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Royksopp: “Late night tales”. La recensione

Nel corso di questi anni, il duo elettronico dei Röyksopp ha guadagnato sempre più credito, grazie a dischi come “Junior” e “Senior” e pezzi come “The girl and the robot“, “Remind me” e “What else is there”. Talmente tanto credito da essere scelto dalla famosa compilation Late Night Tales per curare la nuova edizione del loro mix.

I due artisti allora hanno messo insieme un parterre de roi di tutto rispetto, pescando principalmente dagli anni ’70 e ’80 e presentando, per questa nuova edizione della compilation, artisti e brani molto particolari per raccontare la loro “notte tarda”. I Royksopp infatti, nello scegliere i loro pezzi, si sono accostati al synth-pop, al folk, al jazz ed al prog-rock, con uno sguardo nostalgico verso il passato, decidendo nel contempo di omaggiare i loro fans con due pezzi, uno inedito, “Daddy’s Groove“, e una versione remix in studio del pezzo dei Depeche ModeIce Machine“.

La raccolta si apre proprio con il pezzo inedito dei Royksopp, una ballata elettronica nostalgica, in pieno rispondente allo stile che il gruppo ha avuto nei dischi precedenti e che apre questa kermesse di 19 brani differenti per quasi 80 minuti di musica:  il marchio di fabbrica è indiscutibile, molto retrò, fatto di organi hammond misti con l’elettronica e gli strumenti “convenzionali”. Questo percorso viene mantenuto con il secondo ed il terzo brano, “Passing through” di Rare Bird del 1977 e “Light of the day” del 1980 dei Little River Band, due pezzi in chiave folk molto dolce, che ricordano molto i Fleetwood Mac.

Il disco prosegue con i pionieri degli anni ’80 Tuxedomoon e con la loro “In a manner of speaking“, pezzo dalle chitarre nervose e dalla voce che disegna melodie, e con il capolavoro del compositore greco Vangelis, “Blade Runner Blues“, pezzo che fa parte della colonna sonora del film di Ridley Scott. Dopo questi due brani troviamo la cover fatta dai Royksopp del B-side dei Depeche Mode “Ice Machine”, cover che vede la partecipazione della cantante norvegese Susanne Sundfør e che rilegge il brano dei Depeche all’inizio in chiave lenta ed ipnotica prima di lanciarsi in un beat classicamente anni ’80.

Dopo c’è la melodia dal sapore neo-classico di Johann JohannssonOdi Et Amo“, dove i violini e le tastiere fanno da sottofondo ad una voce effettata ma solenne: nel disco troviamo la stessa particolarità anche in altri due pezzi, due cover, “After the goldrush” di Neil Young rifatta dai Prelude e “Till I’ll gain control again” di Emmy Lou Harris rifatta dai This Mortal Coil: entrambi i brani sono quasi senza musica, con il primo che è un brano a cappella che acquisisce una sua sacralità nello scorrere mentre il secondo è un brano voce, cori e chitarra distorta molto 70’s.

Royksopp - "Late night tales" - Artwork
Royksopp – “Late night tales” – Artwork

Il disco ha diversi momenti: con F. R. David e la sua synth ballad “Music” ritorniamo in pieni anni ’80, con un brano che mantiene intatto il suo stile nonostante i 30 anni e passa sul groppone mentre con “Hello beach girls” di Richard Schneider Jr., pezzo del 1977 tutto bossa nova, onde infrante, risate e allegria, ci troviamo in pieno beach pop.

I nostalgici di Papetti proveranno molta nostalgia ad ascoltare “Stranger on the shore” di Acker Bilk, grazie al clarinetto ed un’aria da nostalgici anni ’60 che aleggia nel pezzo: il pezzo si sposa con Thomas Dolby ed il suo lento funk di “Budapest by Blimp” guidato da un basso slappato e da una tastiera birichina, e con “Love you our of your mind” di Byrne & Barnes, pezzo dolcissimo e piacevolissimo che è stato un piacere recuperare nella memoria.

L’aria anni ’80 prosegue con Andreas Vollenweider e la sua chillwave datata 1981 di “Hands and Clouds” per poi sterzare verso la fine con il coro dei Popol Vuh per “Aguirre I Lacrime di Rei” e con la canzone finale, “Flat Of Angles (part 2) “, una breve recitazione dell’attore di “Sherlock” Benedict Cumberbatch.

Ora che è finito l’ascolto, posso dire di aver affrontato un viaggio molto particolare di una notte nelle memorie dei Royksopp e nel loro concetto di notte: è stato un viaggio di recupero e di scoperta per me, un viaggio nella mente del duo elettronico norvegese che ha illustrato cosa significhi per lui uno stato non solo temporale ma anche spirituale. Un disco particolare, ma non per questo spiacevole, anzi. Un disco da capire pezzo per pezzo.

Tracklisting:
1. Royksopp – Daddy’s Groove
2. Rare Bird – Passing Through
3. Little River Band – The Light Of Day
4. Tuxedomoon – In A Manner Of Speaking
5. Vangelis – Blade Runner Blues
6. Royksopp – Ice Machine (Depeche Mode Cover)
7. Johann Johannsson – Adi Et Amo
8. F.R. David – Music
9. Prelude – After The Goldrush
10. Richard Schneider Jnr – Hello Beach Girls
11. Acker Bilk – Stranger On The Shore
12. Thomas Dolby – Budapest By Blimp
13. Byrne & Barnes – Love You Out Of Your Mind
14. Andreas Vollenweider – Hands And Clouds
15. John Martyn – Small Hours
16. XTC – The Somnambulist
17. This Mortal Coil – Till I Can Gain Control Again
18. Popol Vuh – Aguirre I (Lacrime Di Rei)
19. Benedict Cumberbatch – Flat Of Angles (part 2)

 

IL NOSTRO PARERE IN BREVE

Da ascoltare

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