Candidato agli Oscar 2014 come Miglior Film Straniero, “Omar” è il nuovo, intenso, capolavoro del regista palestinese Hany Abu-Assad trasmesso in anteprima italiana in apertura del Middle East Now di Firenze.
Il film ha trionfato al Festival di Dubai ed ha ricevuto il premio della giuria “Un Certain Regard” al Festival di Cannes. Come ammesso dallo stesso regista al Cinema Odeon di Firenze, “Omar” è stato ispirato dal suo precedente film “Paradise Now“, le cui riprese erano “tormentate” da un’ossessiva sensazione di essere seguito dai servizi segreti. Da qui nasce la romantica e avvincente storia di “Omar“.
Il film racconta del giovane Omar (Adam Bakri), panettiere della Cisgiordania occupata, che ogni giorno scavalca il muro di separazione con Israele per andare a trovare la sua amata Nadia (Leem Lubany). La sua vita cambia quando insieme a due suoi amici d’infanzia, Amjad e Tarek, viene accusato della morte di un soldato istraeliano a seguito di un attacco da loro commesso. Torchiato dai suoi carcerieri e costretto in parte a confessare, Omar ha solo una possibilità per salvarsi: deve collaborare con gli israeliani, tornare dai suoi amici e tradirli. Una volta tornato in città, però, tutti sospettano di lui. Incastrato fra una scelta difficile, la sua o la vita degli altri, Omar è costretto a prendere delle decisioni che cambieranno per sempre il suo destino.
Meno politico di quanto si possa pensare, i temi che il regista di Nazaret ha voluto portare in primo piano sono l’amicizia, l’amore, la fiducia e il tradimento, strettamente connessi a un sentimento concitato che li accomuna: la paranoia. L’ossessione mossa dall’amore: l’amore per gli amici, per la fidanzata e per la vita, con la consapevolezza di non poter fare una scelta senza dover rinunciare a perdere qualcosa di importante.
“Omar” racchiude in sé tre diverse culture cinematografiche: la comicità egiziana, il romanticismo francese e l’azione americana. Intense e ben costruite le riprese degli inseguimenti che strizzano l’occhio alla diffusa pratica del parkour. Scioccante e struggente il finale, improvviso quanto letale come una scarica di proiettili.
Superato alla notte degli Oscar dal film italiano “La Grande Bellezza“, il film è un masterpiece del cinema internazionale. Presentato nella bella Firenze di Dante Alighieri, “Omar”non poteva che lasciarci una divina considerazione: quella che, nonostante tutto, è sempre e solo “l’amor che move il sole e l’altre stelle“.