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“Quella casa nel bosco”: la recensione

Intanto, un’informazione di servizio che risponde alla domanda “quando uscirà questo benedetto film?”. Sull’argomento c’è stata un’altalena di date, tra slittamenti, anticipazioni e controanticipazioni. Alla fine la data ufficiale è venerdì 18 maggio. Fossi in voi lo segnerei. La decisione, fa sapere l’ufficio stampa, “nasce dalla valutazione degli ottimi risultati di box office ottenuti dal film nel suo primo weekend, sia negli USA (15 milioni di dollari, terzo incasso del weekend e seconda miglior media a copia dopo The Hunger Games) che in Inghilterra (1.5 milioni di sterline), e di un accresciuto interesse da parte degli esercenti italiani”.

Veniamo al film. Il primo nome che si spende quando si parla di “Quella casa nel bosco” è quello di Joss Whedon, produttore e co-sceneggiatore della pellicola. Non penso abbia bisogno di presentazioni, ma per chi è appena tornato da un’isola deserta, Joss Whedon è il sogno bagnato di ogni nerd. Creatore di autentici fenomeni di massa e pop culture, Whedon ha creato “Buffy”, “Angel”, “Firefly”, “Dollhouse”, è sbarcato al cinema con “Serenity”, invaso il web con il musical Dr. Horrible’s Sing-Along Blog, e a giorni uscirà il suo primo film ad alto budget, l’attesissimo “The Avengers”.

"Quella casa nel bosco": manifesto

Quella casa nel bosco” (titolo originale “The Cabin in the wood”) rappresenta una sorta di bignami delle caratteristiche tematiche di Whedon, racchiuse in un film dannatamente divertente ed elettrizzante, una corsa sulle montagne russe da cui non si vorrebbe mai scendere.

Parola d’ordine: “destrutturare” il genere

Senza esagerare, “Quella casa nel bosco” farà per l’horror quello che “Scream” ha fatto per lo slasher. Whedon destruttura il genere horror citando i capisaldi del genere: “La Casa”, “Hellraiser”, “The Cube”, “Suspiria”, “Zombi”, (citando a volte intere sequenze o replicando inquadrature, sta allo spettatore riconoscere gli omaggi e stare al gioco) e strizzando con intelligenza l’occhio all’appassionato. Tutto questo senza essere minimamente pedante o serioso, ma “giocando” insieme allo spettatore che ha (o almeno dovrebbe avere, condizione necessaria per godere di ogni riferimento) lo stesso background dei realizzatori.

Il “gioco” parte fin dai primi due minuti di film, e si entra subito nel mood giusto. La trama, senza raccontare troppo, racconta di una gita in campagna di un gruppo di giovani composto da cinque compagni di college. Qui subiscono l’attacco di orripilanti esseri sovrannaturali e trascorrono una notte di infinito terrore tinto da fiumi di sangue. Ma cosa fa il gruppo di tecnici rinchiuso in una sala operativa che scruta, e spesso controlla, ogni mossa dei ragazzi sempre più terrificati? Perchè gli stessi giovani modificano il loro comportamento tanto da diventare dei clichè da film horror?

Whedon-style!

Il film è l’opera prima di Drew Goddard (già produttore e sceneggiatore di “Cloverfield” e delle serie tv “Alias” e “Lost“), che esegue il compito alla perfezione, realizzando un film che non ha un attimo di sosta e non molla mai la presa. Ottimo il cast di giovani attori formato da star note e meno note tra cui spicca Chris Hemsworth (“Thor“), Jesse Williams (star di “Gray’s Anatomy“), Richard Jenkins, Bradley Whitford,  Kristen  Connolly, Fran Kranz e in un gustoso cameo anche Sigourney Weaver.

Ma è ovvio che il film urla Whedon-style dall’inizio alla fine.

Le caratteristiche che hanno reso Whedon così amato sono tutte presenti: dialoghi scoppiettanti, caratteri ben definiti, ironia onnipresente, un crescendo di azione e tensione che culmina in una epica nerd da applausi, laboratori segreti (ricordate la quarta stagione di “Buffy” o tutto “Dollhouse“?), attori ricorrenti (in questo caso Fran Kranz che ha lavorato con Whedon in “Dollhouse“), e una costante sperimentazione meta-cinematografica mescolata a cultura popolare. Il mix è esaltante ed esplosivo.

Se volete un consiglio, evitate qualsiasi anticipazione o spoiler, meno ne sapete più facile sarà essere sorpresi dal film ed uscire dal cinema appagati. Da non perdere. Voto:

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