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Recensioni cult: Harry ti presento Sally

Film da cui è tratta la celeberrima scena del bar Harry ti presento Sally” è forse una delle commedie romantiche per eccellenza, sicuramente una delle preferite dal pubblico assieme ad “Insonnia d’amore” con Tom Hanks o “Forget Paris” anch’esso con Billy Crystal e con gli anni ha saputo conquistarsi un posto nella storia del cinema, oltre ad una nomination agli Oscar per la Miglior Sceneggiatura (a Nora Ephron). La storia, narra le vicende di Harry e Sally ed è distribuita su oltre dieci anni, tempo durante il quale i due protagonisti si incontrano più e più volte, fino a diventare amici e poi innamorarsi.

La pellicola, oltre a narrare una bellissima e strana storia d’amore, è anche un bellissimo excursus sui rapporti fra uomo e donna e sull’amore, e ancora di più su quello che le persone vogliono o pensano di volere. L’argomento, spinosissimo, del rapporto fra i sessi e degli affetti e, ancora peggio, gli effetti deleteri che riescono ad avere sulle persone. Di come, inevitabilmente, riescano a superare le difese che ci costruiamo per proteggerci ed a ferirci lo stesso.

La locandina di “Harry ti presento Sally”

La parte più importante del film, resta comunque l’argomento della sessualità nel rapporto di coppia. Il regista Rob Reiner e la sceneggiatrice Nora Ephron sfruttarono la comicità risultante dalla combinazione dell’ umorismo cinico e corrosivo di Harry e la controllata allegria di Sally per affrontare con leggerezza un tema molto facile ai fraintendimenti. L’ormai iconografica scena dell’orgasmo fu suggerita da Meg Ryan e la battuta finale della signora all’altro tavolo invece fu un’idea di Billy Crystal.

Tutti, anche chi non ha mai visto questo piccolo gioiello di un’epoca d’oro del cinema americano, conoscono in un modo o nell’altro quella scena che si è guadagnata un posto nell’immaginario collettivo moderno, assieme a pochissimi altri esempi cinematografici.

Di questo film restano principalmente le interpretazioni dei due protagonisti e le invenzioni narrative, che ne fanno una pellicola della quale è difficile stancarsi. I due protagonisti, due icone incontrastate dell’epoca, anziché rubarsi la scena a vicenda si scambiano l’attenzione del pubblico senza mai mettersi in ombra, sottolineando senza dirlo, di essere in equilibrio perfetto fin dall’inizio. Troppo distratti dalle loro personali storie ed aspettative, non hanno tempo di accorgersi l’uno dell’altra e si comportano da semplici interlocutori per tutto il tempo, finendo però per conoscersi meglio di quanto abbiano fatto con i rispettivi partners.

In conclusione, “Harry ti presento Sally” è uno degli esempi più luminosi e duraturi del cinema anni ottanta, in particolare quello delle commedie che hanno fatto scuola, ma non lasciato eredi. Oltre ai due protagonisti, che ben rappresentano quel periodo generoso di idee e di talenti, anche la realizzazione del film è parte integrante di quella professionalità e amore per il proprio lavoro che oggi sembra essere stata consumata dalla pochezza e dall’arrangiarsi, optando per uno stile parodistico (anch’esso dai pessimi risultati) perché troppo difficile darsi all’ironia ed alla vera comicità.

Meglio le rozze, grasse risate alla sottile, irresistibile ironia, evidentemente troppo difficile per sceneggiatori e cineasti di oggi. E’ difficile immaginare che qualcuno non conosca questo piccolo gioiello, eppure sono in molti a non averne neanche sentito parlare. Un consiglio? Recuperatelo, al più presto possibile. Imprescindibile.

Marie: Ma io sto solo cercando di aiutarti ad avere buon gusto!
Jess: Ma io ho già un buon gusto!
Marie: Tutti ritengono di avere buongusto e senso dell’uomorismo ma è materialmente impossibile che tutti ne abbiano.

Voto:

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Andrea Lupia
Andrea Lupia
Scrittore, disegnatore, attore e poeta lo-fi.
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