Dopo averne tanto parlato, finalmente Adriano Celentano è salito sul palco del Treatro Ariston: il rumore fragoroso dello scoppio di bombe, le immagini di una cruenta battaglia, tra fiamme, aereoplani, bombardamenti proiettati su un maxi schermo e il palco invaso da un nutrito gruppo di comparse “vittime”, hanno anticipato l’ingresso del Molleggiato per la prima presenza sul palco di Sanremo 2012.
Un sorridente Celentano, tra gli applausi del Teatro, ha dato così il via alla sua esibizione: la chiesa e i sacerdoti sono oggetto della prima parte dell’intervento con cui Celentano spara a zero sui sacerdoti che “non parlano del Paradiso” e sulla difficoltà nel seguire le prediche “forse perchè non ci sono troppi altoparlanti fino in fondo“, dice Celentano che non esita ad attaccare pesantemente “Avvenire” e “Famiglia Cristiana” . Dei due giornali il Molleggiato dice: “per loro il discorso di Dio occupa poco spazio, lo spazio delle loro testate ipocrite. Ipocrite come le critiche a don Gallo che ha utilizzato la propria vita per aiutare gli ultimi e di ultimi ce ne sono tanti”.
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C’è spazio poi per il sostegno agli operai in sciopero, da mesi arroccati sul tetto della stazione di Milano per protestare contro i tagli al sistema ferroviario italiano che ha provocato la perdita dei loro posti di lavoro, spaccando di fatto Nord e Sud. Nel corso dell’esibizione di Adriano Celentano non è mancato il sostegno di Rocco Papaleo che è entrato in scena per un dialogo sul tema scottante dell’attualità politica: il senso del voto referendario, il significato dell’espressione “sovranità popolare” sono centrali nelle constatazioni amare del Molleggiato che non le manda a dire anche in questo caso andando dritto al cuore delle questioni e contestando quelle scelte che tolgono potere al popolo.Coinvolti anche Elisabetta Canalis, Pupo e Gianni Morandi per una parte dello spettacolo che ha convinto poco ma della quale si discuterà di certo molto anche per l’attacco per nulla velato ad Aldo Grasso, critico del Corriere con cui era nata nei giorni prima del Festival una vivace polemica per l’idea espressa dal giornalista che aveva descritto la partecipazione di Celentano al Festival come una presenza volta alla promozione del suo ultimo disco.
Molto più coinvolgente la parte cantata dell’intervento di Adriano Celentano che sul palco del Teatro Ariston ha portato tra gli altri anche la title track del suo ultimo album “Facciamo finta che sia vero“, “Prisencolinensinainciusol“, “Dimmi Ancora che mi ami“, la cover del brano “You are my sunshine” di Ray Charles e “Bill Haley – Thirteen Women (And Only One Man In Town)”
Così com’era entrato tra bombardamenti e scenari bellici Adriano Celentao si è allontanato per un momento dal palco lasciando un piccolo spazio solo a Morandi, per poi ritornare per l’ultima parte del suo intervento: la condanna del ricorso alla pena morte, la figura di Gesù e le note de “Il forestiero” chiudono un’esibizione di 50 minuti con cui il Molleggiato ha scosso l’Ariston.
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