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The Impossible: la recensione

Nel dicembre del 2004, nel sud-est dell’Asia, si è verificato uno dei più drammatici e rilevanti eventi catastrofici della storia. Un gigantesco maremoto dell’Oceano Indiano ha provocato numerose vittime e ingenti danni alle popolazioni della Thailandia,  Indonesia, Sri Lanka, , Birmania ed India, arrivando a lambire le coste dell’Africa orientale.

Ora lo tsunami thailandese viene portato sul grande schermo nel film “The Impossible” della accoppiata spagnola Sergio G. Sànchez e Juan Antonio Bayona, già protagonisti dell’horror di successo “The Orphanage”, mentre nel cast spiccano i nomi di Ewan McGregor e Naomi Watts.

Trama

Una famigliola spagnola lascia il Giappone, dove lavora Henry (Ewan McGregor), per passare le vacanze di natale al caldo della Thailandia. La mattina di Santo Stefano, dopo un esotico e un po’ turbato Natale (Henry e la moglie Maria discutono sui loro futuri orizzonti lavorativi), uno Tsunami travolge completamente quel piccolo angolo di paradiso, inghiottendo uomini, donne, bambini e distruggendo case ed oggetti. Maria viene trascinata via insieme al figlio più grande Lucas, mentre Henry prende in braccio i due piccoli Simon e Thomas prima di sparire sommerso dalle acque dell’Oceano Indiano.

The Impossible
The Impossible

Giudizio

Bayona divide il film in due ipotetiche sezioni, separando la famiglia e lasciandoci vivere la tragedia dagli occhi, prima della madre e del primogenito Lucas e in seguito da quelli del marito e dei due figlioletti. In questo modo l’orrore prende il sopravvento sulla speranza e il senso di impossibilità e di rassegnazione la fa da padrone. Eppure “The Impossible” è una pellicola che “unisce” , che mostra il dramma umano e la collaborazione disperata, con una unione d’intenti che spesso si realizza solo nelle situazioni al limite là, dove la fine viene percepita da vicino, in quel lasso di tempo nel quale ci ricordiamo che  la solidarietà è un  pressupposto inalienabile della nostra condizione di esseri umani.

Il rilassante incipit mostra una famiglia unita nella quale si intravedono, però, le prime crepe causate dalla diversa esigenza lavorativa, con il lavoro del Pater familias Henry che costringe tutti ad un esilio forzato in Giappone. Ed è così che si lascerà la coppia divisa dal maremoto dal quale emerge il coraggio di Maria e la paura di Lucas che vede la madre sofferente e si rassegna all’idea di non rivedere mai più il padre e i fratelli. E proprio nei primi quaranta minuti si concentra tutto il drammatico potenziale della pellicola con la ricostruzione dello Tsunami e le strazianti scene ospedaliere.

Il coraggio di una madre ferita, il cinismo misto alla rassegnazione del figlio, colpiscono dritto al cuore soprattutto in virtù di quel “tratto da una storia vera” che ci viene ricordato al’inizio della pellicola, quasi volendo richiedere un onesto silenzio e una totale immersione nella storia, ben consapevoli della portata del dramma a cui stiamo assistendo.

Bayona si conferma un regista decisamente talentuoso, capace di cavalcare il dramma senza particolari enfatizzazioni e, soprattutto nella prima parte, appare quasi timoroso nell’eccedere e ci racconta uno tsunami che rifuta il dogma della spettacolarizzazione hollywoodiana che avrebber rischiato di vedere “naufragare” il film tra le correnti del Disaster Movie. Malgrado l’impegno, però, nel momento dell’ingresso in scena di papà Henry, il film accusa molte battute a vuoto andando a cercare volutamente di toccare il cuore dello spettatore ma ottenendo, probabilmente, un risultato opposto a causa di una messa in scena posticcia e piuttosto noiosa, dove McGregor svolge onestamente il suo compito non esaltandosi e non esaltando.

Malgrado le sbavature, “The Impossible” rimane, però,  una pellicola di valore e decisamente consigliata.

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