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NBA: Collison e Dampier sotto i ferri per problemi alle ginocchia

Terminata la stagione con un’eliminazione al primo turno dei playoffs (seppur in modo del tutto differenti), sia Eric Dampier che Nick Collison si sono sottoposti a piccoli interventi in artroscopia al ginocchio. Il centro dei Mavs si è operato il sinistro, Collison invece il destro. Per entrambi il periodo di stop sarà tuttavia molto breve e torneranno disponibili già alla ripresa estiva degli allenamenti.
Eric Dampier, 211cm classe 1975, ha vissuto una stagione di alti e bassi: gli infortuni al ginocchio, l’influenza e un misterioso malanno (mai dichiarato dal team) gli hanno consentito di giocare solamente 60 partite (55 di regular e 5 di playoffs), ma è stato l’arrivo di Haywood a rubargli il posto da titolare in una stagione che lo vedeva viaggiare con le cifre più alte da quando è giunto ai Mavs. Mentre con Gooden c’era compatibilità, con Haywood, giocatore dalle caratteristiche più o meno simili, inevitabilmente sono sorti i problemi: minutaggio in calo e, di conseguenza, cifre in calo. In regular ha fatto registrare 6 punti a partita (62% al tiro), 7.3 rimbalzi e 1.4 stoppate in 23.3 minuti di impiego medio. Ai playoffs ha tirato solamente 8 volte senza segnare mai se non ai liberi: 1 punto di media (0% al tiro), 6.6 rimbalzi e 1 stoppata in 23.6 minuti di impiego medio.
Dampier rischia seriamente di essere ceduto. Il suo ultimo anno di contratto (a 13.1 milioni di dollari) non è infatti garantito e quindi la società potrebbe inserirlo in una trade (stessa sorte potrebbe toccare a Stevenson, Butler e Barea e Haywood stesso qualora da free-agent dovesse chiedere cifre astronomiche, il che vorrebbe dire che potrebbe essere lasciato libero sul mercato.

Nick Collison, 208cm classe 1980, è reduce da una stagione più che positiva con i Thunder. Per lui 81 partite giocate in stagione (75 in regular e 6 ai playoffs) con le seguenti medie: 5.9 punti (59% al tiro) e 5.1 rimbalzi in soli 20.8 minuti di gioco. Ai playoffs le sue cifre sono calate: 3.2 punti (33% al tiro) e 4.7 rimbalzi in 21.5 minuti di impiego medio.
Il prossimo anno il giocatore entrerà nel suo ultimo anno di contratto (6milioni e 750 mila dollari) ma non dovrebbe essere ceduto. Oklahoma ha infatti un discreto margine nel salary cap e l’ossatura della squadra è composta di giovani tutti sotto contratto. Con azzeccate scelte al draft (non molto alte per la verità, ma negli anni passati molti ottimi giocatori sono stati scelti al termine del primo round o addirittura al secondo giro) e con mirati interventi sul mercato dei free-agent la squadra potrà rafforzarsi senza sforare il salary-cap. Assolutamente da evitare l’acquisto di giocatori di nome (tipo Chris Bosh) che porterebbero a spese folli senza risultato per poi non poter rinnovare tutti i giovani del roster quando bisognerà farlo. Serve un centro e un buon tiratore da 3 punti, ma li si può trovare tra i rookie e tra i free agent senza bisogno di sottoscrivere contratti altissimi da 20 milioni. Osservati speciali il centro di Kentucky ma nativo di Oklahoma (molto simile a Dwight Howard per stazza e struttura fisica) Daniel orton, e il tiratore dell’Università di Butler Gordon Hayward, con una struttura fisica anch’egli impressionante per una guardia tiratrice (204 centimetri) e che ha trascinato i suoi alla Finale NCAA quest’anno, persa contro Duke. Se i Thunder (con la 21esima scelta e la 26esima scelta) riusciranno ad accaparrarsi questi 2 talenti, la squadra potrebbe fare il definitivo salto di qualità e insidiare anche le più forti pretendenti per il titolo NBA.

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