La seconda giornata di Serie A lascia nella visione globale un’incertezza incredibile su come potrà dipanarsi il futuro del campionato. Inutile nascondersi il dato più rilevante è quello che vede i Campioni d’Italia ancora a zero punti e sconcertante è che la Juve oltre a non avere questi non ha nemmeno un gioco. Se una volta si diceva che era più difficile affrontare avversari tecnicamente inferiori perché non ti permettevano di giocare, nel caso di Madama si può dire che con l’Udinese si era vista tanta inconcludenza mentre con la Roma, che secondo il detto ti fa più giocare, si è vista tanta debolezza oltre all’inconcludenza.
La Roma ha surclassato i bianconeri sul piano del gioco e pure sul piano delle occasioni, lasciando stare gli episodi che come al solito possono solo riempire le pagine dei giornali e dare tante recriminazioni che qui non ci sono. Garcia a metà sessione di mercato era senza una squadra e in poco tempo è riuscito a darle una fisionomia, Allegri tra sorrisi e complimenti aveva già dei punti fermi, uno andava via e poco dopo ne arrivava un altro, sembrava e doveva essere più facile amalgamare il gruppo e invece, si notano ancora tante idee confuse anche nell’allestimento della formazione. E’ un bene per lui e per la squadra che arrivi la sosta, anche se i vari nazionali non saranno a Vinovo a lavorare. In ogni caso la Juve che oggi non c’è prima o poi arriverà si tratta solo di tempo.
La Roma con il risultato di domenica si è sbloccata anche psicologicamente, si è tolta probabilmente quel ceppo che derivava da quel 7-0 preso contro il Bayern. Molti non lo ricorderanno ma i giallorossi nella scorsa stagione persero la sfida di Torino con la Juve e poi quella con i bavaresi in un breve lasso di tempo, fatto che piegò la testa di una squadra in lotta per lo scudetto. Oggi le parti sono invertite perché il match con la Juve aumenta l’autostima e premette un gran lavoro in vista della Champions. Insomma è tutta un’altra musica.
Il campionato poi dice anche altre cose, dice per esempio che la brutta Inter di Mancini zitta zitta è in testa con una truppa di squadre inaspettatamente a farle compagnia. Dice che per Chievo, Sassuolo e Palermo sognare è lecito e che per due settimane guardare la classifica è come ammirare un capolavoro di Michelangelo. Mancini può in queste due settimane lavorare per rendere ancora più omogenea la squadra e può farlo con la consapevolezza che il gioco arriverà, per la rinascita nerazzurra importante ora è essere lì e godersi l’esplosione di Jovetic.
Il Sassuolo di Di Francesco sembra più matura, sembra più in grado di gestire le forze in campo senza andare in imbarcate paurose come nelle scorse stagioni, stesso discorso per il Chievo di Maran anche se qui conta di più la birra in corpo di chi deve salvarsi e corre dall’inizio come un forsennato e la complicità di una Lazio irriconoscibile che forse ha subito troppo la batosta a Leverkusen. Per il Palermo due vittorie con il minimo scarto e poco gioco, bene per i punti ma è più effimera la cosa.
Nel gruppo di testa c’è il Torino. Qui va una menzione speciale per lo straordinario lavoro di Ventura e per lo spirito granata che è sempre vivo e mai domo, per il Torino vale il discorso dell’Inter essere lì è importante perché il Toro deve sognare l’Europa e essere con dei punti di vantaggio sulle altre interessate al piazzamento dimostra che la strada presa è giusta e il progetto tecnico continua con ambizione e consapevolezza straordinarie.
Deludente non è solo la Juve attenzione, deludono anche Fiorentina, Napoli e Milan che nel precampionato hanno mostrato i muscoli e poi ai test veri hanno fallito. Il Milan di Mihajlovic è apatico e poco reattivo, a tratti indisponente, tuttavia il tecnico serbo deve trovare l’equilibrio giusto e poi si potrà giudicare se il mercato è stato importante o meno. Il Napoli è strano, sgretola gli avversari poi si ferma e si fa riprendere, quasi facendo il masochista. E’ chiaro che Sarri deve lavorare più sulla testa dei giocatori che sull’impostazione della squadra perché se i partenopei avessero mantenuto lo spirito mostrato nei primi tempi per almeno un’ora di gioco in entrambe le partite avrebbero un’altra classifica. La Fiorentina di Paulo Sousa può solo migliorare, due sconfitte arrivate mostrando però un discreto gioco, si vede il ritardo sul mercato dei viola e si vede un certo equilibrio comunque. Anche in questo caso bisogna aspettare, per ora però i zero punti sono più penalizzanti di quelli di Juve, Napoli e Milan.
In generale vedendo le prestazioni di Genoa e Samp oltre a quelle delle altre squadre della stessa fascia si nota come la Serie A di quest’anno sembra più livellata. Il Genoa è più calmo, compassato e gestisce di più le gare mentre la Sampdoria è addirittura esplosiva quando inizia a giocare e ancora non è inserito Cassano, che qualcosa in più può senz’altro aggiungere alla squadra di Zenga.
Insomma le squadre della fascia intermedia (sopra la zona retrocessione e in lotta per l’Europa) si sono avvicinate al duo Juve-Roma e questo dato potrebbe essere importante per la crescita di appeal del nostro campionato che molto probabilmente quest’anno non si chiuderà con netto anticipo come gli anni scorsi.