Negli USA sta ottenendo un successo strepitoso, il 2013 è stato l’anno in cui “Orange is the new black” ha debuttato, ma ora è un vero e proprio fenomeno.
La serie tv di Netflix (che ha lanciato con successo anche “House of cards“) arrivata alla seconda stagione (rilasciata il 6 giugno, ed intanto è già stata annunciata la terza) conferma il suo successo e continua ad appassionare milioni di telespettatori, in Italia arriverà a settembre.
La storia si basa sulle memorie di Piper Kerman, che nella serie si chiama Piper Chapman ed è impersonata da Taylor Schilling. Si tratta di una donna che dieci anni prima dei fatti a cui assistiamo ha commesso un errore, importando droga illegalmente e solo adesso si ritrova a dover scontare la sua pena. Il tutto alla vigilia del suo matrimonio con Larry (Jason Biggs), l’arrivo nel carcere di Litchfield non sarà del tutto piacevole e nessuno sembra pronto a darti una mano senza avere nulla in cambio.
“Orange is the new black” sta facendo parlare tanto anche per le tematiche che affronta: il mondo lesbo ma non solo, c’è anche un transgender, Sophia Burset, interpretata da Laverne Cox, che si è presto conquistata la copertina del Time.
La prigione è uno spazio angusto e pieno di ostacoli, con questa serie non solo entriamo nella mente e nel passato di Piper Chapman, ma attraverso sbalzi temporali tra presente e passato, conosciamo meglio tutte le sue compagne di “avventura”. Impossibile non amare la bravura di Uzo Aduba nei panni di Crazy Eyes, ma anche tutte le altre, per un motivo o per un altro diventano adorabili, difetti e crimini compresi. Alex Vause (Laura Prepon) è la temibile ex fidanzata che Piper ritrova in carcere, il suo mondo adesso è completamente ribaltato, nel carcere ci si esalta per le cose più stupide, a volte al limite dell’assurdo. C’è forte competizione, a volte anche solidarietà, c’è la donna che sogna di sposare il suo fidanzato e progetta già il suo viaggio di nozze, c’è chi cerca riscatto, chi si è rassegnato, chi vuole comandare e non si arrende di fronte al tempo che avanza, ci sono gli sgambetti, le spie, la vendetta, le invidie, gli amori. E sì, ci sono diverse scene lesbo. Che sebbene facciano tanto chiacchierare, non sono il fulcro della storia.
“Orange is the new black” ha una grande pecca: gli episodi vengono rilasciati tutti insieme e non a cadenza settimanale. Questo crea una vera e propria dipendenza, vanno visti uno dietro l’altro e poi si rimane presto senza più episodi da aspettare.
In conclusione il consiglio è quello di guardarla subito, anche perché è impossibile non innamorarsi di “You’ve got time“, colonna sonora firmata da Regina Spektor.