L’idea di raccontare il mondo degli adolescenti e la sessualità non è di certo nuova nel mondo delle serie tv ma “Sex Education” ha senza dubbio qualcosa in più.
La nuova serie Netflix, composta da 8 episodi della durata di circa 50 minuti ciascuno, è per sua natura sfacciata, visto l’argomento trattato. Allo stesso tempo riesce a parlare di sesso e dei comuni problemi adolescenziali con originalità, senza mai annoiare nè risultare irrispettosa nei confronti di nessuna delle parti. “Sex Education“, anzi, tratta argomenti importanti e racconta lo stato d’animo di quel momento della vita in cui la confusione imperversa e tutto sembra una catastrofe irrisolvibile. Nonostante il target, è adatta sia a un pubblico di adolescenti che di adulti. Questi ultimi proveranno un pizzico di nostalgia e al contempo tireranno un sospiro di sollievo per essere finalmente usciti da quella fase.
Il dramma di Otis
Lo racconta bene attraverso gli occhi di Otis (Asa Butterfiel), sedicenne impacciato e figlio di una sessuologa, Jean (Gillian Anderson), che non si fa problemi a parlare di argomenti scottanti. Il suo lavoro la porta ad essere disinvolta di fronte a Otis e al contempo ad essere una madre estremamente protettiva e molto spesso invadente. “Sex Education” è una serie creata da Laurie Nunn e diretta da Kate Herron insieme a Ben Taylor, è ambientata nella grigia campagna inglese. La vita di Otis scorre tranquilla e monotona, con l’ossessione del sesso e della verginità, colorata solo dalla presenza di Eric (Ncuti Gatwa), uno dei personaggi più interessanti. Tutto cambia con l’arrivo di Maeve (Emma Mackey), la ragazza dal passato difficile, apparentemente dura e sfrontata, che decide di sfruttare Otis per fare qualche soldo. Maeve scopre che l’amico ha ereditato dalla madre il talento di ascoltare gli altri e che la scuola è piena zeppa di adolescenti confusi sul sesso e sul modo migliore di viverlo. Otis si improvvisa, così, consulente per i suoi compagni, rivelandosi un prezioso consigliere pur non avendo alcuna esperienza alle spalle.
In “Sex Education” il sesso viene trattato in maniera molto schietta, viene mostrato e utilizzato come pretesto per parlare d’altro. Si parla, appunto, del periodo dell’adolescenza, di amicizia e amore, di omosessualità, del rapporto con i genitori. La serie di Netflix veicola messaggi importanti avvalendosi di un cast (composto prevalentemente da esordienti) che funziona benissimo e una costruzione dettagliata di ogni singolo personaggio, dal bullo della scuola agli adulti, inclusa la dottoressa Jean. Non mancano personaggi e situazioni al limite dell’assurdo, sempre ai fini di una narrazione che non risulta mai sterile e fine a se stessa. Con leggerezza e ironia, “Sex Education” tratta temi delicati alternando momenti molto drammatici a momenti di comicità senza mai risultare eccessiva e mantenendosi sempre molto british. La serie ha già riscosso successo perché offre al pubblico un prodotto perfettamente equilibrato, che non scade mai nel ridicolo, con un finale aperto (ed esilarante) che preannuncia una seconda stagione.
Voto: ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️