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Niccolò Bossini: “QBNB “. La recensione

Oggi andiamo ad indagare il disco d’esordio di Niccolò Bossini, personaggio non di certo nuovo nel mondo della musica ma che dall’uscita di “QBNB” ha saputo reinventarsi nelle vesti di protagonista. Pubblicato il 5 giugno e distribuito da Edel, l’album è un primo passo verso l’affermazione individuale sulla scena musicale di Niccolò Bossini, musicista che da giovanissimo entrò a far parte dei Raw Power, band hardcore con i quali raggiunse addirittura gli Stati Uniti. La storia però per Niccolò prosegue con molti altri progetti e intanto iniziò a farsi le ossa sempre più e conoscere il mondo con il quale ogni personaggio dell’intrattenimento musicale si deve volente o nolente incontrare (o scontrare). Dopo i Raw Power venne il momento The Teachers, con il quale aprì gruppi del calibro di Linea 77, Marlene Kuntz e molti altri ma, il grande salto avanti per Niccolò Bossini avvenne nel 2005 quando il suo talento come chitarrista viene notato da Ligabue che lo vuole per i suoi concerti. Niccolò Bossini, infatti, ha partecipato a tutto il tour di Ligabue che l’ha portato praticamente ovunque in Italia (e non solo) ma soprattutto ha vissuto sulla pelle un concerto come quello del Campovolo davanti a più di 220.000 persone, infine, il chitarrista ha partecipato anche alle registrazioni di “Arrivederci, mostro”.

Una introduzione cospicua e doverosa visto che non stiamo di certo parlando di un esordiente alle prime armi ma di un musicista che conosce bene i meccanismi del mestiere. La prima domanda che viene spontanea chiedere a Niccolò è il motivo che l’ha spinto a buttarsi nell’esperienza di cantautore e non “farsi bastare” quella di chitarrista. La risposta la si trova in una dichiarazione dello stesso Bossini che, proprio a supporto della pubblicazione di “QBNB” ha spiegato come sentisse il bisogno di esprimere se stesso attraverso la propria musica, in una dimensione costruita quindi su di lui. Il disco, come vedremo fra poco, mischia due grandi generi quali il pop e il rock. E’ un disco che risulta fin da subito ben congegnato; si nota immediatamente che Niccolò Bossini ha potuto lavorare con gente che il mestiere lo conosce bene. Per la produzione artistica del lavoro, infatti, è stato chiamato Alessio Camagni, produttore dei Ministri e il disco è proprio la somma di questa serie di esperienze. Andiamo ora meglio ad analizzare “QBNB.

Niccolò Bossini – “QBNB”, l’analisi del disco:

Come abbiamo detto ad inizio articolo, “QBNB” è il primo disco di Niccolò Bossini nelle vesti di cantautore. Un musicista a cui va già il grande onore e coraggio di essersi messo in gioco in una posizione diversa da quella di chitarrista e non di certo facile. Nove tracce che vengono definite come “le fotografie che Niccolò scatta ad una generazione provata da una crisi profonda, che non sarà facile superare”, citazione tratta dal comunicato stampa di presentazione del disco.

Niccolò Bossini - QBNB
Niccolò Bossini – QBNB – Artwork

La tracklist di “QBNB”:

  1. Rumori Di Londra
  2. Paul
  3. Il Mio Nome
  4. Io Non Sono Qui
  5. …E Dimmi Che Non Ho Ragione
  6. Sotto Questo Gigantesco Boh
  7. La Domenica E’ Andata
  8. Non Si Sa Mai
  9. La Mia Malinconia

Il disco si apre con “Rumori di Londra” che è una ballata cantautorale senza infamia ne lode. Un primo brano che introduce l’ascoltatore in questa voragine “QBNB”. Si passa velocemente ad uno dei singoli scelti per rappresentare questo disco ossia “Paul” che ha il pregio di essere trascinante. La canzone al primo ascolto probabilmente non vi convincerà ma dopo un paio di ascolti vi ritrovate a canticchiarla, assicurato.

Niccolò Bossini ha scelto un singolo sicuramente audace, ancora una volta. Un brano che risulterebbe rock se non che la voce di Niccolò scorre così liscia e ben poco ruvida che la riporta su tonalità pop. Ci troviamo in un pop-rock cantautorale, molto incisivo, con un testo che sicuramente susciterà un paio di sorrisi. Veniamo poi accolti da “Il mio nome” altro singolo scelto per anticipare questo disco. Il sound della canzone ci riporta maggiormente verso “Rumori di Londra”, una ballata che piacerà tanto, tantissimo agli amanti di Luciano Ligabue. D’altra parte, i segreti del mestiere non si devono buttare ma anzi succhiarli il più possibile per farne tesoro.

Quarta canzone, “Io non sono qui” inizia con un ritmo più deciso, anche qui il testo è centrale alla canzone dove la musica è un perfetto accompagnamento ma sempre in veste secondaria. Il brano ha del potenziale ma sembra “già sentito”. Siamo a “…E Dimmi Che Non Ho Ragione” che ha uno dei ritornelli più incisivi dell’intero lavoro anche se la canzone risulta comunque molto “leggera” seppur il testo non lo si può definire di certo così. Si passa poi a “Sotto Questo Gigantesco Boh” che è un puro brano pop con un testo che ancora una volta è un brano di protesta, dove i giovani navigano in un mondo di “gigantesco boh”. Settimo brano, “La Domenica E’ Andata” inizia come il brano più rock dell’intero disco e si contraddistingue anche in questo caso per un ritornello che immediatamente s’inserisce in testa. “Non Si Sa Mai” prosegue nell’intento di descrivere ricordi, quotidianità, il tutto in una ballata dalle tonalità dolci ma nello stesso tempo nostalgiche. Il disco si chiude con “La Mia Malinconia”, un titolo non di certo casuale per concludere “QBNB”.

In definitiva, il pregio migliore di “QBNB” è quello di una naturalezza e freschezza musicale che porta l’ascoltatore a canticchiare velocemente i brani. Niccolò Bossini risulta essere credibile nelle vesti di cantautore ma, come la storia musicale insegna, non sempre basta un primo disco per convincere. Attendiamo con curiosità le prove successive proprio per vedere quali pieghe musicali deciderà di prendere, per ora, vi consigliamo di ascoltare questo disco che sotto alcuni aspetti pecca di un cantautorato “acerbo” ma che dall’altra offre diversi buoni spunti musicali.

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