Approdato al Festival del Cinema di Roma conclusosi ieri, “The Social Network” è uno dei film più attesi della stagione. Già fenomeno cinematografico nelle sale statunitensi, arriverà nelle sale italiane il 12 novembre.
David Fincher ha colto la palla al balzo ed ha approfittato del fenomeno Facebook per portare sul grande schermo una storia di avidità, competizione, successo, amicizie tradite, e lo fa nel migliore dei modi. Dalla vita reale di Mark Zuckerberg, fondatore del celebre social network, è nato “The Accidental Billionaires: The Founding of Facebook, A Tale of Sex, Money, Genius, and Betrayal” di Ben Mezrich prima, e il film “The Social Network”, poi. Nonostante gli ottimi giudizi della critica, il film non ha suscitato particolare entusiasmo in Zuckerberg e colleghi, che nel film non vedono una narrazione dei fatti pertinente alla realtà, piuttosto si tratta di una versione romanzata dell’accaduto. Chiaramente si tratta della trasposizione cinematografica di un libro che cerca di mettere insieme gli eventi che hanno dato vita ad un fenomeno di successo. Facebook è un evento sociologico tutto da studiare, le dinamiche scatenate dall’avvento del social network hanno avuto un impatto non indifferente a livello mondiale: Facebook può vantare oltre cinquecento milioni di iscritti, Mark Zuckerberg, classe 1984, è il più giovane miliardario del mondo.
La storia ha inizio proprio da lui, studente di Harvard, geniale programmatore che dopo una lite con la ragazza Erica Albright, dà vita a FaceMash, un sito che raccoglie le foto di tutte le ragazze del campus e permette ai ragazzi di votare la più carina. Ubriaco, Zuckerberg crea in una notte un fenomeno che fa inevitabilmente discutere e nel frattempo scrive sul suo blog parole non proprio cordiali nei confronti della sua ormai ex. I server dell’università in poco tempo vanno in tilt, l’accaduto non può passare inosservato e il ragazzo viene punito. Nonostante tutto, Zuckerberg, nerd sfigato e senza amici, viene notato da Cameron e Tyler Winklevoss e Divya Narendra. I tre stanno cercando un abile programmatore per fondare “HarvardConnection”, un social network sulla scia di MySpace, però dedicato agli studenti dell’università di Harvard. Zuckerberg accoglie l’offerta ed incontra l’amico Eduardo Saverin, coinvolgendolo nel progetto che poi porterà al celebre social network, inzialmente chiamato “The Facebook“. I gemelli Winklevoss perdono i contatti con Zuckerberg, che intanto “ruba” l’idea e dà vita al suo social network, nell’arco di poco tempo The Facebook si trasforma in un vero e proprio successo nel campus ed inizia ad espandere i suoi orizzonti. La vicenda, però, finisce in mano agli avvocati, Zuckerberg l’ha combinata grossa.
Di mezzo c’è la sua amicizia con Eduardo Saverin, co-fondatore di Facebook, giovane talento finanziario alla ricerca di pubblicità per fare crescere il nuovo progetto. Ma nel rapporto tra Eduardo e Mark si inserisce il viscido Sean Parker, fondatore del fallito Napster, interpretato da un bravo Justin Timberlake, che riesce assolutamente a rendersi antipatico agli occhi dello spettatore. Diavolo tentatore, Sean Parker riesce a portare Mark Zuckerberg dalla sua parte. Quest’ultimo è particolarmente attratto dal successo del suo lavoro, tanto da diventare cieco e da compromettere una volta per tutte l’amicizia con l’unico amico che abbia mai avuto. Un cast di giovanissimi a partire proprio da Mark, interpretato da un grande Jesse Eisenberg, classico nerd asociale e geniale, senza amici e senza ragazze, che passa tutto il suo tempo a programmare e che va in giro in ciabatte. Sarcasmo pungente ed acuto intelletto, aiutato da una sceneggiatura “verbalmente dinamica” e battute sempre riuscite, Jesse Eisenberg rientra perfettamente nella parte. Buon lavoro anche per Andrew Garfield, nei panni del “tradito” Eduardo Saverin. Sostanzialmente sono questi tre i protagonisti del film, circondati poi dalla presenza di Brenda Song, Rashida Jones, Joseph Mazzello, Max Minghella, Rooney Mara. La sceneggiatura, basata sul libro di Mezrich, è stata affidata ad Aaron Sorkin (Nemico Pubblico), che è riuscito a proporci una storia che non annoia, nonostante l’assenza di scene di azione o effetti speciali. Lo spettatore si intrattiene a colpi di dialoghi e battute secche, non mancano i momenti comici, senza i quali il film diverrebbe altrimenti troppo noioso. Ottima la scelta per quel che riguarda la colonna sononora, curata da Trent Reznor e Atticus Ross. Merito, ovviamente, anche della regia di David Fincher, che ha lanciato un messaggio forse “nascosto” con il finale del film.
“The Social Network” si conclude infatti con la scena in cui Mark Zuckerberg richiede l’amicizia su Facebook alla sua ex Erica e rimane fermo a fissare lo schermo, aggiornando costantemente, quasi ossessivamente, la pagina, in attesa che arrivi la conferma. Un’immagine che racchiude praticamente il significato del fenomeno degli ultimi anni: l’idea di Zuckerberg, rubata oppure no, ha cambiato davvero il mondo. Sono pochi, quasi alieni, quelli che non hanno un account su Facebook. Il social network è il secondo sito più visitato al mondo dopo Google, la parola più pronunciata è “Facebook”, la gente vive praticamente una vita virtuale tramite il suo profilo in rete. Da un piccolo progetto universitario, Zuckerberg e soci hanno dato vita ad un vero e proprio cambiamento nella società, a livello sociologico, che ha sconvolto una volta per tutte i rapporti tra le persone nell’era digitale. David Fincher ha deciso di raccontare quel che sta dietro ai nostri account ed al successo di Facebook: “Non puoi avere 500 milioni di amici senza farti qualche nemico”. Una riflessione su cosa si sia disposti a fare pur di arrivare all’apice del successo e di quel che accade una volta arrivati in cima, sulle amicizie tradite, su quanto incida il denaro nella nostra vita e su quanto possa essere accecante. Adesso che Zuckerberg è il miliardario più giovane al mondo e il padre di un progetto rivoluzionario, quanti veri amici si ritroverà accanto? Al contrario di quanti molti penseranno “The Social Network” non è un film su Facebook, non racconta le dinamiche che ha scatenato e come viene vissuto, ma è più semplicemente una storia di vite reali, di uomini fuori dal comune risucchiati da sentimenti e situazioni della vita comune.