Sembra sia giunta l’ora della verità per l’ex premier Silvio Berlusconi che si è presentato in aula per chiarire la sua posizione in merito alla facenda del caso Ruby. Silvio Berlusconi ha deciso di rendere delle dichiarazioni spontanee per respingere le accuse della procura di Milano che gli contesta i reati di concussione e prostituzione minorile. L’ex Premier si è reso molto disponibile con la corte e ha raccontato ai giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano la sua versione dei fatti:
Posso escludere che ad Arcore si siano mai svolte scene di natura sessuale. Le serate si svolgevano in sala da pranzo, io monopolizzavo la conversazione parlando di calcio, sport, politica e spesso cantavo insieme ad Apicella e altri cantanti professionisti.
Signorile e di classe come sempre l’ex primo ministro prima d’entrare in aula ha stretto la mano al procuratore aggiunto Ilda Boccassini che insieme al Pm Antonio Sangermano rappresenta il pubblico ministero. Berlusconi durante la sua testimonianza ha parlato anche dei dopo cena del cosi detto”bunga-bunga”:
Alcune volte si scendeva in discoteca. E’ un’espressione che nasce da una vecchia battuta precedente a queste accuse.
In riferimento ai suoi rapporti con la giovane Ruby ha detto:
Non ho mai avuto rapporti intimi di qualsiasi tipo. Ero convinto avesse 24 anni, come lei aveva detto.
Berlusconi imputato per concussione e prostituzione minorile è stato accolto in aula da una molti giornalisti a cui però non ha rilasciato nessuna dichiarazione. Berlusconi aveva già detto che non si farà interrogare, ma renderà solo dichiarazioni spontanee. Tuttavia il il ministro della Giustizia Paola Severino ha ribadito che se anche il processo ha una sua particolare lentezza non è soggetto ai termini di prescrizione. Intanto il Ruby 2 va avanti, il procedimento che ha per imputati Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora per induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile non sarà trasferito a Milano. La Cassazione ha infatti confermato la decisione del gup di Milano che il 3 ottobre 2011, aveva bocciato la richiesta avanzata da Fede di spostare il processo.