Dopo “Diaz”, il prossimo lungometraggio di Daniele Vicari, attualmente ancora senza titolo, sarà un film di guerra tratto da “Limbo” l’ultimo romanzo di Melania Mazzucco uscito nel 2012 e pubblicato da Einaudi.
La sceneggiatura del film è stata scritta dallo stesso Daniele Vicari in collaborazione con Laura Paolucci. La pellicola sarà prodotta da Fandango di Domenico Procacci, casa di produzione che ha finanziato gli ultimi due progetti di Vicari.
Ricordiamo che Daniele Vicari, dopo aver portato a Berlino fuori concorso “Diaz” e piazzatosi secondo nella classifica di gradimento stillata dal pubblico del Festival teutonico, ha recentemente presentato il suo documentario “La nave dolce” all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, ottenendo un buon riscontro di pubblico e critica, oltre a vincere il Biograph Lancia Award.
Questa la trama di “Limbo” di Melania Mazzucco:
La vigilia di Natale, Manuela Paris torna a casa, in una cittadina sul mare vicino Roma. Non ha ancora ventotto anni. È assente da tempo, da quando è andata via ancora ragazza per fare il soldato. In fuga da un’adolescenza sbandata, dalle frustrazioni di una madre che cerca attraverso di lei il proprio riscatto e dalle lacerazioni della sua famiglia. Con rabbia, determinazione e sacrificio, Manuela si è faticosamente costruita la vita che sognava, fino a diventare sottufficiale dell’esercito e comandante di plotone in una base avanzata del deserto afghano, responsabile della vita e della morte di trenta uomini. Ma il sanguinoso attentato in cui è rimasta gravemente ferita la costringe a una guerra molto diversa e non meno insidiosa: contro i ricordi, il disinganno e il dolore, ma anche contro il ruolo stereotipato di donna e vittima che la società tenta di imporle. L’incontro con il misterioso ospite dell’Hotel Bellavista, Mattia Rubino, un uomo apparentemente senza passato e, come lei, sospeso in un suo personale limbo di attesa e speranza, è l’occasione per fare i conti con la sua storia. E per scoprire che vale sempre la pena vivere perché nessuno, nemmeno lei, è ciò che sembra. Cronaca, affresco e diario, storia d’amore e di perdita, di morte e resistenza, spiazzante e catartico, “Limbo” si interroga anche, e ci interroga, su cosa significhi, oggi, essere italiani.
In merito al suo prossimo progetto cinematografico Daniele Vicari ha dichiarato quanto segue:
Nel libro di Melania Mazzucco, ho trovato per la prima volta in termini narrativi una rappresentazione efficace e coinvolgente della guerra in Afganistan attraverso la storia di una donna soldato, convintamente arruolata negli alpini, e che sperimenta sulla propria pelle tutta la drammaticità di una guerra tutt’altro che conclusa e davvero terribile ancorché rimossa dalla coscienza collettiva. Eppure quella in Afganistan come quella in Iraq, sono guerre che segnano profondamente la nostra generazione. Grazie al racconto che ne fa Melania possiamo cominciare a farci i conti.
Ricordiamo che “Diaz” è stato inserito nella short list di dieci film italiani potenzialmente selezionabili per la nomination all’Oscar come miglior film straniero. Il film di Daniele Vicari è stato battuto da “Cesare deve morire” di Paolo e Vittorio Taviani, pellicola vincitrice dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino.