Kenny Ortega ci ha regalato grandi gioie con “Hocus Pocus” (1993), poi qualcuna in meno quando ha fatto “High School Music” ma si è aggiudicato definitivamente il nostro odio con “The Rocky Horror Picture Show: Let’s do the time warp again“. Il regista ha avuto l’idea di riportare sullo schermo un musical sacro, riprodotto in tutto il mondo secondo le più svariate rivisitazioni, ma del quale non avevamo assolutamente bisogno. I puristi l’hanno già bocciato, difficilmente potrà piacere ai profani, visto che sembra essere un miscuglio tra una puntata di “Glee” e un concerto di Miley Cyrus (a meno che non siano fan accaniti di entrambe le categorie), dove smielatissimi vocalizzi si mescolano a una volgarità forzata.
Nozioni base
“The Rocky Horror Picture Show” è uscito nel 1973, scritto e diretto da Richard O’Brien. All’epoca non fu recepito con grande entusiasmo ma trattava anche delle tematiche “scabrose” come la fluidità sessuale e tutto l’universo che ruota attorno al sesso in genere, ma era anche un’opera ricca di citazioni della cultura pop, diventata a sua volta – ma solo a tempo debito – un fenomeno pop e culturale. Il cast originale era composto da un sublime Tim Curry nei panni di Frank-N-Furter, una giovanissima Susan Sarandon (Janet) e Barry Bostwick (Brad), nei panni dell’ingenua coppietta che si imbatte nel ritrovo dei Transilvani in una notte buia e tempestosa, di quelle da manuale.
Il remake
Kenny Ortega non è riuscito proprio a trattenere la sua voglia incontenibile di rifare uno spettacolo tutto suo, il fatto che avesse reclutato Laverne Cox (Orange is the new black) per un attimo aveva fatto tirare un sospiro di sollievo, lasciando poi spazio a molti dubbi. Sul cast ci sarebbe molto da dire, perché pare che nessuno si impegni troppo a rendere giustizia alla versione originale. È vero che si tratta di un remake, ma “Let’s do the timewarp again” non è nemmeno il compitino portato a casa dignitosamente. Abbatte tutto quello che l’originale aveva costruito: era rozzo, politicamente scorretto, volgare ma mai troppo, freak, sporco, trasgressivo ma indimenticabile e, tenetelo bene a mente, inimitabile. Kenny Ortega ha voluto dare qualche sistematina qua e là, peggiorando di molto la situazione. Già viene voglia di piangere con l’inizio di “Science Fiction/Double Feature” e ogni altro momento cult del musical viene sistematicamente distrutto. Possiamo salvare le coreografie, ma poi resta poco. Laverne Cox si impegna ma è tutt’altra cosa rispetto al Tim Curry (che fa una comparsa nei panni del criminologo) che faceva scandalo perché era “sweet transvestite” con il vocione e una malizia inimitabile, quella che si respirava per tutta la durata dell’opera e della quale non c’è traccia nello sguardo di Victoria Justice e Ryan McCartan dopo il “contagio” di Frank. Sembra più che altro di assistere a un gruppo di amici che organizzano una festa a tema e arrangiano una festa a tema, con Riff Raff (Reeve Carney) che proprio non ce la fa a reggere il confronto con quello di Richard O’Brien, per non parlare di Magenta, il suo personaggio non ha niente dello sporco e del grezzo che sapeva regalare l’originale, spietata e senza fronzoli. Ecco, è questo che “The Rocky Horror Picture Show” era nella sua versione originale: senza fronzoli. Trattava tematiche tabù con naturalezza, facendo divertire, accompagnato da musiche impeccabili e senza gli stravolgimenti melò ed eccessivi, da hit pop, che Kenny Ortega ha voluto apportare nel suo remake. C’è da dire anche che questa commedia dell’orrore in forma di musical è una delle più gettonate per le serate di Halloween, Kenny Ortega forse ha creato questo incubo pensando alla notte del 31 ottobre.