“Ralph Spaccatutto” (“Wreck-It Ralph“) è il film d’animazione del 2012 diretto da Rich Moore e con protagonisti John C. Reilly, Sarah Silverman, Jack McBrayer e Jane Lynch. Il film, prodotto dai Walt Disney Animation Studios, è considerato il 52º classico Disney secondo il canone ufficiale ed è stato distribuito nelle sale anche in versione 3D. Ralph Spaccatutto è il cattivo di un videogioco arcade dal titolo Felix Aggiustatutto, nel quale il protagonista, Felix, aggiusta il condominio Belposto che ogni volta Ralph distrugge. Dopo trent’anni passati a rompere palazzi e vivere in una discarica di mattoni, Ralph si stanca di essere un cattivo e, dopo aver scoperto di non essere stato invitato all’anniversario del videogioco, decide di dimostrare che anche lui può essere un “buono”. Per farlo fugge attraverso i cavi di alimentazione e sceglie di entrare in Hero’s Duty, uno sparatutto in prima persona dove potrà vincere una medaglia per dimostrare di essere un eroe.
Qui in compagnia del sergente Tamora Jean Calhoun a sconfiggere gli scarafoidi, gli insetti alieni del gioco. Ottenuta la medaglia Ralph entra per errore in Sugar Rush, un videogioco di kart, insieme ad uno scarafoide che scompare. In questo mondo incontra Vanellope von Schweetz, un presunto glitch di Sugar Rush, che gli ruba la medaglia per partecipare alla gara di kart. I due in seguito, si alleeranno: Ralph dovrà aiutare Vanellope a costruire un kart e a sfuggire da re Candito, re di Sugar Rush, che la vuole imprigionare e lei in cambio gli restituirà la moneta se dovesse vincere. Dopo aver insegnato a Vanellope come guidare, Ralph incontra il re. Quest’ultimo restituisce la medaglia a Ralph e spiega che Vanellope è un glitch (una imperfezione del codice) e che se dovesse vincere, i giocatori penserebbero che il gioco si sia rotto e che questo causerebbe il suo spegnimento. Ma non tutto è come sembra, una minaccia forse peggiore degli scarafoidi è in agguato.
Fortunatissimo al box-office, “Ralph Spaccatutto” ha pagato forse un po’ caro, l’essere uscito nello stesso periodo di rilascio di moltissimi altri film e, ancora peggio, fra molti film “enormi”, che hanno catalizzato l’attenzione di critica e pubblico. Ed è davvero un peccato, visto il buon risultato ottenuto dai ragazzi della Disney, che stavolta forti di un comparto tecnico davvero solido, hanno prodotto un film capace di rivaleggiare con i capolavori del cinema di animazione digitale. I personaggi e la storia sono solidi e ben costruiti e, pur non facendo gridare al miracolo, sostengono senza problemi i 101 minuti di lavoro. D’altro canto il fiume in piena di citazioni videoludiche è la vera forza trainante del film, capace di inserire nello stesso contesto personaggi inventati per l’occasione e glorie assolute dell’universo del gaming.
Le note negative, che per correttezza vanno citate, sono da ricercarsi in una storia poco convinta che non prende posizione seriamente riguardo ai problemi posti all’inizio: bisogna accettarsi per ciò che si è? Si può aspirare a qualcosa di più e di meglio? Ecco, una certa indecisione da questo punto di vista ha creato quella nebbia narrativa che, anche se minima, disturba ed indebolisce una storia. Storia che altrimenti sarebbe estremamente graziosa, con protagonisti che pur non essendo memorabili al livello di altri mostri sacri del genere, riescono a far fare allo spettatore il tifo per loro. Aspettando il già annunciato sequel, direi che è perfetto per 101 minuti in allegria e per farsi venire voglia di ripescare il Nintendo 64 nell’armadio.
Voto:
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