Brutta, pessima aria tira in casa Rai 2, che vede il talent show Star Academy arrancare nell’audience. Con quella dello scorso 13 Ottobre siamo a quota 3 puntate e gli ascolti vanno calando, con una partenza di poco più di un milione e trecentomila spettatori ed uno share di poco più del 6%. A nulla è servito chiamare grandi ospiti come Antonacci, Pezzali, Mengoni, Baglioni e Carboni, il programma proprio non piace. In effetti qualcosa che non quadra c’è in questa trasmissione: la formula di certo innovativa con cui è stato pensato (non far cantare singolarmente i concorrenti ma tramite performance corali) si è presentata come una buona idea a livello teorico, ma nella pratica ha mostrato diverse falle. Il pubblico non è così reattivo come forse la produzione si aspettava, evidentemente, perchè la sensazione che un po’ tutti hanno è di gran confusione. Il cut di una canzone dura poco di per sè, al massimo due minuti, se in questo breve lasso di tempo devono esibirsi non una ma due o tre persone assieme, riuscire a capire di ciascuna il talento o anche solo come ha cantato risulta particolarmente complicato. Eppure tutti i presupposti perchè il programma potesse funzionare c’erano: Facchinetti presentatore che acquista sempre più consensi anche da illustri colleghi come Pippo Baudo, grandi nomi della musica quali Ron, Mietta, Grignani e Syria assolti al ruolo di tutor, Cuccarini, Savino, Vanoni e Roy Paci come giudici. I personaggi di contorno, per così dire, ci sono tutti, ma non sembrano adempiere alla funzione per cui erano stati reclutati: sono la prima a cui non piacciono le litigate e le urla in tv, ma da lì allo stare sempre in silenzio senza esprimere mai un’opinione c’è un’infinita gamma di sfumature. Non intervengono o, se si pronunciano, lo fanno in modo per nulla incisivo e d’impatto: le belle parole si sprecano ad esaltare performances appena sufficienti, altre pessime vengono giustificate con emozione o paura del palcoscenico. Ma di questo parlerò tra poco. Pochi momenti di risveglio nel torpore sono dati da Savino che tenta di fare il cattivo della situazione, ma con quel sorriso da bonaccione non risulta credibile, e dalla Vanoni che sta al gioco nella parte della signora non più giovanissima da prendere un po’ in giro seppur con tanto affetto. Ma sono convinta di una cosa: in un talent show ciò che realmente importa non sono giudici tutor professori o chicchessia, ma i talenti. Ecco, personalmente a Star Academy non ne vedo. Sono stati presentati come di altissimo livello, personaggi unici e particolari con voci altrettanto distintive, ma io non riscontro nessuna di queste caratteristiche nei concorrenti: gli uomini non hanno voce, le donne le hanno tutte uguali tra loro. Nei famosi duetti non riesco a distinguere quando smette di cantare uno e comincia l’altro, tranne alcuni casi particolari in cui però non sempre è una cosa positiva, perchè talvolta li riconosco per le grida mascherate da acuti che lanciano o per le stonature più che ripetute. Non mi sento di fare nomi, ma per me in quel gruppo se ne salvano giusto un paio ed anche lì non trovo in ogni caso l’eccellenza che avevano annunciato. Ma in 10 anni di talent show su tutti i canali e in tutte le salse se ne sono visti di ragazzi che venivano passati per nuovi fenomeni della musica, pur non essendolo del tutto, ma ciò che noto in questi ragazzi è un atteggiamento del tutto sbagliato: li trovo molto sicuri di loro stessi nelle parole, fuori dal palco sono spavaldi ed affrontano con eccessiva arroganza personaggi che in quell’ambiente stanno da prima che loro nascessero. Poi arriva il momento di cantare, mettono i jacks e perdono ogni sicurezza, anzi, hanno un’espressione in volto tale che sembra stiano lì sotto ricatto. Manca in loro, o forse non riescono a trasmetterle, la fame di pubblico, la voglia incontenibile di cantare, la passione per la musica. E non è solo una mia impressione, perchè più volte i già citati giudici hanno sottolineato questo aspetto, percependo anche loro una forte paura di esibirsi, e qui arriviamo al colmo: non è possibile, nemmeno lontanamente immaginabile che un ragazzo che voglia fare il cantante di professione abbia il timore di cantare. Sia inteso, un po’ di sana “fifa” la hanno anche i più grandi professionisti prima di cominciare, il giudizio del pubblico di fronte è un muro invisibile contro cui ci si lancia ad occhi chiusi, ma nonostante la paura hanno voglia di cantare, non stanno nella pelle dall’emozione di andare davanti al microfono e cominciare uno scambio di energie con chi hanno davanti. Sembra che vivano tutta questa esperienza e il canto come una forzatura e non come una passione, come invece dicono. Per tirare le fila, i personaggi che dovrebbero chiaccherare e far parlare rimangono in silenzio, i talenti hanno paura di far vedere la loro bravura, le esibizioni corali che dovrebbero facilitare il confronto tra i ragazzi creano confusione. Il pubblico non segue il programma, gli ascolti crollano, la Rai non sa bene il da farsi: diverse voci si sono susseguite negli ultimi giorni, prima lo volevano sospendere, poi hanno pensato di modificare il meccanismo in modo da farlo terminare regolarmente ma con largo anticipo rispetto alle 12 puntate previste. Ed arriviamo così alla puntata di Giovedì scorso sera in cui sono stati eliminati 6 ragazzi dei 16 in gara, una carneficina che sa di corsa contro il tempo per affrettare la fine del programma. Ma non imputo la totale colpa alla trasmissione o al format in sé per sé, considerando in maniera più ampia il settore dei talent show mi pare che abbiamo “scollettato”, come si dice dalle mie parti, siamo arrivati alla sommità della salita e siamo dalla parte opposta della montagna, per dirla in italiano. Dopo un decennio passato a vedere Operazione “Trionfo”, “Saranno famosi” poi diventato “Amici”, “X Factor”, tutti gli altri vari durati per pochissimo di cui ora non mi sovvengono i nomi, il pubblico si è un po’ stufato di vedere una sfilza di ragazzi certamente bravi ma non di eccezionale talento spacciati per i nuovi fenomeni del panorama musicale, liti a decibel da discoteca, interminabili discussioni su chi ha fatto venire la pelle d’oca più spessa. Star Academy si va ad inserire in un momento di crisi del genere televisivo che non lascia intonzi nemmeno i colleghi, anche Amici di Maria de Filippi non ha quest’anno lo stesso impatto delle edizioni precedenti. L’unico che, sebbene ancora non sia cominciato, so già che si salverà è X Factor, ma per il semplice motivo che a Sky non importano auditel e share, lì i programmi vanno in onda sempre e comunque, visti da 60 milioni di italiani come dai soli parenti del presentatore (stesso concetto espresso da Simona Ventura a Tv Sorrisi e canzoni di questa settimana). I talent show affrontano la loro crisi ed il primo a farne le spese è l’unico che aveva ripreso a pieno regime: Star Academy sembra sull’orlo della chiusura anticipata, staremo a vedere quale sarà la sua sorte.