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“The Neon Demon”: La Recensione

Bellezza ed ossessione. Il nuovo film di Nicolas Winding Refn, “The Neon Demon“, presentato e fischiato al Festival di Cannes 2016, è uno sguardo malato e orrorifico sull’estetica, raccontato seguendo la non-storia della modella Jesse (Elle Fanning). Nel cast, Keanu Reeves, Abbey Lee, Jena Malone e Christina Kendricks.

Sinossi: Quando l’aspirante modella Jesse si trasferisce a Los Angeles, la sua giovinezza e vitalità vengono fagocitate da un gruppo di donne ossessionate dalla bellezza e disposte ad usare ogni mezzo per prenderle ciò che ha.

La sua è una bellezza fuori dall’ordinario, così pura e virginale, che incanta gli occhi di chi la osserva, salvo accorgerci che è tutto solo una inutile proiezione: di Jesse cogliamo solo il riflesso degli infiniti specchi, presenti quasi ogni scena. Nel bagno, nella camera, nei camerini del set. In questo viaggio quasi irreale e pericoloso, Jess arriva nel suo falso paese delle meraviglie. E’ Jesse, non Alice, attraverso lo specchio.

Una statua che si bea di se stessa e che suscita le invidie delle altre modelle. E’ una lotta per preservare la giovinezza, che “sì fugge tuttavia”. E dato che “del doman non v’è certezza“, è bene inseguirla e mantenerla anche a costo di ricorrere alla chirurgia.

Ogni intervento fa un po’ male, ma nessuno si piace così com’è…

Fascino, straordinarietà, vacuità. La ricerca della massima espressione estetica è una corsa a chi ha più fame. Tutti vogliono un pezzo di questa bellezza misteriosa, desiderosi di assaporare o nutrirsi di quel sangue ingenuo, ricoperto da una pelle candida e delicata. Cosa si è disposti a fare per averla, quanto è il prezzo di una carne così prelibata?
Ci si sfida a colpi di flash e sfilate, giudicati come in banco al mercato, acquistati o lasciati a marcire fra gli scarti.

Per mezzo di figure retoriche Refn lascia che lo spettatore assista e ammiri la sinuosità di immagini vivide, dall’inizio alla fine del film, toccando anche i titoli di coda. La trama è solo un gioiello per agghindare, qualcosa di non essenziale che si aggiunge alla potenza della visione di un film che comunque tiene incollati allo schermo. Luci, ombre, colori e le musiche di Cliff Martinez. E tanto basta.

La giovane Jesse, inesperta e novizia del settore, si lascia consigliare pur avendo la consapevolezza di far la parte della preda in un mare di squali. L’insegnamento che ne trae è semplice: credere nel suo talento, ovvero nella sua avvenenza. E a forza di crederci si corre il rischio di rimanervisi risucchiati, di restare intrappolati ognuno nel proprio ritratto di Dorian Gray. I Lord Henry del mondo, da linee guida diventano poi nemici latenti.

Elle Fanning

Il regista di “Drive” si concentra sull’estetica e – nel secondo atto – mette da parte la logica, decidendo anche di osare con scene forti ed impressionanti. Ciò non toglie la potenza di un film energico e bello da vedere sotto diversi aspetti, in barba ai fischi ricevuti al Festival di Cannes che appaiono in linea col senso di “The Neon Demon“: l’oggetto del nostro odio è ciò che in realtà invidiamo.
Il film si divide in due tranche: una parte più reale e un’altra più allegorica. Nella seconda Refn dimentica lo spettatore e si fissa sulla rappresentazione del suo messaggio, così come la protagonista si perde nell’incanto della sua immagine riflessa: qui il bello diventa prima spaventoso, poi perverso, infine disturbante.

The Neon Demon” è un’esperienza a cui prepararsi prima di entrare al cinema, e da sconsigliare sul divano di casa, dove l’atmosfera e l’interesse si perderebbero con molta facilità. Se avete bisogno di un film per passare il tempo, passate oltre. Quello di Refn è un film da assaporare e comprendere con la stessa lenta intensità con cui è stato girato.

IL NOSTRO PARERE IN BREVE

Un assaggio di bellezza - L'ossessione di Refn per la bellezza si trasforma in un piccolo dono per gli occhi rendendo incomprensibilmente esagerati i fischi di Cannes.

PANORAMICA RECENSIONE

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