e Ratliff ( al posto di Bynum) sembrano ottime aggiunte (come già segnalato in precedenza). Infatti Barnes, altro difensore eccellente, assieme ad Artest dovrebbe prendere in cura la difesa sugli esterni più pericolosi della squadra avversaria (mossa fatta su misura per affrontare Miami!). La sicurezza Phil Jackson in panchina permette ai Lakers di prendersi il ruolo di favoriti principali al titolo, visto che i fenomeni di Miami non possono contare su un allenatore dal curriculum così ricco e vincente: 13 finali NBA e 11 titoli in totale tra Bulls (6) e Lakers (5). Inoltre da quando allena, Jackson è riuscito a fare sempre il “three-peat”, segno che quest’anno potrebbe chiudere il cerchio con la quarta affermazione della sua carriera.
Inutile dire che l’obiettivo gialloviola è alzare di nuovo il trofeo, starà agli altri cercare di mettere i bastoni tra le ruote alla compagine californiana.

Arrivi: Matt Barnes (da Orlando), Steve Blake (dai Clippers), Theo Ratliff (da Charlotte)
Partenze: Jordan Farmar (a New Jersey), Josh Powell (ad Atlanta), Adam Morrison (a Washington)
SCELTE AL DRAFT: Devin Ebanks (pick 43, da West Virginia), Derrick Caracter (pick 58, da Texas- El Paso)
PROBABILE QUINTETTO BASE:
PG: Derek Fisher
SG: Kobe Bryant
SF: Ron Artest
PF: Pau Gasol
C: Andrew Bynum

ROSTER:

Guardie: Derek Fisher, Kobe Bryant, Shannon Brown, Steve Blake, Sasha Vujacic
Ali: Ron Artest, Pau Gasol, Lamar Odom, Matt Barnes, Derrick Caracter, Devin Ebanks, Luke Walton
Centri: Andrew Bynum, Theo Ratliff
Head Coach: Phil Jackson

PHOENIX SUNS: Ormai a Phoenix si aspetta l’Estate 2011 (al massimo del 2012). Quello sarà il momento della ricostruzione: le finali di Conference dello scorso Maggio potevano essere un punto di partenza per un futuro molto promettente ed invece sono state il capolinea definitivo di una squadra che ha operato malissimo sul mercato nella off-season. Stoudemire lasciato andare via per non ricevere nulla in cambio (si poteva benissimo chiedere a New York una trade con David Lee, finito poi ai Warriors) sostituito da Hakim Warrick, e non ce ne voglia il buon Hakim, ma non sembra proprio la stessa cosa. Se poi si manda Barbosa (sempre utilissimo) a Toronto in cambio di un giocatore come Turkoglu che ha continui problemi fisici ed è caduto in una spirale di involuzione senza fine, allora qualcosa non quadra davvero nel piano dirigenziale dei Suns. L’intramontabile Steve Nash e il sempreverde Grant Hill dovranno mandare avanti la baracca che sembra stia lì lì per crollare al minimo soffio di vento. Il gigante d’area Robin Lopez (fratello del più famoso Brook dei Nets) è l’unico lungo di nome nel roster, lasciando molto probabilmente un buco difficilmente colmabile. Come dimostrano i tantissimo punti subiti (ed il record pessimo) nelle partite di preseason. Il lavoro di Alvin Gentry sarà duro e faticoso, se non addirittura impossibile. E dispiace veramente per questo coach che lo scorso anno con le sue idee era riuscito a portare i suoi giocatori (a sorpresa) nella finale di Western Conference contro i Lakers futuri campioni. Si spera ora sulla crescita di alcuni giovani, per poi ricostruire usando la consolidata linea verde ed il Draft. Alcuni giocatori assicurano un buono standard di rendimento come Nash e Hill (ma occhio all’età dei 2), Lopez finora ha mostrato buone cose, Frye potrebbe essere la soluzione ideale in ala grande, Richardson assicura tanti punti ma zero difesa. Dudley coprirà le lacune difensive trai piccoli, si spera nel ritorno di Turkoglu a grandi livelli per avere una stagione almeno non perdente. Il ritorno di Childress dall’Europa sembra un palliativo per i tifosi in agonia per le sorti della loro squadra. Si prospettano però anni bui al sole dell’Arizona. E per questo i playoff appaiono come un miraggio nel deserto.

Arrivi: Josh Childress (da Atlanta, via Olympiacos), Hakim Warrick (da Chicago), Hedo Turkoglu (da Toronto), Matt Janning (da Northeastern University), Garret Siler (da Shangai Sharks), Gani Lawal (da Georgia Tech)
Partenze: Amar’è Stoudemire (a New York), Leandro Barbosa (a Toronto), Dwayne Jones (free agent), Taylor Griffin (a Liege), Dwayne Collins (a Varese), Louis Amundson (a Golden State), Jarron Collins (ai Clippers)
SCELTE AL DRAFT: Gani Lawal (pick 46, da Georgia Tech), Dwayne Collins (pick 60, da Miami University), Matt Janning (undrafted, da Northeastern University), Garret Siler (undrafted, da Shangai Sharks)
PROBABILE QUINTETTO BASE:
PG: Steve Nash
SG: Jason Richardson
SF: Hedo Turkoglu
PF: Channing Frye
C: Robin Lopez

ROSTER:

Guardie: Steve Nash, Jason Richardson, Goran Dragic, Matt Janning,
Ali: Josh Childress, Hedo Turkoglu, Jared Dudley, Channing Frye, Earl Clark, Grant Hill, Gani Lawal, Hakim Warrick
Centri: Robin Lopez, Garret Siler
Head Coach: Alvin Gentry

SACRAMENTO KINGS: Primi segnali di luce dopo anni di buio. Finalmente si inizia ad essere ottimisti nella capitale dello Stato della California. Il progetto sta prendendo il volo e nonostante i Kings negli ultimi anni non abbiano avuto scelte tra le top 3 al Draft, hanno preso dei talenti che nessuno si aspettava: vedere in primis Tyreke Evans, nominato lo scorso campionato rookie dell’anno. Proprio da Evans si riparte per costruire qualcosa d’importante, e la prima mossa è stata quella di affiancargli un centro vero. Il candidato selezionato è stato DeMarcus Cousins, da Kentucky University, che ha ampi margini di miglioramento ma possiede già da ora tutte le capacità per non sfigurare partendo titolare. Molti specialisti vedono tante similitudini con Dwight Howard, sia nel fisico che nei movimenti (ma a differenza di Howard, Cousins possiede un tocco di palla molto più tecnico) ed i tifosi Kings sperano che il paragone non sia campato in area visto che Howard ora è il miglior centro in NBA, e sperano che il loro nuovo beniamino ne possa ripercorrere i passi. Se Cousins, probabile partente nel quintetto di partenza, avrà problemi di falli, dalla panchina ci sono Dalembert, arrivato dai Sixers, ed il rookie Whiteside per dare man forte. 2 giocatori che offensivamente non hanno molto da dire ma che in difesa sono 2 veri mastini al centro dell’area. Udrih sarà il play della squadra, mentre Thompson si prenderà lo spot di power forward per formare con Cousins una delle coppie potenzialmente più forti dell’intera Lega. In ala piccola sarà ballottaggio a 3 con Casspi, Greene ed il neo arrivato Antoine Wright a giocarsi il posto (ma il favorito per via dei margini di miglioramento sembra l’israeliano Casspi). Nota dolente la panchina (solo l’ottimo Carl Landry è di livello principale), che condannerà i Kings ancora ad un anno di transizione (ma con un miglioramento sensibile del record dello scorso anno) per poi riuscire a completare l’organico nella prossima off-season e nel Draft 2011. Sperando che i progressi della squadra possano portare in breve tempo ai vertici della Lega come ai tempi di Divac, Webber, Jason Williams (e poi Mike Bibby), Doug Christie e Peja Stojakovic che sotto la guida di coach Adelman a cavallo tra fine anni 90 ed inizio del 2000 fecero sognare i tifosi neroviola.

Arrivi: Samuel Dalembert (da Philadelphia), Darnell Jackson (da Milwaukee), Antoine Wright (da Toronto), , Luther Head (da Indiana), “Pooh” Jeter (da Hapoel Gerusalemme)
Partenze: Andres Nocioni e Spencer Hawes (a Philadelphia), Jon Brockman (a Milwaukee)
SCELTE AL DRAFT: DeMarcus Cousins (pick 5, da Kentucky University), Hassan Whiteside (pick 33, da Marshall University)
PROBABILE QUINTETTO BASE:
PG: Beno Udrih
SG: Tyreke Evans
SF: Omri Casspi
PF: Jason Thompson
C: DeMarcus Cousins

ROSTER:

Guardie: Tyreke Evans, Beno Udrih, Luther Head, Eugene “Pooh” Jeter,
Ali: Antoine Wright, Jason Thompson, Carl Landry, Darnell Jackson, Donte Greene, Francisco Garcia, Omri Casspi
Centri: DeMarcus Cousins, Samuel Dalembert, Hassan Whiteside
Head Coach: Paul Westphal

ANALISI NORTHWEST DIVISION
ANALISI SOUTHWEST DIVISION
ANALISI CENTRAL DIVISION
ANALISI SOUTHEAST DIVISION
ANALISI ATLANTIC DIVISION

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