“The Words” è un film del 2012 diretto da Brian Klugman e Lee Sternthal, al loro esordio in regia. La vicenda ruota intorno ai fallimenti come scrittore di Rory Jansen (Bradley Cooper) che cerca in tutti i modi di realizzare il suo sogno di diventare scrittore. Pur essendo capace, non è un genio e si scontra con la dura realtà di non riuscire a condurre la sua vita nella direzione che aveva sognato. All’ennesimo rifiuto di un editore, accetta fare un lavoro normale, scivolando lentamente nella routine di tutti i giorni, finché durante il viaggio di nozze a Parigi, sua moglie Dora (Zoe Saldana) non gli regala una valigetta in pelle. Al ritorno a casa, Rory scopre casualmente un manoscritto al suo interno e rimane folgorato dalla storia in esso contenuta ed in special modo dalle parole. Pur non volendo, si trova nella situazione di aver spacciato per suo il manoscritto, fino all’incontro con un vecchio (Jeremy Irons), che è il vero autore del libro smarrito.
Costruito come un racconto nel racconto nel racconto, “The words” è narrato dal personaggio di Clay Hammond (Dennis Quaid), che legge in una presentazione il suo ultimo romanzo intitolato appunto “The words” e si confronta con Danielle (Olivia Wilde) una sua fan intenzionata a sedurlo, mentre il vecchio racconta al personaggio di Rory Jensen, la storia dietro il romanzo che lui ha rubato.
Il film vorrebbe essere una sorta di gioco di scatole cinesi, in cui la realtà e la finzione si sfiorano e si confondono, ma purtroppo la pellicola non decolla mai. La storia del vecchio, ambientata a Parigi sarebbe stata forse la parte più interessante, se non fosse stata trattata con la leggerezza e l’estetica patinata di un lungo estenuante flashback e neanche l’ottima prova di Ben Barnes, che interpreta il vecchio da giovane riesce a salvare la situazione. La coppia Cooper e Saldana convince, ma disgraziatamente non riesce ad emozionare quanto dovrebbe per comunicare l’insoddisfazione e lo stillicidio di una vita normale per chi desidera di più.
Dennis Quaid è ottimo nella parte di uomo in lotta con se stesso e disperato nonostante la facciata di fascino che tiene in piedi, per motivi che evitiamo di citare per rischio di spoiler, mentre Olivia Wilde è magnifica nella sua presenza quanto poco convincente in generale. Il problema di questo film è che è realizzato con pochezza di idee e mancanza di passione, nella convinzione (sbagliata) che una buona storia possa funzionare comunque, anche se raccontata male ed è triste, perché parlando di scrittori, di storie, di realtà e di finzione ci si sarebbe aspettata maggiore consapevolezza in questo senso.
Al di la dei gusti personali e di qualsivoglia considerazione, “The words” non funziona perché è noioso in maniera inaccettabile, proprio come un brutto romanzo. E nel caso non fosse sufficiente o importante l’opinione di un qualunque critico o appassionato di cinema, hanno senz’altro valore gli sbadigli esasperati di una platea semivuota e il commento finale di una signora indispettita che usciva dalla sala sui titoli di coda:
Ma io rivoglio indietro i soldi del biglietto, ma che scherziamo?
Vox populi…
Voto:
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