Li avevamo lasciati alla fine del primo episodio all’interno della nuova “casa”, ovvero un penitenziario della Georgia, intenti a salvare la vita ad Hershel attaccato da uno zombie che ha trovato la gamba dell’anziano del gruppo decisamente appetitosa. Rick, prontamente, ha “accettato” la parte infetta lasciando il povero Hershel con una gamba in meno ma con una speranza, seppur flebile, di sopravvivenza. Grazie al cliffhanger della scorsa settimana abbiamo passato alcuni giorni chiedendoci quale sarebbe stato il ruolo dei prigionieri riapparsi dalla sala mensa della prigione. Possiamo dirvi che sarà subito scontro totale con il gruppo capitanato da Rick e dal sempre più affidabile Daryl.
Ricordate la tagline della serie? Combatti i morti e difenditi dai vivi? Probabilmente sarà questo il vero leitmotiv della terza stagione di “The Walking Dead” considerata la repentina faida che si scatena nei blocchi della prigione georgiana. I detenuti, pardon ex detenuti, si affidano al leader improvvisato Tomas e non sembrano molto pericolosi ma una volta scoperto che l’epidemia zombie ha coinvolto l’intera umanità decidono di rinunciare alla agognata e raggiunta libertà per rimanere tra le più “sicure” celle del carcere. Il problema è che Rick, ragionatore e tenero nella seconda stagione, è ormai entrato nella parte del cattivo e intende difendere il gruppo, all’interno del quale si è autoproclamato leader indiscusso, con ogni mezzo.
Nonostante tutto Rick e Tomas – il leader dei prigionieri – raggiungeranno un accordo: metà del cibo della mensa in cambio della esperienza da cacciatori di zombie e, soprattutto, le armi necessarie all’abbattimento dei non morti. L’obiettivo è ripulire uno dei blocchi della prigione allo scopo di regalare al gruppo di carcerati una zona tranquilla e ben lontana da quella di Lori e compagni. Qualcosa però andrà storto e Rick conficcherà un machete nella fronte di Tomas che con il suo comportamento ambiguo aveva messo in serio pericolo la vita dell’ex sceriffo.
Sono trascorse solamente due puntate – in totale saranno sedici – ma possiamo già affermare che “The Walking Dead” ha raggiunto una certa maturità alternando scene truculente a una trama complessa ma allo stesso tempo lineare. Nel processo di crescita dei personaggi è evidente che Carl stia ormai seguendo le orme del padre modello – con tanto di cappello in testa e pistola in mano – mentre T- Dog, dopo aver passato metà della scorsa stagione fermo ai box – sembra più intraprendente e coraggioso. Carol, dopo l’incidente di Hershel, è stata promossa automaticamente come medico del gruppo e si allena, in vista della possibile gravidanza con cesareo di Lori, tagliuzzando la pancia di una zombie. Tra Lori e Rick è sempre più evidente la frattura mentre Glenn, un po’ ai margini, sembra più preoccupato di assistere Maggie sconvolta dopo l’incidente occorso al padre.
La speranza che aveva sempre accompagnato le azioni del gruppo sembra ormai definitivamente svanita. In seguito alle morti di Shane e di Dale, il saggio del gruppo, e con un nuovo bambino in arrivo, ora la priorità è la sopravvivenza ad ogni costo e questo rende le azioni di Rick, capace di abbandonare uno degli ex detenuti all’aperto e senza armi in mezzo agli zombie condannandolo a una morte certa ed atroce, e soci più spietate.
Alla fine della puntata Hershel si risveglia mentre all’orizzonte, sotto forma di una soggettiva classica da horror movie, qualcuno comincia a spiare le azioni del gruppo. Probabilmente nella prossima puntata ne sapremo di più.
Voto seconda puntata
[starreview tpl=16]