Negli USA è uscito da diversi mesi e sta per arrivare già in edizione Home Video, mentre in Italia i fan di Dakota Fanning e Kristen Stewart dovranno pazientare, per il momento non è prevista alcuna data d’uscita.
“The Runaways” è diretto da Floria Sigismondi, alla sua prima esperienza cinematografica dopo essersi a lungo occupata di video musicali. Tra i vari artisti con i quali ha collaborato ci sono i Muse e Bjork, è chiaro che la musica sia una grande passione della regista, che ha deciso di rendere omaggio proprio a “The Runaways”, la prima rock band femminile nata negli anni ’70. La pellicola è approdata nelle sale statunitensi lo scorso 19 marzo, dopo essere stata presentata in anteprima al Sundance Film Festival 2010, ed ha suscitato particolare interesse principalmente per la presenza di Kristen Stewart, protagonista della Twilight Saga nei panni di Bella Swan, e la già affermata Dakota Fanning, nel mondo del cinema praticamente da quando era in fasce, nella saga anche lei.
Inevitabile il paragone tra le due attrici, che interpretano Joan Jett e Cherie Currie, i membri più carismatici del gruppo. Le due, da ragazze di strada di Los Angeles diventano improvvisamente delle rockstar di fama mondiale. Dietro il loro successo, il produttore Kim Fowley, figura ambigua e controversa del panorama musicale degli anni ’70, che trae profitto subdolamente dal successo delle teenagers.
In realtà la storia raccontata nel film di Floria Sigismondi non segue passo per passo il percorso di formazione delle Runaways, gruppo fondato inizialmente da Joan Jett e Lita Ford, aggregatesi alla cantautrice Kari Krome, scoperta dal produttore Kim Fowley a un party. In “The Runaways”, invece, è Joan Jett/Kristen Stewart ad avvicinarsi al produttore dopo averlo riconosciuto, nel tentativo di farsi notare. Successivamente Kim Fowley, interpretato da Michael Shannon, si interesserà al particolare look “un pò Bowie e un pò Bardot” di Cherie Currie/Dakota Fanning. Non si può dire che il film sia riuscito perfettamente, anche se di materiale per la buona riuscita ce ne sarebbe stato in abbondanza. In più è stato forse improprio utilizzare come titolo “The Runaways” per una storia che si focalizza principalmente sulla figura di Cherie Currie, difatti il film è in parte basato sulla sua autobiografia, “Neon Angel: The Cherie Currie Story“, per poi diramarsi a Joan Jett e in maniera molto più marginale alle altre componenti del gruppo, Sandy West (Stella Maeve), Scout Taylor-Compton (Lita Ford) e Robin (Alia Shawkat). Quest’ultima in realtà non è mai esistita, o meglio, il suo personaggio sarebbe Jackie Fox, che non è stato possibile rappresentare per questioni giuridiche.
Sesso, droga e rock’n’roll sono chiaramente i punti chiave della vicenda, in una pellicola che però non convince pienamente. Michael Shannon non da il meglio di sè e la storia appare poco lineare. E’ piuttosto didascalica, con le scene che si interrompono bruscamente per passare ad altre, completamente diverse. Talvolta si rischia di farle apparire incompiute, altre volte ancora possono esserci scene di troppo o troppi silenzi. Per quanto riguarda le protagoniste, Kristen Stewart è amata da milioni di fan in tutto il mondo, ma di certo il motivo di cotanto amore non può essere il talento, praticamente invisibile. Una figura forte come quella di Joan Jett viene presentata come una figura timida ed esitante, praticamente la Kristen Stewart che vediamo sui red carpet e con i giornalisti, riproposta con un altro nome, nei panni di un personaggio che non le appartiene. L’attrice, ancora giovane, ha molta strada da fare prima di potersi definire tale, ma dopotutto non è colpa sua, il successo clamoroso della saga, lo sappiamo bene, non è certo dovuto al talento degli attori che ne prendono parte. Completamente differente la performance di Dakota Fanning, che ha un talento innato per la recitazione. La Fanning è giovanissima ed è stata scoperta ai tempi dell’asilo, un motivo ci sarà se ha sempre impressionato pubblico e critica. Il suo lavoro nel film è buono, riesce ad interpretare un’adolescente sofferente, che ha problemi in famiglia con un padre alcolizzato ed una madre troppo assente e che sperimenta le più svariate droghe, arrivando all’apice di una carriera che per lei si rivela essere distruttiva. Egocentrica ed affascinante, con il suo look ricercato e particolare, la biondissima Cherie Currie è la vera protagonista della pellicola, e Dakota Fanning è azzeccata per la parte. Due modi di recitare completamente diversi, uno buono e l’altro meno, una pellicola forse mal gestita, ma una buona colonna sonora, agevolata dal periodo storico in cui sono collocate le vicende: si spazia da Suzi Quatro a David Bowie, dai Sex Pistols ai The Stooges e chiaramente non manca qualche brano delle Runaways. Floria Sigismondi in questo è sicuramente un’esperta, ma forse l’esperienza dei video, più frammentari nelle scene e privi di dialoghi, hanno influenzato questa pellicola.
Si dimostra ancora acerba per la regia cinematografica, ma con un pò di pratica potrebbe essere promettente e soprattutto potrebbe sfruttare maggiormente un cast di rilievo come quello messo su per “The Runaways”. Aspettiamo di vedere il film in Italia per sapere cosa ne penserà la critica e soprattutto cosa ne diranno i fan, per il momento “The Runaways” si aggiudica la sufficienza, aspettiamo anche che maturi il talento nascosto di Kristen Stewart, mentre Dakota Fanning dovrà trovare pellicole alla sua altezza.