Era l’anno di Patrizia D’Addario e Gianpaolo Tarantini, anche Sabina Began (nome d’arte di Sabina Beganovic) era finita al centro dello scandalo del Bunga Bunga, quello che ha portato Silvio Berlusconi dritto dritto al Rubygate.
Sabina Began è stata ascoltata a Bari durante l’udienza finale del processo sulla presunta induzione alla prostituzione di numerose ragazze nella villa dell’ex premier Silvio Berlusconi. Conosciuta come l’Ape Regina, la Began in passato ha parlato diverse volte del suo rapporto con Berlusconi (dichiarando di aver perso anche un figlio), con il quale avrebbe avuto un relazione. Dopo gli scandali sulle olgettine e derivati, l’ex premier ha deciso di abbassare i toni e da quattro anni porta avanti la sua storia con Francesca Pascale, che sembra averlo reso un’altra persone. Ma delle cene eleganti si parla ancora oggi e nessuno se le dimentica. Interrogata al palazzo di giustizia di Bari, Sabina Began ha parlato del suo rapporto con Silvio Berlusconi, come riporta il Corriere della Sera:
Era un uomo meraviglioso, per me è stato prima un fidanzato e poi un padre.
E a proposito delle famose cene di Arcore, ancora in lacrime la Began ha dichiarato:
Ho organizzato tante cene, l’ho fatto per lui perché diceva che aveva bisogno di loro. Volevo compiacerlo oggi mi pento e chiedo a Dio di perdonarmi. […] Io lavoravo, non avevo bisogno di far prostituire ragazze per guadagnare. Quando si ama una persona gli si dedica la vita, io volevo difendere il presidente, ho anche dichiarato che facevo i bunga bunga ma tutti sanno che non era vero.
L’avvocato della Began, Fabrizia Siggia, ha invece parlato di “cene di prestigio” alle quali partecipavano ospiti del calibro di George Clooney. Ma a quelle cene partecipavano anche ragazze che speravano di trovare un aggancio per il mondo dello spettacolo:
Began aveva un rapporto intimo con Silvio Berlusconi che le consentiva di avere libero accesso alle residenze dell’allora presidente del Consiglio. Voleva che lui si divertisse, che passasse serate piacevoli e per questo invitava ragazze che “stessero al gioco” , che fossero carine, simpatiche e disposte a compiacerlo, a ridere delle barzellette di Berlusconi anche quando non le capivano.