Particolarissimo esperimento, quello di “Interstella 5555” che unisce diversi videoclip dei Daft Punk in un’unica story-line per formare un lungometraggio di oltre un ora. Famosissimo e di culto presso molti, ma quasi sconosciuto ai più, il film è estremamente particolare perché in un modo o nell’altro slegato da un genere in particolare. Pur essendo un film d’animazione (nessun dubbio in merito a ciò) non ci sono ne dia loghi ne tanto meno voci fuori campo, e pur tendendo a svilupparsi come un musical, il particolarissimo genere musicale dei Daft Punk non permette di assimilare completamente il film a questo genere cinematografico. Curato come solo l’animazione giapponese può fare, il progetto narra la storia di un gruppo musicale di quattro componenti e si svolge nel particolare spazio alieno tipico dell’immaginario di Leiji Matsumoto (autore fra gli altri di “Capitan Harlock“) e si sviluppa intorno ai pezzi “One More Time“, “Aerodynamic“, “Digital Love” e “Harder Better Faster Stronger” del duo francese.
Su un pianeta situato in una galassia sconosciuta, abitato da esseri dalla pelle blu, si esibiscono in concerto quattro musicisti. Mentre tutta una metropoli segue il concerto, un’astronave si avvicina al pianeta e ne discende un commando militare che fanno irruzione. I quattro musicisti, assieme ai loro strumenti, vengono rapiti e portati al cospetto di un misterioso individuo; nel mentre, uno degli addetti alla sicurezza prima di svenire lancia un SOS ad un’astronave (a forma di chitarra elettrica) il cui occupante è intento a pulirne gli esterni. Il pilota dell’astronave, che è un grande fan del gruppo alieno (oltre che un appartenente alla loro stessa specie), sogna beato una storia d’amore con la bellissima donna del gruppo, quando è interrotto dalla sirena d’allarme. Il giovane riceve notizia dell’accaduto da colui che gli aveva inviato l’SOS, rintraccia l’astronave dei rapitori e la insegue fino all’interno di un misterioso passaggio per un’altra dimensione.
Il film, se così lo vogliamo chiamare, è visivamente e musicalmente splendido, a patto di amare i Daft Punk, ma anche così può risultare di difficile fruizione, specie se non si è preparati a ciò che si sta per vedere. Non si può certo definire un progetto tradizionale e nonostante la perfetta quanto sognante realizzazione delle animazioni, è comprensibile che alcuni lo abbiano definito un enorme videoclip del duo francese, ma non sono sinceramente d’accordo. Il progetto mi è risultato molto piacevole (sarà perché mi piacciono i Daft Punk) e tutto sommato è difficile restare indifferenti alla bellissima quanto stralunata storia narrata nei 68 minuti scarsi del film, se non altro proprio per la peculiarità della narrazione che sfrutta fino al limite l’intreccio fra animazione e musica. La regia di Kazuhisa Takenochi è da premiare soprattutto per la capacità di cucire insieme con una innegabile abilità i quattro pezzi fondamentali della pellicola per farne risultare uno solo.
In conclusione un bellissimo progetto, che merita almeno una visione anche da parte di chi non conoscesse il duo elettronico francese e chissà, potrebbe inaspettatamente scoprirsi loro fan. Non per tutti, ma sicuramente da vedere.
Voto:
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