Al Clara Foltz Justice Center, tribunale di Los Angeles, martedì mattina ha preso il via il processo per l’inaspettata morte del Re del Pop, Michael Jackson. L’unico imputato è Conrad Murray, medico personale del cantante, accusato di omicidio colposo involontario, per aver causato la morte di Michael con una dose eccessiva di propofol, un forte anestetico, e soprattutto per non averlo soccorso nel tempo dovuto. Il processo si apre tra le lacrime del dottor Murray, che non riesce a trattenere il pianto ascoltando le parole dei testimoni che la difesa ha chiamato alla sbarra. Gli avvocati di Murray hanno chiamato in difesa del dottore cinque testimoni chiave per analizzare ed evidenziare la sua vita da professionista medico e la sua preparazione. Fra i primi testimoni c’è Ruby Mosley che ha cercato di evidenziare il buon cuore dell’imputato, portando all’attenzione della giuria la clinica che Murray ha fondato in una comunità povera del Texas in onore del suo defunto padre, affermando:
Se quest’uomo fosse stato realmente avido, mai sarebbe venuto in una comunità come quella di Case France, in Texas, dove il 75 per cento della popolazione è costituita da poveri, e la vita non si basa sicuramente sul benessere o sulla sicurezza sociale.
Mosley quindi, ha cercato di invalidare la tesi dell’accusa, secondo cui l’unico interesse di Murray era il lauto stipendio mensile che percepiva per curare Jackson, e soprattutto il pubblico ministero sostiene che Conrad Murray lasciò l’abitazione di Jackson solo dopo avergli somministrato il propofol. Andrew Guest è il testimone successivo, paziente del dottore nel 2002, che dichiara alla corte di essere vivo grazie a Murray, che lo ha curato da una grave malattia al cuore, affermando inoltre:
L’uomo seduto lì è il miglior medico che abbia mai visto e conosciuto. Se oggi sono vivo è solo merito suo.
I testimoni chiave che la difesa chiama a deporre sono tutti ex pazienti, di Las Vegas e Houston, del dottor Conrad Murray, ad unanimità lo descrivono come un medico premuroso e attento, sempre presente nel percorso del paziente, una persona con cui parlare e che più di una volta ha offerto i suoi servizi gratuitamente a clienti che non avevano la possibilità di pagare. L’ennesima testimonianza arriva da una paziente di Las Vegas, Lunette Sampson, che descrive Murray come un dottore, come una persona, non attaccato alle procedure, una persona che non ti considera solo una paziente, ma una persona. Insomma il dottor Conrad Murray, viene descritto come una persona attenta non molto interessata ai soldi, ma molto più concentrato sul paziente, e sul lato umano. Viene fuori una persona completamente diversa da quella descritta dall’accusa. Per sapere dove sta la verità non ci resta che continuare a seguire il processo, sperando che realmente si arrivi alla verità.