A poco più di due settimane dalla cerimonia di apertura dei giochi olimpici invernali di Sochi, in Russia, sono state recapitate e-mail minatorie nei confronti di alcuni comitati olimpici, uno di questi è il C.O.N.I.
Lo stesso tipo di messaggio è stato fatto recapitare ai comitati olimpici di Ungheria e Slovenia. Il C.I.O. ha subito reagito mettendo in moto la macchina dei controlli. Lo stesso Putin ha giudicato l’evento, attraverso i servizi segreti russi, come il primo obbiettivo sensibile ad una minaccia d’attacco di tipo terroristico.
Il C.O.N.I. mostra tranquillità e confida nel sistema di sicurezza che verrà messo in atto. Tuttavia che la preoccupazione per attacchi dimostrativi e catastrofici, soprattutto da parte dei militanti islamisti del Caucaso fosse elevata lo si sapeva, infatti sono stati fitti i contatti tra il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama e Putin. Obama ha voluto assicurare il massimo supporto al collega russo.
Ovviamente il fatto che le minacce terroristiche abbiano raggiunto anche Palazzo H, sede del C.O.N.I., porta ad un alto livello di preoccupazione la delegazione italiana che prenderà parte alle Olimpiadi di Sochi.
Tra le prime reazioni all’accaduto ci sono le dichiarazioni di Claudio Ravetto, direttore tecnico della Nazionale di sci, che manifestano lo stato d’animo della spedizione azzurra:
“Sarà un’ olimpiade da prigionieri, non c’è paura, siamo consapevoli del rischio ma confidiamo nell’ apparato di sicurezza ed il nostro impegno è rimanere concentrati e non farsi condizionare da queste vicende esterne”
Lui, come gli altri tecnici ed atleti, che sarà ospiti presso un villaggio olimpico ad alta quota veramente blindato tenta di far passare la linea dettata dal C.O.N.I., che vuole mostrare sicurezza di fronte alle minacce, ma la preoccupazione è evidente.
Anche il Ministro dello Sport Graziano Delrio in una dichiarazione pubblica si è mostrato indignato:
“E’ inaccettabile minacciare lo sport, strumento di pace e dialogo tra i popoli. Il Governo è solidale con il C.O.N.I.“.
A cercare di dare rassicurazioni però è Vladimir Chizov, ambasciatore russo presso l’ Unione Europea che dice:
“Tutte le possibili misure per la sicurezza sono già in atto e Sochi oggi è la città più sicura in Russia“.
Una cosa è certa questa edizione dei giochi olimpici invernali non inizia con l’aria di festa e di giubilo che una rassegna sportiva poteva e doveva donare ad un paese come la Russia ancora alla ricerca dello sdoganamento e dell’apertura totale all’occidente.
Le Olimpiadi di Sochi inizieranno il 6 febbraio, con la cerimonia di apertura e si concluderanno il 23 febbraio. In quel frangente di tempo gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sulla cittadina russa, non solo per vedere alte prestazioni sportive o spettacolo, ma anche con un velo di preoccupazione che nello sport non dovrebbe mai esserci.