Serata marocchina al Cinema Odeon di Firenze dove, in occasione della quinta edizione della Middle East Now, è stato trasmesso “Rock The Casbah“, film del 2013 diretto dalla regista di Casablanca Laila Marrakchi, con Omar Sharif (“Il Dottor Zivago“), Morjana Aloui, Nadine Labaki, Hiam Abbas (“Paradise Now“, di Hany Abu-Assad) e Lubna Azabal.
Poiché non sappiamo ancora se e quando verrà distribuito in Italia, motivo di questa recensione è soprattutto quello di invitarvi a procurarvi una copia del film e godervi una commedia in salsa agrodolce, poetica e variopinta: un carico emozionale non dissimile a “La Prima Cosa Bella” di Paolo Virzì.
Trama
Tangeri. A causa della morte dell’imprenditore Moulay Hassan (Omar Sharif), un’aristocratica famiglia marocchina e i suoi amici si apprestano a celebrare i tradizionali tre giorni di funerale. Ci sono tutti: la domestica Yacout, da sempre segretamente innamorata del defunto; la vedova Aicha (Hiam Abbas); la figlia Miriam (Nadine Labaki), donna venale ossessionata da chirurgia plastica e successo, e l’altra figlia Kenza (Lubna Azabal), professoressa bigotta. E c’è anche Sofia (Morjana Alaoui), la figlia più piccola e ribelle della famiglia, appena giunta dagli Stati Uniti dove prosegue la sua carriera di attrice. Così riuniti, sarà impossibile non far tornare a galla vecchi dissapori, non discutere per l’eredità e tenere ancora nascosti tanti inconfessabili segreti.
Giudizio
Il film della giovane regista marocchina è un cuscus di sentimenti perfettamente amalgamati. Intenso come il profumo di un thè alla menta, speziato come un chicco di cumino. Con un sense of humour tipicamente marocchino, “Rock The Casbah” è un film che è sia commedia che drammaticità, entrambe fornite da un ottimo cast e soprattutto da un immenso Omar Sharif che, nel cinema come nel film, ha ancora qualcosa da insegnare agli altri (come spirito) prima di lasciare questo mondo.
Una famiglia marocchina non stereotipata, tra litigi, alcolismo, sorrisi e ferite che si riaprono. Briciole di malinconia e pizzichi di malignità da “parenti serpenti“, così come li ritroveremmo in qualunque famiglia italiana. Emotivamente coinvolgente la presenza musicale degli Antony and the Johnsons con la canzone “The Great White Ocean“.
Rinnoviamo quindi l’invito a godervi il piacevolissimo “Rock The Casbah“, film franco-marocchino che nei cinema italiani, probabilmente, non avremo mai modo di vedere.