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Romina Falconi: “Biondologia”. La recensione

“Quest’album è una mappa psico-emozionale di tutti gli schiaffi della vita. Ogni canzone è uno stato emotivo preciso, con un suo suono e una sua voce narrante: quella di un paziente dall’analista. Voglio parlare di emozioni perché sono pure e incontrollabili, così come è puro il paziente che si racconta: non deve avere ragione, non deve essere saggio, vuole solo tornare in piedi. Scrivo in questa forma perché voglio che chi mi ha scelta non si senta più solo. Ne so qualcosa della solitudine. In certe situazioni si vorrebbe apparire forti, migliori; si vorrebbe sempre avere ragione. Io me ne sono fregata della ragione e ho puntato tutto sulle debolezze umane. Cado a pezzi e chiedo scusa, rido di tutto e di me. Dedico con ferocia questi capitoli a chi, come me, sa che gli eroi non sono quelli invincibili; sono i caduti che hanno saputo insistere”.

Con queste parole presenti nel booklet del disco Romina Falconi, cantautrice romana, presenta il suo nuovo disco “Biondologia“, uscito il 15 marzo per l’etichetta Freak & Chic: il disco è stato interamente scritto da Romina e prodotto da Francesco “Katoo” Catitti e tra i musicisti che hanno collaborato al disco spiccano i nomi di fama internazionale Gary Novak e Reggie Hamilton.

Questo nuovo lavoro della cantante di “Eyeliner” e “Who is afraid of gender“, per quanto sia la sua seconda fatica discografica, è un concept album maturato e sfaccettato: presentato dal sottotitolo “L’arte di passeggiare con disinvoltura sul ciglio di un abisso“, il disco si dipana attraverso la storia di una sorta di alter ego di Romina, 18enne, che si rifugia dall’analista per parlare di sè e dei propri sentimenti. Ogni canzone ha un suo sottotesto ben preciso, identificato da una citazione a tema e da una descrizione dello stato emotivo a cui è legata la canzone stessa. Non a caso la stessa Falconi parla di “mappa psico-emozionale“: il disco è un vero e proprio viaggio nelle viscere dell’animo umano e delle sue emozioni, ognuna inquadrata da una canzone.

E così ci possiamo trovare con il primo brano “Poesia nera” una citazione di Cesare Pavese e la definizione del rimorso, oppure leggere di Nietzsche e parlare di dipendenza affettiva con “Vuoi l’amante“, il terzo singolo del disco, o anche parlare di rimpianto con “Troppo tardi“. Tutto viene analizzato, esposto, musicalmente dissezionato, e il tutto utilizzando il linguaggio del pop, che ben si presta ad argomenti più scanzonati ma che con questo disco Romina piega e plasma alle proprie esigenze di cantautrice, trasformando l’emozione in tessuto musicale, senza cedere di un millimetro sulla propria idea del disco.

Discorso a parte forse lo merita “Le 5 fasi del dolore“, secondo singolo scelto per la promozione del disco, che parla dell’eleborazione di un lutto, in questo caso affettivo, secondo il modello delle 5 fasi del modello di Elisabeth Kübler-Ross: Rifiuto, Rabbia, Patteggiamento, Dolore, Accettazione. Con questa canzone, presentata da un videodocumentario, si mostra che in una situazione del genere può essere uno strumento molto valido anche l’ironia, seppure macchiata dall’amarezza della vita.

Romina Falconi – “Biondologia” – Artwork

E la musica? Quello che ha coniato Romina come Psico-Pop è un pop maturo, che non teme contaminazioni dalla trap (come in “Latte+“, canzone dove si parla del desiderio) o di scadere anche in un sano volgare, per esempio in “Sei mejo te“, brano che si apre con uno scambio vocale tra Romina e Roberto Recchioni, storico disegnatore di Dylan Dog, e che non disdegna citazioni in romanesco. Ci sono comunque forti richiami al pop internazionali come in “Cadono saponette“, brano legato al pessimismo, o in “Tienimi ancora“, pezzo in cui si racconta la paura che si vive in una relazione amorosa.

Anche in questo disco c’è una collaborazione con Immanuel Casto, ma qui il Casto Divo è presente solo in fase di scrittura di “Sex Tape“, brano dove si parla dell’esibizionismo sessuale e di come la realtà sia, spesso, peggiore di come ce la vogliamo raccontare. L’ultima parte del disco affronta la fase finale di questo percorso psico-musicale, con la rabbia trascinante ed energetica di “Ringrazia che sono una signora“, la consapevolezza del lutto e dell’assenza della malinconica “Ci vediamo presto” e la rinascita di “Buona Vita arrivederci“, amara e consapevole, portata da una nuova consapevolezza.

“La capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità”: la definizione (in psicologia) di resilienza inquadra quasi perfettamente questo nuovo lavoro di Romina Falconi, dove la cantante romana riesce a essere più consapevole e matura del disco precedente pur mantenendo una feroce e vividissima ironia. La rabbia e la cupezza di alcuni capitoli precedenti hanno lasciato spazio a una luminosa e amara consapevolezza, a volte disillusa, a volte tenera. Questo è un disco che celebra la capacità di ognuno di noi di sopravvivere alle battaglie piccole e grandi che la vita ci pone davanti, è un disco che celebra chi si rialza dopo una caduta per continuare a lottare. Questo è un disco che celebra i veri vincenti.

IL NOSTRO PARERE IN BREVE

La cantante romana riesce a essere più consapevole e matura del disco precedente pur mantenendo una feroce e vividissima ironia.

PANORAMICA RECENSIONE

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