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Noel Gallagher: “Noel Gallagher’s High Flying Birds”. La Recensione

Era scontato che MelodicaMente recensisse il disco di Noel Gallagher “Noel Gallagher’s High Flying Birds” ma, non è poi cosi banale l’album stesso che risulta essere uno dei prodotti discografici più attesi del 2011. Abbiamo riportato ogni singola notizia che, in questo tempo di gestazione, ci ha allietato il percorso verso l’uscita fisica e digitale del disco, composto solo da dieci canzoni, almeno nella versione base, ma intriso di grande potenziale.

Noel Gallagher non ha bisogno di presentazioni, il suo background parla da sé come gli Oasis resteranno per sempre la band che si assocerà al suo nome. Il maggiore dei Gallagher ha capito ben presto il meccanismo e ha scelto la strada, forse, più difficile ma, a mio avviso, quella più proficua. Il disco è uno di quei classici album da ascoltare ovunque: mentre ci si reca al lavoro, mentre si cammina per strada, mentre si va a scuola. Ha il potere di rilassare e soprattutto di riuscire ad entusiasmare con pochi accordi e una voce sempre in primo piano.

Noel Gallagher's High Flying Birds
Noel Gallagher's High Flying Birds | © Sito Ufficiale Noel Gallagher

E’ inevitabile chiedersi dove siano gli Oasis in tutto questo ma, seppur un qualche tipo di paragone viene immediatamente facile, è necessario allontanarsi dalla visione passata per riuscire ad apprendere pienamente il nuovo senso musicale di Noel Gallagher; proprio lui che in questo periodo si è riscoperto uno showman di tutto rispetto, pur ricordando le sue dichiarazione riguardo alla sensazione di fastidio provato ad essere al centro dell’attenzione costantemente.

Avevamo già avuto modo di ascoltare la voce di Noel Gallagher ma, mai così presente e soprattutto mai così ad alto livello: sembra perfettamente a proprio agio in tutte le canzoni che si mescolano ed amalgamano. E’ difficile decretare quale sia il brano più rappresentativo e soprattutto, questa è una delle caratteristiche cosiddette soggettive. Personalmente trovo che la seconda traccia “Dream On” abbia un ritornello davvero incisivo e una melodia brillante così come la splendida apertura “Everybody’s on the Run”; se ci si mette a leggere il testo di quest’ultima canzone citata si scopre che di profondo e linguisticamente complesso c’è davvero poco eppure il brano risulta trascinante e completo. E’ proprio questa la qualità migliore di Noel Gallagher, la capacità di descrivere semplicemente emozioni complesse; al musicista britannico sembra non importare di essere capace di scrivere la canzone del secolo, eppure, in una dichiarazione rilasciata recentemente, questo è il suo obiettivo: l’ha rivelato così, con totale naturalezza.

Impossibile non citare “The Death Of You And Me” e “If I Had A Gun” che abbiamo già avuto modo di presentare in anticipo rispetto all’uscita reale del disco; anche in questo caso la scelta dei singoli sembra quasi casuale ma, il circuito musicale britannico ci sta sempre più dimostrando che di accidentale, nella musica, è rimasto ben poco. Scelta accurata di due brani che hanno la potenza di essere i più energici dell’intero disco seppur con una vena profondamente romantica e malinconica.

Sour Mash Records Press Conference with Noel Gallagher
Noel Gallagher | © Dave Hogan/Getty Images

Ovunque ci si trovi, quando la voce di Noel Gallagher conclude “If I  Had a Gun” con la strofa “If I had a gun, i’d shoot a hole into the sun, and love would burn this city down for you” non si può far a meno di sognare ancora un attimo, ancora per un momento. Ascoltando la conclusiva, almeno per la versione base del disco, “Stop The Clocks”, il pensiero agli Oasis è più vivido che mai, anche perché la canzone vede una progettazione di circa dieci anni e fu registrata anche con la band, eppure, giunti alla fine si ha in mente solo la potenza di un disco che, risulta relativamente semplice ma, forse non lo è neanche così tanto.

Concludo la recensione dicendo che non mi sono mai considerata una fan di Noel Gallagher ma, questo disco ha risvegliato una curiosità crescente verso uno protagonista irriverente, contraddittorio ma fondamentalmente interessante della scena inglese. E’ un disco assolutamente da ascoltare, anche solo per farsi una propria idea personale su questo progetto solista che sembra avere una marcia in più, rispetto a tutti gli altri tentativi di post Oasis.

Siamo davanti ad un personaggio musicale che è perfettamente conscio del proprio potenziale e del denaro a disposizione, così come lo è della sua etichetta discografica e di cosa sia stato far parte degli Oasis, definita da lui stesso, in una recente intervista come “l’ultima grande rock&roll band. Per lo meno inglese”. E’ un uomo musicalmente intelligente, Noel Gallagher e, in questo disco, l’ha dimostrato pienamente: “Io ho voluto fare qualcosa di diverso. Non so diverso in cosa, esattamente. Primo, perché io non so analizzare bene le cose che scrivo, sono troppo coinvolto e poi io non conosco gli accordi, non conosco la musica. Secondo, perché questo disco è nato in sala di incisione giorno dopo giorno. Sa, io non ho mai idee precise per le canzoni: mi metto lì e suono e vedo cosa viene fuori. Ma mi pare che sia venuto bene”, parola di Noel Gallagher.

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