Secondo capitolo per Percy Jackson, il figlio di Poseidone protagonista della saga letteraria ideata da Rick Riordan e interpretato sul grande schermo dal giovane Logan Lerman.
Chris Columbus, regista del primo episodio e qui ancora nelle vesti di produttore, viene sostituito da Thor Freudenthal mentre nel cast, oltre all’ovviamente confermatissimo Lerman, troviamo – tra gli altri – Brandon T. Jackson, Alexandra Daddario, Jake Abel, Douglas Smith e Stanley Tucci. Le riprese della pellicola sono state realizzate tra Vancouver e New Orleans tra aprile 2012 e gennaio 2013.
Trama
La barriera magica innalzata per proteggere il campo mezzosangue si è notevolmente indebolita a causa di una malattia misteriosa che ha colpito il pino sito sul confine, permettendo l’attacco di un famelico e gigantesco toro meccanico. Per salvare il pino e l’Olimpo, Percy, che nel frattempo scopre di avere un fratello di nome Tyson, dovrà recuperare il miracoloso Vello d’oro che Polifemo custodisce in un’isola circondata dal mare dei mostri. Nonostante il dubbio sulle sue reali capacità eroiche, Percy, spinto anche da una profezia che vede il destino dell’Olimpo nelle mani dell’unico erede mezzosangue ancora in vita tra la prole di Zeus, Ade e Poseidone, partirà per il pericoloso viaggio insieme ad Annabeth, Grover e Tyson.
Giudizio
Quando sei un semidio e vivi a New York hai il Mondo ai tuoi piedi, soprattutto perché sei il protagonista di una young adult story di successo, sia letterario che cinematografico capace di mescolare mitologia classica con stilemi fantasy ed avventurosi. La prima differenza che balza agli occhi, però, rispetto all’esordio di Percy Jackson nella settima arte, riguarda proprio la struttura narrativa, qui ben poco articolata e riempita di numerose gag atte a indirizzare l’epopea verso una modernizzazione e commercializzazione più leggera e godibile per tutti, con un occhio particolare, e non potrebbe essere altrimenti, per bambini ed adolescenti.
Tralasciando gli inevitabili paragoni con la saga di Harry Potter, nonostante entrambe le storie condividano un canovaccio simile con “l’eroe per caso” aiutato nella salvezza del “Regno” da un affiatato team di amici, “Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: il mare dei mostri” è troppo sbilanciato verso la commedia e fonde realtà e computer grafica in un frullato piuttosto indigesto, non all’altezza sia a livello di effetti che di storia, segnando un punto indietro rispetto a “Il ladro di fulmini” e un evidente cambio di strategia nello sviluppo del franchise. Pur essendo presenti temi universali come l’eroismo, l’amicizia e un contesto storico di riferimento sconfinato, quello che manca è una vera e propria ricontestualizzazione del mito ai giorni nostri dove le citazioni sono per lo più a servizio della gag in un clima scanzonato solo a tratti scosso dalle sequenza d’azione, comunque discretamente portate in scena.
Un po’ poco, se consideriamo gli incassi dell’esordio e il budget cospicuo messo a disposizione per questo episodio e la sensazione che per il terzo capitolo andranno riviste taluni decisioni, come quella di affidare la pellicola a Thor Freudenthal piuttosto che all’esperto Columbus già regista dello stesso “Harry Potter” e di “Mamma ho perso l’aereo”.
Nota lieta, infine, per la performance di Logan Lerman. Il figlio di Poseidone, dopo la brillante partecipazione a “Noi siamo infinito” di Chbosky, dimostra ancora una volta di essere la vera star dell’Olimpo.