Nel 2009 Patrizia D’Addario dava il via allo scandalo sessuale che avrebbe travolto Silvio Berlusconi e molti personaggi a lui vicini, fino ad arrivare al Rubygate e alle indagini per sfruttamento della prostituzione minorile. La D’Addario è stata anche autrice del libro “Gradisca Presidente” in cui parlava dei suoi incontri con Berlusconi, ma oggi la sua verità prende una piega diversa ed in un’intervista rilasciata a Libero, l’escort si dichiara vittima e sostiene di essere stata usata contro il Presidente. La donna parla di complotto studiato:
Io non ho mai pensato di ricattare il Presidente per quella notte passata con lui a palazzo Grazioli. Mi hanno obbligata a consegnare le cassette con le registrazioni, così come sono stata costretta a dichiarare di essere una escort. Allo stesso modo mi venne imposto di rilasciare decine e decine di interviste, a cominciare da quella concordata dal mio avvocato con il Corriere della Sera, per fare esplodere il caso e arrivare allo scandalo.
In questa nuova versione, la D’Addario addirittura non sarebbe nemmeno una escort. Ma questi volti anonimi che la obbligarono a fare cose, non ricordano un po’ le stesse persone che drogavano e pedinavano l’instabile Sara Tommasi?
Sono stata usata dai nemici di Berlusconi, a mia insaputa ovviamente. Si sono serviti di me. Strumentalizzata e poi gettata via. Ma adesso è venuto il momento di parlare.
Il tutto è avvenuto nel 2008, la sera in cui fu eletto Presidente Barack Obama, ma in Italia Berlusconi festeggiava nell’ormai celebre lettone di Putin in compagnia della D’Addario, che registrò tutto:
Avevo quelle registrazioni sulle serate passate a Roma e questo a Bari lo sapevano in tanti. Ma l’idea di rendere pubblici i miei due incontri con il primo ministro italiano e di consegnare i nastri ai magistrati, non è stata mia. Non l’ho mai nemmeno pensato e non lo avrei fatto se non mi avessero messo paura. Tentai di ribellarmi, ma fu inutile. Mi convinsero buttandomi addosso il terrore. Mi sentivo confusa, non capivo niente e impaurita seguivo consigli sbagliati. […] Ripeto, a Bari circolava insistente la voce che avevo registrato il mio incontro con Silvio Berlusconi. Fu il mio avvocato, Maria Pia Vigilante, a dire che dovevo consegnare quel materiale per difendere la mia vita. Sosteneva che dovevo farlo per proteggere mia madre e mia figlia.
Ed ecco come la D’Addario racconta la fase del terrore:
In quel periodo ricevevo minacce. Ho subìto un furto in casa e perfino una violenza da parte di un carabiniere entrato nel mio appartamento, suppongo in cerca di quelle registrazioni. Avevo paura. L’avvocato ripeteva che se io non fossi andata in Procura a depositare quel materiale, sarei finita in prigione per falsa testimonianza ed estorsione. Mi avvisava che non avrei visto mia figlia per almeno vent’anni. Contrariamente, cioè se io invece avessi riferito e documentato tutto al magistrato e alla stampa, mi sarei salvata e sarei diventata famosa. Avrei guadagnato soldi da libri e interviste. Soldi che invece, io, non ho mai intascato. Non appena dissi all’avvocato che possedevo quelle registrazioni, il magistrato mi convocò in Procura e mi arrivò a casa la Guardia di Finanza. Da una parte ricevevo pressioni continue, dall’altra i pm che mi chiamavano in Procura. Oltretutto, in quel frangente, il mio avvocato non mi fece sapere che sarebbe stato mio diritto avvalermi della facoltà di non rispondere. Perché non me lo disse?
Questo è quel che Patrizia D’Addario vuole far sapere a Silvio Berlusconi:
La verità. Cioè che lui ha ragione quando afferma che certi magistrati lo perseguono ingiustamente e lo colpiscono nella vita privata solo per cancellarlo dalla scena politica. L’ho provato sulla mia pelle. Per danneggiare lui, c’è chi è pronto a usare le persone fragili e sfortunate come me. Io sono stata usata e adesso che non servo più, mi hanno abbandonata. Rovinata. Non ho visto un soldo. I libri, le tante comparsate in tv e tutte quelle interviste, non mi hanno fruttato nulla. E per concludere, chi mi doveva assistere, ha invece lasciato scadere i permessi che avevo ottenuto per poter costruire il residence che ho sempre sognato di realizzare. Mi hanno tolto tutto, ho perso anche mia figlia che ha soltanto 15 anni e ora si vergogna di me. Non la vedo da un anno.
Il resto dell’intervista contiene ulteriori dettagli ed anche la parte in cui la donna nega di essere una escort e dichiara di essere stata obbligata a fornire questa versione. A voi l’ardua sentenza. via Libero