“The Shameless” è il film del regista sudcoreano Oh Seung-uk che questa sera aprirà ufficialmente il Florence Korea Film Fest 2016, che si terrà fino al prossimo 18 Marzo.
Ispirato ai noir francesi, “The Shameless” è il secondo cortometraggio diretto dal regista dopo una pausa di 15 anni (il suo primo film, “Kilimanjaro“, era stato realizzato nel 2000) ed è stato presentato presentato nel 2015 al Festival di Cannes, sezione Un Certain Regard.
La sinossi
Il Tenente Jung Jae-Gon è sulle tracce di Park Jun-Gil, sospettato di un omicidio. Jung sa che Park entrerà in contatto con la sua amante Kim Hye-Kyung, che lavora al Macao. E così, l’uomo, fingendosi un compagno di cella di Park, riesce ad avvicinarsi a Hye Kyung, ma piano piano l’attrazione verso la donna diventa sempre più forte. Giorno dopo giorno, viene a crearsi un strano triangolo fatto di passioni proibite, doppio gioco, speranze e tradimenti.
Il film parte dall’archetipo del poliziotto che si innamora della donna del boss. Il senso di giustizia si scontra con l’irrazionalità dei sentimenti, ma Oh Seung-uk ha un modo tutto suo per non scadere nel banale. Le reazioni del detective non sono così prevedibili come la trama lascerebbe pensare.
The Shameless, letteralmente “senza vergogna”. Difficile capire chi si appropri di tale soprannome. Forse il detective, che per non farsi attrarre dal mondo criminale entra in conflitto con le scelte del cuore? Oppure l’affascinante e fragile Kim Hye-kyung, ragazza di un assassino, ex prostituta piena di debiti, vessata continuamente da tutti gli uomini che incontra? O ancora, è la società in cui vivono ad essere così sfacciatamente controversa e contorta, fra corruzione, sequestri e malaffari?
“The Shameless” scoperchia un magazzino di queste ed altre domande, mentre arriva al culmine dell’azione con un ritmo scandito da porte che si chiudono e si riaprono, colori freddi e dialoghi nascosti nei quali forse è il “non detto” a dirci qualcosa in più sui personaggi. Il detective Jung Jae-gon porta i segni visibili di una vita sofferta: il suo corpo racconta molto di più del personaggio stesso che con i suoi atteggiamenti sembra chiudersi in una bugiarda riservatezza.
118 minuti riempiti di sensualità e carica emotiva dalla bella e popolare Jeon Do-yeon nei panni di Kim Hye-kyung; e di senso di giustizia e solitudine da Kim Nam-gil (il detective Jung Jae-gon).
La parola al regista
Al termine della proiezione al Cinema Odeon di Firenze, il regista sudcoreano Oh Seung-uk (foto sotto) ha risposto alle domande della stampa. “Devo ringraziare Kim Nam-gil, che è stato perfetto come un direttore d’orchestra. Io l’ho aiutato in pochissimi dettagli ad interpretare al meglio il suo personaggio. E bravissima anche Jeon Do-yeon, una delle poche donne presenti sul set: ha aiutato moltissimo a creare una Kim Hye-kyung ricca di sfaccettature, dall’animo complicato”.
“Per questo film ho tratto maggiore ispirazione dai film noir francesi”, ha proseguito il regista. “Uno fra tutti ‘Le Cercle Rouge‘ (in Italia “I Senza Nome“, film del 1970 di Jean-Pierre Melville ndr). Ma mi sono ispirato anche ai film americani con Robert Mitchum“. Il film ha ottenuto un tiepido successo in Corea del Sud, mentre all’estero è stato più largamente apprezzato. “D’altronde il film non racconta una storia tutta rosa e fiori, quindi da una parte me lo aspettavo“, ha detto il regista.
“Il mio futuro? Sono un appassionato di western all’italiana e mi piacerebbe fare un western coreano in quello stile. Adoro Sergio Leone, Corbucci, Sollima“.