“E’ una specie di costante nella storia dei Red Hot Chili Peppers: se le cose stanno andando troppo lisce, puoi star certo che prima o poi succederà qualcosa di catastrofico a incasinare tutto – ndr” Con queste parole, Anthony Kiedis front-man dei Red Hot Chili Peppers (RHCP), ha dato il benvenuto al nuovo lavoro del gruppo. Dopo lo stop ufficializzato dallo stesso Kiedis nel 2008, i RHCP sono ripiombati (…si può azzardare, di diritto) nel panorama musicale, dando luce (..e suono) al loro nuovo e decimo lavoro in studio: “I’m With You”. Dal successo mondiale di “Stadium Arcadium”, 2006, che vede la band protagonista di un tour mondiale durato 2 anni e valso 5 Grammy Awards su 7, “I’m With You” non sembra da meno. Anzi, tutt’altro. Al primo ascolto (nonostante l’uscita di scena di John Frusciante alla chitarra, sostituito da Josh Klinghoffer) la band ci offre un disco dalle fresche sonorità, che non si distaccano molto da quelle a cui ci hanno abituato negli anni, rimarcando ancora più l’inconfondibile stile che da sempre li caratterizza. Ma procediamo per gradi. Come già anticipato, Josh Klinghoffer sostituisce John Frusciante nella nuova formazione. Classe 1979, amico ed allievo dello stesso Frusciante, ha già collaborato con quest’ultimo ad alcuni lavori solisti. Come recentemente affermato da Michael “Flea” Balzany, storico bassista della band californiana, “[…] è uno capace di dare una struttura ad una canzone. Per dire: oltre alla chitarra, suona anche la batteria ed il piano-ndr”. Il resto della band rimane invariata, con Anthony Kiedis alla voce, Chad Smith alla batteria e Michael “Flea” Balzany al basso. Produttore è Rick Rubin (produttore statunitense, classe 1963) che vanta collaborazioni con gruppi del calibro (per citarne alcuni: System of a Down, Linkin Park e Audioslave) e, naturalmente, RHCP tra cui ricordiamo “Californication” (1999), “By the Way” (2002) e “Stadium Arcadium” (2006), di cui ha ricevuto nel 2007 un Grammy Award per il miglior Album Rock dell’anno. “I’m With You” (2011) è stato registrato interamente a Los Angeles tra East/West Studios e Shangri – LA Studio. La copertina con sfondo bianco, in cui fa da padrona l’immagine di una mosca tranquillamente “in posa” su di un porta-capsule anticipa la caratteristica principale del disco: semplice a prima vista, ma con contenuti piccanti. Giusto per restare in tema. La tracklist conta 14 brani che variano da ballate rock, dolcemente distribuite durante l’ascolto del cd, accompagnate con pezzi per metà Hard Rock, per metà Funk Rock con retrogusto, a tratti, Punk. Il pezzo di apertura è “Monarchy of Roses“, in cui si evincono chiaramente le sonorità “alternative” che da sempre caratterizzano la band. Segue “Factory of Faith”, pezzo Funk a cui fa da sfondo un sublime giro di basso, più volte riproposto nel disco, e nei precedenti. “Brendan’s Death Song“, dedicata all’amico di Kiedis, Brendan Muller (gestore di un locale punk a Los Angeles) scomparso prematuramente a cui i RHCP hanno offerto un tributo di 5 minuti e che si apre con un arpeggio di chitarra, anticipando inaspettatamente un passaggio Hard Rock. Seguono “Ethiopia“, “Annie Wants a Baby” e “Look Around“, che più di tutte rimarcano le sonorità dei RHCP : giri di basso, riff di chitarra accentuati, con la batteria di Chad Smith che ne delinea la struttura. Il primo singolo estratto “The Adventure of Rain Dance Maggie“, in rotazione musicale da circa 3 settimane con annesso videoclip girato a Venice Beach – California. Ancora una volta basso e batteria fanno da padrone, con ripetuti riff di chitarra che non troppo si distaccano da quelli a cui ci hanno abituati i RHCP negli anni. La seconda parte della tracklist, si apre con la ballata “Did I Let You Know“, con una struttura portante e trascinante, in cui si può apprezzare un intermezzo di tromba, coinvolgente. Seguono “GoodBye Hooray“, pezzo Hard Rock, “Happiness Loves Company” e “Police Station” che danno eleganza alla tracklist, per le stesure forti e le dolci sonorità. Passando poi per “Even You Brutus?” ballata Rap’n’Roll che rimarca palesemente lo stile metà Funky metà Rock di Kiedis. Chiudono “Meet Me at The Corner” e “Dance, Dance, Dance” ballata di chiara impronta…Rock. Il nuovo lavoro dei RHCP è una rivisitazione della loro carriera, riproponendo il sound che da sempre li caratterizza, aggiungendo elementi di innovazione, come nel caso di “Even You Brutus?“. Riprendendo una citazione di Kiedis ([…] questo disco segna un totale nuovo inzio dei RHCP[…]-ndr), non ci resta che aspettare l’inzio del Tour, che vedrà la band protagonista il prossimo 10 e 11 dicembre, in Italia, rispettivamente a Torino (Palaolimpico) e Milano (Mediolanum Forum di Assago). Buon ascolto a tutti Voi.