Nella sala proiezioni dell’Anica di Roma è stato presentato, in anteprima, “The Eagle”, ultima fatica del regista scozzese Kevin Macdonald. Il film è ambientato nel II secolo d.C. e narra la storia di due uomini, un padrone e il suo schiavo, che si avventurano oltre i confini del mondo conosciuto (nord della Britannia) per portare a termine una pericolosa missione: recuperare l’Aquila, una insegna dorata scomparsa durante una missione in Caledonia vent’anni prima. Insieme all’Aquila non fece mai ritorno la Nona Legione Romana, capitanata da Flavio Aquila che – a capo di cinquemila uomini – si era spinto la dove nessuno aveva mai osato prima. Il prezioso vessillo e l’intera legione sembrano essere scomparsi nel nulla. Venti anni dopo vediamo Marco Aquila, figlio di Flavio, giungere in Britannia intenzionato a riabilitare il nome della famiglia. Marco è un valoroso soldato e riesce con coraggio a difendere la sua truppa da un feroce assedio portato da una tribù di ribelli. Nel corso della battaglia viene però gravemente ferito e costretto al congedo forzato (con onore). Superato un periodo di convalescenza, trascorso nella villa dello zio Aquila (interpretato da Donald Sutherland), il giovane soldato decide di intraprendere un viaggio oltre il Vallo di Adriano (una enorme muraglia eretta dall’ Imperatore stesso per delimitare il confine settentrionale dell’Impero Romano) per far luce sulla misteriosa scomparsa del padre e dell’intera Legione. Lo accompagnerà Esca, un giovane britanno cui Marco Aquila ha salvato la vita durante un combattimento. Esca, “comprato” come schiavo dallo Zio Aquila per il nipote, sarà fondamentale soprattutto per motivi logistici. Dopo molti giorni di cammino negli altopiani scozzesi i due si ritroveranno faccia a faccia con i guerrieri del temibile Principe delle Foche (Tahar Rahim). “The Eagle” è tratto dal romanzo La Legione scomparsa di Rosemary Sutcliff. La scrittrice britannica ha trovato ispirazione da una storia vera: quella della scomparsa della Nona Legione Romana, nel 120 d.C. Nonostante ancora oggi gli storici siano divisi, il mistero resta fitto. La leggenda non deve aver appassionato solo la Sutcliff ma anche il pubblico: il suo romanzo, negli ultimi anni, ha venduto circa un milione di copie. Quasi inevitabile, a quel punto, la trasposizione cinematografica. La regia di “The Eagle” è stata affidata a Kevin Macdonald, salito alla ribalta grazie al lungometraggio “Un giorno a settembre” e al pluripremiato “L’ultimo Re di Scozia”. Macdonald con questo film si conferma attento e preciso nelle ricostruzioni storiche non disdegnando alcune finezze stilistiche come la soggettiva iniziale che ci introduce la figura di Marco Aquila, in viaggio verso la Britannia. Decisamente azzeccato e ben assortito anche il cast: Channing Talum (Marco), Jamie Bell (Esca), Donald Sutherland (Zio Aquila), Mark Strong (Guern, uno dei membri della Nona Legione) e Tahar Rahim (il Principe delle Foche). Se proprio dobbiamo trovare un personaggio sottotono è proprio quello di Zio Aquila. Sutherland non convince, anche a causa di una sceneggiatura balbettante e poco incisiva. Scomparirà a metà film, poco male. Buonissime, invece, le interpretazione di Talum e di Bell. Parliamo al plurale perché il feeling tra i due è tangibile e su di esso si basa gran parte del film. Una amicizia, la loro, che si consacrerà passo dopo passo nelle gelide terre scozzesi. Davvero apprezzabile anche Tahar Rahim nei panni dello spietato Principe delle Foche.
Non vogliamo esagerare ma è probabilmente dai tempi del “Gladiatore” di Scott che non assistevamo a un film di “genere” così riuscito. Accuratissimo nei costumi, presenta una scenografia impeccabile: gli innevati altopiani scozzesi e la ricostruzione del Vallo di Adriano colpiscono lo spettatore grazie a una realistica rappresentazione di quello che poteva essere considerato, nel secondo secolo d.C. il confine del mondo conosciuto. Oltre questo confine vive il Popolo delle Foche, una tribù fittizia creata dalla Sutcliff nel romanzo e riportata nella sceneggiatura da Jeremy Brock. Rappresentati come foche, coperti da un trucco composto di muschio e cenere, gli uomini della tribù creano la giusta contrapposizione tra il mondo civile e quello primitivo. Tra evoluto e arretrato. Tra Roma e un resto del mondo che non si vuole piegare alle leggi dell’Impero. Il finale del film non convince, è vero, ma il film si lascia vedere. Ve lo consigliamo ma con una avvertenza: non vi aspettate di vedere un remake del “Gladiatore” o battaglie sanguinolente alla “Sapartacus – Sangue e Rabbia”, la fiction che racconta delle gesta del gladiatore Spartacus. Sì, i combattimenti non mancheranno (notevole quello iniziale con Marco Aquila che si lancia in solitaria contro una tribù intera) ma “The Eagle” non è solo questo. Macdonald ha cucito, piuttosto, una storia incentrata sul coraggio (del giovane Marco Aquila), sull’onore (perso e recuperato, come nel caso di Guern) e sulla fedeltà (quella dello schiavo verso il suo padrone). Il risultato è pregevole, anche se quello zio Aquila/Donald proprio non va giù. [starreview tpl=16]